Usa: Pil cresce dello 0,6% e la Fed taglia i tassi

Ieri i listini di New York erano in rosso a metà seduta e sul mercato prevaleva la prudenza in attesa della decisione della Fed. La diffusione del dato sul Pil aveva accresciuto le aspettative verso nuovi tagli dei tassi. Nel quarto trimestre l’economia Usa è cresciuta dello 0,6%. Nel 2007 la crescita del prodotto interno lordo è stata del 2,2%, la peggiore performance in 5 anni. I segnali di rallentamento dell’economia pervenuti fanno pensare che gli Usa stiano attraverdando una fase pre-recessione. I consumi ad esempio sono cresciuti solo del 2%, confermando così che se le aziende riescono comunque a produrre e vendere è solo grazie alle esportazioni, favorite dal cambio, e non certo dal mercato domestico.

Davanti a questo scenario la Fed è nuovamente intervenuta sui tassi, azione attesa dal mercato e che non ha colto di sorpresa nessuno. I Fed Fund sono stati abbassati al 3%, mentre il tasso di sconto è sceso a 3,50%. La decisione è stata presa a larga maggioranza, con un solo voto contrario di Richard Fischer, presidente della Fed di Dallas. La decisione è stata motivata dalla situazione di “considerevole stress” in cui versa l’economia statunitense, nella speranza che l’inflazione nei prossimi mesi sia più moderata.


L’ulteriore taglio ha risollevato Wall Street, con il Dow Jones salito dello 0,71%, il Nasdaq dello 0,55% e l’S&P500 dello o,77%. L‘euro si è impennato nei confronti del dollaro: la nostra moneta vale 1,4869, dopo essere stata scambiata alla chiusura dei mercati europei a 1,4779. La differenza con la zona euro con il nuovo taglio dei tassi, il quinto dall’inizio della crisi, è diventata di 1 punto percentuale, dal momento che la Bce sembra non avere nessuna intenzione di abbassare il 4%.

Alcuni analisti si aspettano addirittura che la Fed prossimamente possa riabbassare i tassi fino ad arrivare al 2%. La contrazione del mercato immobiliare e la debolezza di quello del lavoro dimostrano il peggioramento dell’economia ed il taglio dei tassi operato dalla Fed dovrebbe aiutare nel promuovere una crescita moderata. si rende anche sempre più urgente il pacchetto di misure di stimolo fiscale da 150 miliardi varato dalla Casa Bianca: si attende l’approvazione del senato.

Il taglio dei tassi va incontro soprattutto a tutte quelle famiglie e persone che rischiano di perdere le case: nel secondo semestre le banche dovranno adeguare i mutui a tasso variabile ai nuovi tassi evitando così una situazione alquanto critica.