Cina: tassi interesse sempre più in alto

 In Cina la politica monetaria è sempre più rigida o, se volete, restrittiva. Tutto è iniziato nello scorso autunno e con l’inflazione che aumenta, anzi galoppa, la Bank of China ha dovuto nuovamente aumentare il costo del denaro, per la quinta volta in pochi mesi. E così i tassi sui depositi in Cina hanno raggiunto il livello del 3,50%, mentre quelli sui prestiti bancari hanno sfondato la soglia del 6,50%.

L’inflazione cinese mostra i pericoli delle pause sui tassi

 Le pressioni inflazionistiche che attualmente stanno coinvolgendo la Cina non sono ancora state contenute, nemmeno dai quattro aumenti dei tassi di interesse relativi agli ultimi nove mesi: questo vuol dire che esiste un rischio molto serio, vale a dire quello di una qualsiasi pausa in termini di politica espansiva, la quale può provocare forti danni ai vari sistemi. La banca centrale dell’ex Impero Celeste ha incrementato ulteriormente gli interessi, ma l’andamento dei prezzi al consumo veleggia su un poco rassicurante +5,5%, il livello più alto in assoluto dal 2008.

Cina: stretta monetaria per frenare crescita

Il 2008 per la Cina sarà il sesto anno consecutivo di crescita, la previsione è del Centro d’informazione dello Stato, le cui stime sono riportate dal giornale Shanghai Securities News. Secondo lo studio, la crescita del surplus commerciale cinese dovrebbe ridursi a causa del “protezionismo straniero” (molte aziende cinesi sono bersaglio di inchieste antidumping), delle incertezze sull’economia Usa e del ridimensionamento degli incentivi fiscali agli esportatori (finora un soggetto straniero che decideva di intraprendere un’ investimento diretto in Cina, godeva di una serie di agevolazioni fiscali alquanto vantaggiose, soprattutto nei primi anni d’impresa). Tuttavia questo non frenerà la crescita del Paese asiatico, il Centro prevede infatti per l’anno in corso una crescita del Pil del 10,8%, contro il +11,5% del 2007.