Conti dormienti: lunedi scade il termine per il risveglio

Sono ancora quattro i giorni utili per recuperare in extremis i conti dormienti in banca prima del definitivo passaggio delle somme al Fondo ministeriale. Entro lunedi 15 dicembre (compreso), infatti, i titolari o i loro eredi di conti dormienti o di rapporti contrattuali fermi da più di dieci anni presso gli istituti di credito, hanno la possibilità di recuperare le proprie somme. Il tutto, come spiega l’Associazione bancaria italiana, con una semplice operazione di sportello: basta la richiestra dell’estratto conto, la notifica di variazione di residenza o di domicilio, la richiesta di un carnet di assegni o la comunicazione di voler continuare il rapporto. Le operazioni cosiddette “in automatico”,  come i bonifici effettuati da terzi o i Rid, invece, non concorrono ad interrompere la dormienza del conto.

Soluzione al crack bancario: i conti dormienti

 I conti dormienti sono fondi detenuti da banche, da società finanziarie o dalla Posta per conto di cittadini che non sono a conoscenza di tali proprietà finanziarie. Come è possibile dimenticare il proprio denaro in questi tempi di crisi? Capita ed i motivi possono essere i seguenti: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e di volere, mancata conoscenza da parte degli eredi del patrimonio finanziario del de cuius o addirittura banali dimenticanze.

Tuttavia questo denaro non é res nullius, è dei titolari dei conti o dei loro legittimi eredi. In questo caso però si potrebbe parlare di successione dello Stato. Presupposto della successione dello Stato è un’eredità vacante, fenomeno che ricorre quando, rispetto ad un bene appartenente ad un defunto, manca ogni successibile legittimo e testamentario. Condizione minima per avviare l’esproprio: non aver registrato nessun movimento volontario negli ultimi dieci anni, nemmeno un estratto conto. Escluse, quindi, tutte quelle operazioni automatiche come l’addebito Rid e altre forme di pagamento effettuate da terzi, come l’accredito dello stipendio o della pensione.

Conti dormienti, suona la sveglia!

E’ partita da qualche giorno la caccia ai conti dormienti, come previsto dalla Finanziaria 2006. Ma cosa sono questi conti dormienti e di quanti soldi si tratterebbe? I conti (o fondi) dormienti, o silenti, o “dei morti“, sono depositi in denaro, conti correnti, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, obbligazioni appartenenuti a persone decedute o scomparse o che comunque non vengono movimentati da anni, perfino da decenni. Sono quelli che Fiorani usò per la scalata ad Antonveneta e sono quelli che, per una qualche convenzione non scritta e non certo legalizzata, le banche considerano giusto fare propri, come se esistesse un limite di prescrizione anche per i conti.

L’Adusbef, l’associazione per la difesa degli utenti dai servizi bancari, ha portato avanti per anni una battaglia affinchè tali fondi venissero sottratti dalle grinfie delle banche e andassero a costituire un fondo aperto per risarcire le vittime dei crack finanziari, come Cirio, Parmalat, o del default dei bond argentini, ma anche in parte per stabilizzare i precari della Pubblica Amministrazione (il 20% del tesoretto).