Istat carrello della spesa 2012 ai top degli ultimi 4 anni

 L’Istat ha diffuso le stime preliminari sull’andamento dell’inflazione nel corso dell’ultimo anno. L’Istituto nazionale di statistica ha messo in evidenza una decisa crescita dei prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, come il cibo e i carburanti. Si tratta del cosiddetto “carrello della spesa”, che nel 2012 è aumentato al 4,3% rispetto al 3,5% del 2011. Si tratta dell’incremento maggiore registrato negli ultimi quattro anni. Secondo il Codacons, il deciso aumento del carrello della spesa ha provocato una stangata da 591 euro per famiglie tipo da tre persone.

Famiglie italiane: rincaro dei debiti nell’ultimo quinquennio

 Non si scopre certo oggi che la crisi economica ha provocato dei problemi gravi alle famiglie del nostro paese, ma le statistiche mettono maggiormente in risalto questo allarme: le abitudini sono cambiate, tanto che nei cinque anni compresi tra il 2006 e il 2010 debiti e risparmi hanno viaggiato su due strade completamente diverse. Nel dettaglio, come ha messo in luce l’Adusbef, le passività in questione sono incrementate di ben 55 punti percentuali, attestandosi a quota 923,3 miliardi di euro, mentre un calo quasi identico nelle proporzioni ha visto come protagoniste le risorse finanziarie a disposizione.

Adusbef, debito pubblico aumentato di 89 miliardi di euro in un anno

 La Banca d’Italia è stata chiara: il nuovo record del debito pubblico si è attestato a 1.879,9 euro a novembre contro i 1.790,8 miliardi di euro di gennaio 2010, con una crescita secca di ben 89,1 miliardi di euro (+ 4,9%), in un solo anno. E l’Adusbef, associazione di difesa dei consumatori e utenti bancari, finanziari e assicurativi, va anche oltre: quel dato, dice perentoria, equivale a un gravame di 31.331 euro per ognuno dei 60 milioni di abitanti, 89.519 euro a carico di ognuna delle 21 milioni di famiglie.

In un anno, dal gennaio 2010 al gennaio 2011, il debito è aumentato di 89,1 miliardi di euro, oltre tre finanziarie (le attuali leggi di stabilità), al ritmo di 7.425 miliardi di euro al mese, ovverossia 1.485 euro l’anno per ognuno dei 60 milioni di abitanti, 4.242 euro l’anno su ognuna delle famiglie “senza che il Governo si sia posto una politica economica per una sua riduzione, a cominciare dalle dismissioni di oro e riserve di Bankitalia, che il signor Governatore Draghi, privo di qualsiasi senso dello Stato, difende con le unghie e con i denti insieme agli enormi privilegi di Fort Koch”, dicono Adusbef e Federconsumatori.


Federconsumatori, avviare subito l’accisa mobile

 Ai guadagni “extra” percepiti dalla filiera petrolifera e pagati di tasca propria dagli automobilisti, pari a 6-7 centesimi al litro, si devono aggiungere i guadagni dello Stato, guadagni che di certo non sono di poca entità. Il grido d’allarme arriva dalla Federconsumatori, associazione di tutela di utenti e consumatori. “Giunti a questo livello, è da veri irresponsabili continuare a non intervenire sulla questione dei carburanti”, dichiarono insieme Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef, l’associazione che tutela gli utenti dei servizi bancari e finanziari. Ed ecco alcune cifre. Rispetto a marzo dello scorso anno, per esempio, l’IVA (tassa mobile al 20%) è aumentata – per la benzina – di 4 centesimi al litro e della stessa somma per il gasolio.

Federconsumatori, benzina: subito misure di contenimento dei prezzi

 I prezzi dei carburanti sono in rapida crescita fino a superare 1,55-1,56 euro al litro arrivando a raggiungere anche punte che, in alcuni casi, toccano  1,58 euro al litro. E da Federconsumatori e Adusbef parte l’allarme perché, sostengono dalle due associazioni di tutela dei consumatori, nemmeno quando il petrolio si trovava a 147 dollari al barile, la benzina ha mai raggiunto prezzi simili.

Osservano dalla Federconsumatori che oggi il costo del petrolio è di circa 97 dollari al barile, ma, anche considerando la rivalutazione del dollaro sull’euro, non ci si avvicina neanche lontanamente ai livelli registrati nel 2008.  In particolare, viene chiesto che governo e ministero dello Sviluppo Economico intervengano al più presto applicando subito la cosiddetta “accisa mobile” (un’accisa variabile già prevista nel nostro ordinamento) per controbilanciare l’aumento dell’Iva e, quindi, per calmierare il prezzo al consumo dei carburanti.

E’ scattato l’aumento del canone Telecom. Il Codacons fa ricorso al Tar

Domenica 1° febbraio è scattato il tanto discusso aumento del canone Telecom. Già dalla prossima bolletta gli abbonati residenziali si vedranno addebitare un rincaro sul canone del 10%, passando così dai 14,57 euro (Iva inclusa) ai 16,08 euro (Iva inclusa). L’aumento del canone di Telecom Italia, il primo dal 2002 che ha attenuto l’ok dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni lo scorso 11 dicembre, non interesserà per il momento le linee affari e i possessori di Social card che potranno fare esplicita richiesta per mantenere invariato il costo del canone. La Clientela agevolata continuerà a beneficiare della riduzione del 50% sul costo del canone, pagando 8,04 euro rispetto ai 7,3 euro del mese scorso.

Euribor in salita e a seguire i tassi dei mutui

Sale il prezzo della benzina, salgono i prezzi delle materie prime e salgono i tassi de mutui. Anche l’Euribor infatti continua a crescere con grande preoccupazione delle famiglie italiane. Ma cos’è esattamente l’Euribor? Si tratta di un indice ed indica il tasso medio delle transazioni tra le banche europee. E’ in fondo un indice del costo del denaro ed è basandosi su di esso che le banche impostano le variazioni dei tassi variabili dei mutui.

L’Euribor rispecchia in pratica l’andamento dei mercati, sia al rialzo che al ribasso, e i tassi dei mutui sul debito residuo a loro volta saranno ricalcolate sull’indice. Secondo gli ultimi aggiornamenti il tasso interbancario a tre mesi ha raggiunto il valore di 4,85% e questo sta a significare un aumento di 18 euro al mese su un mutuo di 100 mila euro (un aumento quindi di 220 euro l’anno).

L’Adusbef, l’associazione di difesa degli utenti dei servizi bancari, assicurativi e finanziari ha già lanciato l’allarme. Il livello attuale è il più alto registrato da quattro mesi a questa parte e non accenna a scendere.