Stangata IVA, aumento al 21%

 E’ previsto per domani l’aumento dell’IVA dal 20% al 21% previsto dall’ultima manovra economica approvata dal Governo. L’aumento riguarderà la maggior parte dei settori commerciali, dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla tv alla chitarra. Oggi è prevista la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e quindi da domani saranno applicati le nuove normative introdotte con l’ultima manovra economica approvata dal governo.

I rincari saranno di circa 92 euro per famiglia secondo quanto calcolato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre. Secondo l’ufficio di Cgia di Mestre, 32 euro di aumento a famiglia saranno le spese che riguardano il settore dei trasporti, come aumento della benzina, gasolio o anche per i biglietti di Bus e treni.

Manovra finanziaria 2011: aumento dell’IVA

 La manovra finanziaria di ferragosto é ancora da lavorare e rielaborare negli ultimi dettagli, il pareggio di bilancio risulta essere la priorità e continuano le perequazioni tra le voci dell’attivo e del passivo delle casse di Stato. In queste ultime ore infatti, giunge notizia dell’aumento di un punto percentuale sui prodotti già tassati al 20%. L’imposta sul valore aggiunto (imposta sui consumi e quindi divincolata da ogni criterio di progressività basato sul reddito) dovrebbe aumentare di un punto dal 20 al 21%. Il gettito aggiuntivo é stimato in 4 miliardi potrebbe servire a dimezzare i tagli previsti agli enti locali e a creare un fondo da destinate sin dal prossimo anno alla riforma fiscale. Nello specifico, di questi 4 miliardi, 2,5 saranno destinati alla riforma del fisco e 1,5-1,8 miliardi alla super Irpef e agli enti locali. Sembra però che 4 miliardi non saranno comunque sufficienti a ridurre i tagli a Comuni e Province.

Iva invariata ma possibile ritocco con la riforma fiscale

 Non c’è aumento dell’Iva nella nuova manovra finanziaria 2011 da 45 miliardi di euro varata con Decreto dal Consiglio dei Ministri. Il Governo ha infatti puntato su altre misure, tra tagli di spesa e nuove tasse, per raggiungere il pareggio di bilancio con un anno di anticipo, dal 2014 al 2013. Pur tuttavia, non è detto che l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto non venga inserito, e quindi riproposto, durante l’iter parlamentare che dovrebbe partire nel prossimo mese di settembre del 2011.

Riforma fiscale: meno Irpef e più Iva?

 Spostare una quota del prelievo fiscale dalle persone ai consumi. E’ questo l’obiettivo della riforma fiscale cui sta lavorando il Ministero all’Economia attraverso un alleggerimento dell’Irpef, ed un contestuale aumento dell’Iva che dovrebbe essere di un punto percentuale. Le aliquote Irpef, invece, dovrebbero passare da 5 a 3, al 20%, 30% e 40%. Anche i più ricchi, quindi, pagherebbero sui redditi un’aliquota più bassa rispetto all’attuale aliquota massima del 43%.

Federconsumatori, benzina: subito misure di contenimento dei prezzi

 I prezzi dei carburanti sono in rapida crescita fino a superare 1,55-1,56 euro al litro arrivando a raggiungere anche punte che, in alcuni casi, toccano  1,58 euro al litro. E da Federconsumatori e Adusbef parte l’allarme perché, sostengono dalle due associazioni di tutela dei consumatori, nemmeno quando il petrolio si trovava a 147 dollari al barile, la benzina ha mai raggiunto prezzi simili.

Osservano dalla Federconsumatori che oggi il costo del petrolio è di circa 97 dollari al barile, ma, anche considerando la rivalutazione del dollaro sull’euro, non ci si avvicina neanche lontanamente ai livelli registrati nel 2008.  In particolare, viene chiesto che governo e ministero dello Sviluppo Economico intervengano al più presto applicando subito la cosiddetta “accisa mobile” (un’accisa variabile già prevista nel nostro ordinamento) per controbilanciare l’aumento dell’Iva e, quindi, per calmierare il prezzo al consumo dei carburanti.

Parlamento europeo, migliorare i servizi per le imprese

 “Bisogna migliorare le prestazioni e l’accessibilità (anche per via elettronica) dei cosidetti Sportelli unici per le imprese che offrono le informazioni a imprenditori interessati a fornire servizi trasnfrontalieri sulle norme sul lavoro, sulla previdenza sociale o in materia fiscale e di Iva“. E’ quanto sostengono i parlamentari europei in una risoluzione preparata da Evelyne Gebhardt (S&D, DE).

Nel documento, gli eurodeputati denunciano che la Direttiva servizi, approvata nel 2006, non ha avuto ancora una corretta applicazione con la conseguenza di non aver raggiunto l’obiettivo di facilitare la formazione di un mercato unico per i servizi.

Plico in ritardo, sì al rimborso

Da oggi in ava nti, se lettere e plichi saranno consegnati in ritardo usando il servizio “Postacelere“, si avrà diritto al risarcimento. Lo ha deciso la Consulta che, in una sentenza depositata oggi, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 29 marzo 1973 (Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale, di bancoposta e di telecomunicazioni), “nella parte in cui dispone che l’Amministrazione e i concessionari del servizio telegrafico non incontrano alcuna responsabilità per il ritardato recapito delle spedizioni effettuate con il servizio postacelere”, come è spiegato nelle stesse motivazioni.

E a quanti di noi non è capitato di vedersi consegnare l’attesa lettera fuori tempo massimo? E poco importa se dentro c’era l’invito del commercialista a presentare la comunicazione dell‘Iva o un biglietto dell’amica: siamo andati ugualmente su tutte le furie. Ora possiamo chiedere e ottenere il rimborso del danno subito.

I giudici della Corte hanno scritto nella decisione, tra l’altro, che la norma contestata “determina nei confronti del gestore un ingiustificato privilegio, svincolato da qualsiasi esigenza connessa con le caratteristiche del servizio, senza dunque realizzare alcun ragionevole equilibrio tra le esigenze del gestore e quelle degli utenti del servizio, equilibrio che, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, il legislatore avrebbe invece dovuto realizzare, essendo venuta meno la concezione puramente amministrativa del servizio postale … Tale privilegio determina, quindi, la dedotta violazione del canone di ragionevolezza e del principio di eguaglianza garantiti dall’articolo 3 della Costituzione”.