Il Parlamento greco, con 153 voti su 300, ha approvato le nuove misure: si parla di aumenti di tasse indirette e di fondo per le privatizzazioni e le norme sui prestiti in sofferenza.

Il Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione Europea ha dato il via libera per l’uscita della Grecia dalla procedura di deficit
Il Parlamento greco, con 153 voti su 300, ha approvato le nuove misure: si parla di aumenti di tasse indirette e di fondo per le privatizzazioni e le norme sui prestiti in sofferenza.

E’ in discussione presso il Parlamento di Atene il testo che sancisce l’accordo tra Grecia e creditori internazionali, necessario per l’accesso al terzo piano di salvataggio.
Sono sempre di più gli analisti convinti che durante il mese di agosto verrà raggiunto l’accordo tra la Grecia e i suoi creditori.
Grecia, day 1. Si torna gradualmente verso la normalità. Le banche riaprono e gli operatori restano in attesa degli sviluppi sul debito greco dopo gli scossoni delle ultime settimane.
Ciò che si temeva è accaduto. La Grecia non ha saldato entro la scadenza il debito da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, il quale registra così il maggior ‘mancato incasso’ della sua storia.
Se prima non c’era un programma preciso, ora ci sono una serie di opzioni per salvare la Grecia.
Problemi, ancora problemi per la Grecia sempre più a rischio default. A rischio c’è anche l’accordo con l’Ue. Arriverà entro il 21 maggio? Mancano poco meno di 4 giorni.
C’è ancora molto lavoro da svolgere e serve molto tempo al fine di trovare un accordo che accontenti tutti, ma l’Unione europea è soddisfatta dei passi in avanti compiuti dalla Grecia.
Nonostante il presidente della Bce, Mario Draghi, abbia ribadito che non ci sarà alcuna uscita dall’euro, la situazione della Grecia è drammatica. Sempre di più.
Il 2013 potrebbe essere un anno di maggiore serenità per la zona euro, dopo il tormentato 2012 che ha visto quasi tutti i paesi dell’unione monetaria subire uno o più declassamenti da parte delle agenzie di rating. L’eccessiva pressione sui bond pubblici e il timore di una clamorosa disintegrazione della moneta unica hanno spinto le agenzie internazionali ad accelerare il processo di declassamento dei rating sovrani dopo anni di apparente tranquillità, nonostante fosse in atto da tempo il trasferimento del rischio dal settore privato bancario ai bilanci pubblici dopo la crisi finanziaria del 2008.
Chiamiamoli pure “paradossi finanziari”. Nell’era della globalizzazione e dell’interconnessione dei mercati finanziari, dominati dall’azione di banche centrali e fondi speculativi, tutto è possibile. Anche che la borsa di Atene sia la piazza finanziaria migliore d’Europa, nonostante il paese sia da ben cinque anni in recessione e sull’orlo del baratro. Tenuto a galla solo dagli aiuti finanziari di Bce, Ue e Fmi, il paese ellenico non riesce a vedere la luce alla fine del tunnel e le prospettive non sono di certo incoraggianti. Tuttavia, da un punto di vista finanziario la situazione è completamente diversa.
Situazione sempre più allarmante sul fronte occupazionale greco. Stando a quanto afferma l’Istituto di Statistica ellenico, infatti, nel corso del mese di luglio la disoccupazione sarebbe peggiorata ulteriormente, con il tasso relativo che avrebbe superato la soglia del 25 per cento. In altri termini, in Grecia non lavora un cittadino “attivo” su quattro, con una proporzione che ha sfondato il nuovo record storico, e proponendosi per ulteriori peggioramenti nel corso dei prossimi mesi a venire, per un 2013 che rischia di aprirsi nel peggiore dei modi.
Per la Grecia il tempo sembra essere proprio finito. Nonostante le dichiarazioni del premier Samaras, che nella giornata di venerdì aveva lanciato un chiaro appello, affermando che senza nuovi supporto finanziari da parte della troika la liquidità presente nelle casse di Atene sarebbe andata esaurita entro il mese di novembre, sembra proprio che la Penisola ellenica non potrà disporre di alcun nuovo sostegno oltre a quelli già goduti nel recente passato, né nuovi allungamenti temporali, né altri sconti di varia antura.