Recessione Grecia per il sesto anno consecutivo

 Nuovo record in vista per la Grecia. Peccato solo che si tratti di un traguardo estremamente negativo, visto e considerato che Atene si accinge a vivere, nel 2013, il suo sesto anno consecutivo di recessione economica, con una contrazione del livello di produttività interna lorda che si aggira intorno al 3,8 per cento, e un rapporto deficit / pil al 4,2 per cento. Il debito pubblico dovrebbe invece fermarsi a quota 346,2 miliardi di euro, pari al 179,3 per cento del prodotto interno lordo. Per quanto invece concerne l’avanzo primario, l’attuale manovra finanziaria punta a un traguardo dell’1,1 per cento.

Proroga supplementare alla Grecia

 Continuano i “giochi di ombre” sulla Grecia, che alternativamente vedono il Paese prima in buono stato (o comunque impegnato sul fronte delle riforme e senza ulteriori esigenze di cassa) e poi di nuovo in pericolo. Certo è che ora il Paese si trova a dover affrontare un default controllato con riforme di austerità e con un debito non indifferente.

Niente più soldi alla Grecia?

 La crisi Greca è sicuramente uno dei punti più importanti di questo Agosto 2012; mentre l’anno scorso durante le vacanze degli italiani è scoppiato il pericolo sul mercato dei differenziali ed il clima di panico si è trascinato fino ad oggi, accompagnando le contrattazioni di tutto l’anno.

Eurozona unita a tutti i costi

 Povertà mai sperimentata prima. È questa la previsione che ha formulato il ministro delle finanze greco, Yannis Stournaras, a chi gli domandava cosa sarebbe accaduto in caso di uscita della Grecia dall’Eurozona. Una profezia tetra, accompagnata dalla conseguente affermazione secondo la quale occorrerà fare tutto quanto è possibile per “rimanere sotto l’ombrello dell’euro”, considerato – appunto – l’unico salvataggio se il Paese non vuole affrontare una povertà record, che gli ateniesi non hanno mai provato nella loro storia.

Costo default Grecia

 La Grecia sta per andare (anche formalmente, oltre che sostanzialmente) in default. Uno scenario che il vice cancelliere tedesco ha definito come potenzialmente non catastrofico, ma che non sarà privo di dure conseguenze, anche e soprattutto per la Germania, che già sta facendo i conti con la crisi del debito sovrano, temendo che il proprio debito possa salire ben oltre l’80% del Prodotto Interno Lordo. Anche perché, come oramai sta divenendo palese, l’uscita della Grecia dall’eurozona non sarebbe certamente produttrice di effetti benefici per l’euro.

Elezioni Grecia, le Borse reagiscono positivamente

 L’attesa per i risultati della seconda tornata elettorale in Grecia è finita. La vittoria della Nea Dimokratia, contro il movimento anti-euro Syriza, è infatti ritenuto un episodio in grado di garantire l’esistenza di una maggioranza utile per la formazione di un governo in grado di condurre Atene verso la strada europeista, scongiurando il rischio di imminenti rotture all’interno della macrozona che ha adottato la valuta unica.

Al risultato politico si collegano immediati riscontri economico finanziari. Positiva era stata l’apertura delle borse asiatiche (soprattutto, Tokyo e Hong Kong), e positivo è anche lo sprint dell’euro sulle altre valute estere. Segnali piuttosto chiari di come i mercati finanziari abbiano apprezzato vistosamente il risultato delle urne elettorali, e che vedrà la Nea Dimokratia e il Pasok ottenere la maggioranza dei seggi in parlamento, soprattutto nell’ipotesi in cui, come sembra probabile, Dimar, la Sinistra democratica, dovesse aggiungersi alla coalizione.

Prepararsi all’uscita della Grecia dall’euro

 Ogni Paese dell’area euro dovrà preparare uno scenario individuale in vista della possibile (e non più così improbabile) uscita della Grecia dalla zona della moneta unica. Stando a quanto sta emergendo in questi minuti, quanto sopra è quanto sarebbe stato indicato pochi giorni fa nel corso di una teleconferenza alla quale avrebbero partecipato i tecnici del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Una riunione “anticamera” dell’apposita comunicazione da inoltrare ai ministri delle Finanze dei Paesi membri, per una notizia che ha fatto allarmare ancor di più i già tesi mercati finanziari.

Secondo quanto ha rivelato l’UE, invece, nella riunione di lunedì scorso ci si è limitati a discutere “la situazione dei mercati finanziari e della Grecia, ma non vi sono stati accordi su piani di emergenza né si è discusso di una eventuale uscita della Grecia dall’euro”. Lo stesso ministro delle finanze greco ha affermato che è “falsa” la notizia che lunedì scorso i tecnici abbiano raggiunto un’intesa per preparare i piani nazionali di valutazione delle conseguenze della Grecia dall’euro.

PIL Germania sostiene Borse Europee

 In un clima di sfiducia come quello che accompagna l’Euro grazie ai timori per la Grecia ogni buona notizia diventa ottima e la risposta dei mercati interessati è praticamente immediata. Atene ha ora un’ultimatum preciso; entro Giovedì bisognerà formare il Governo di Unità come previsto dal presidente in carica, altrimenti a metà giugno ci saranno nuove elezioni e probabilmente passeranno al comando i partiti anti-Europa con consecutiva uscita del Paese dalla Moneta Unica.

L’Eurogruppo non ha voluto parlare neanche lontanamente delle conseguenze relative a questa ipotesi. L’Euro potrebbe subire il colpo di grazia con l’uscita dell’area di un Paese che ha ricevuto aiuti per miliardi di euro e questo fallimento avrebbe ripercussioni finanziarie enormi visto che la sfiducia negli investitori potrebbe allontanare capitali importanti in favore di altri mercati (come quelli asiatici, in costante sviluppo nonostante le difficoltà).

Settore bancario affonda i mercati azionari

 Comparto Bancario affonda l’Eurozona; avvio di ottava devastante per le Piazze Europee, che si trovano ancora una volta a dover fare i conti con un sistema del credito pieno di problemi.

In Grecia il risultato elettorale da’ il colpo di grazia ad un mercato che, ancora una volta, rischia l’esclusione dall’area Euro; la perdita dell’indice superiore al 7,7% è superata solamente dai bancari, di cui il peggiore è Alpha Bank a .21%. Segue Efg Eurobank a -19% e National Bank of Greece con un -18%, mentre lo stoxx Europeo scende dell’1,24%.

In Italia il FTSE-Mib apre ben al di sotto di quota 13750 avviando un’ottava che si prospetta essere estremamente difficile; l’overnight sul week-end è risultato, come anticipato, ancora una volta rischiosissimo per chi sbaglia direzione, anche perchè la chiusura del gap in apertura di giornata non ha comunque rilanciato verso l’alto l’indice, che ora è prossimo alla parità ma con una serie di pattern negativi. 

Aiuti alla Grecia approvati dalla troika

 Dopo oltre 14 ore di trattative, l’accordo sui nuovi aiuti alla Grecia è finalmente stato raggiunto. La riunione fiume di Bruxelles tra i ministri europei delle finanze, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea ha pertanto consentito lo sbloccaggio dei 130 miliardi di euro di aiuti che erano stati promessi dalla troika ad Atene. Una trattative durata ben oltre le aspettative, dilungatasi a causa della difficoltà nel cercare un accordo con i creditori privati, che rispetto a quanto atteso dovranno sopportare una ulteriore riduzione del valore nominale del proprio debito. 

Hanno invece suscitato meno problemi le negoziazioni sugli altri due punti fondamentali per l’accordo. Il primo sarà relativo alla presenza stabile degli osservatori della troika ad Atene: una sorta di “commissariamento” che servirà a controllare che il piano di risanamento della Grecia venga portato avanti secondo gli accordi intrapresi. Il secondo è invece la creazione di un conto bloccato dove i greci verseranno, da ora in poi, tutti gli interessi sul loro debito, in aggiunta all’inserimento in Costituzione della norma sulla priorità dei pagamenti delle scadenze del debito.

Salvataggio Grecia sempre più probabile

 Cosa ha mosso i mercati finanziari l’economia reale negli ultimi tempi? Dopo la crisi dei subprime che ha contagiato solo indirettamente l’Eurozona è passato un periodo di “stallo” in cui i mercati mondiali hanno cercato di riprendersi, ma da circa un anno la paura è tornata sulle Piazze Mondiali e questa volta il pericolo è tutto Europeo.

Fino a poco tempo fa’ l’Unione Europea sembrava un legame forte tra gli Stati interessati che teoricamente avrebbe dovuto consolidare la presenza e la forza della valuta nel mondo. In realtà da quando la Grecia è in crisi ed a rischio default la soluzione più volte proposta è stata quella di un’uscita preventiva perchè l’eventuale crollo del Paese avrebbe trascinato nel baratro l’intera Eurozona. Insomma quando si è presentato il momento di aiutare uno degli Stati non si è fatto assolutamente nulla se non cominciare a puntare il dito; non si entra in rischio default da un giorno all’altro ed in fatti non è stato così per la Grecia, ma nel declino non sono mai stati presi provvedimenti adeguati da parte di nessuno e si è sempre visto con diffidenza il Paese pronti a lasciarlo qual’ora non fosse riuscito a riprendersi.

Spread Btp e Bund tedesco continua a scendere

 Buone notizie per la sostenibilità del debito pubblico italiano. Lo spread tra i titoli di Stato nazionali e gli equivalenti tedeschi, infatti, continua a calare, sulla scia dell’auspicio di una lenta e graduale risoluzione delle difficoltà che stanno riguardando il mercato greco. Il Parlamento di Atene ha infatti dato il via libera al piano di austerity che dovrebbe permettere la salvezza della penisola ellenica mediante l’ottenimento della nuova tranche di finanziamenti da parte della troika, inducendo le Borse in un inconsueto ottimismo. 

Il via libera giunto dalla capitale greca ha infatti generato una ventata di positività in tutte le piazze azionarie internazionali di principali riferimento, permettendo altresì all’euro di poter sfondare quota 1,325 nei confronti del dollaro statunitense. Sul fronte dello spread, si registra una positiva contrazione del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a 10 anni, con il gap che ora scende a quota 357 punti base, e con un tasso di scambio dei titoli pari al 5,54%.

Il Parlamento greco approva il piano di austerity

 Il primo ministro greco Lucas Papademos è riuscito a ottenere il consenso parlamentare per quel che riguarda il piano di austerity che Atene dovrà affrontare nei prossimi anni: si tratta delle misure che si sono rese necessarie per assicurare il salvataggio da parte della cosiddetta “trojka” (Banca Centrale Europea, Ue e Fondo Monetario Internazionale). Le proteste all’esterno del Parlamento sono cominciate ben prima del voto e hanno messo a ferro e fuoco la capitale ellenica. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il pacchetto in questione è passato con il voto favorevole di 199 deputati contro i 74 contrari.

Per Papademos ultime trattative per evitare il default greco

 Il primo ministro greco Lucas Papademos ha pianificato per la giornata odierna una serie di discussioni con i principali leader politici del paese: l’argomento centrale sarà, e non potrebbe essere diversamente, l’implementazione di nuove misure fiscali per assicurare il secondo salvataggio a livello comunitario. Il default ellenico non è lontano e neanche gli ultimi tagli dell’esecutivo (1,5% del prodotto interno lordo per la precisione) sembrano essere utili per scongiurarlo, visto che la domanda da parte dei creditori è sempre più pressante. La preoccupazione più grande è che Atene abbia ormai superato tutti i limiti relativi all’austerity.