Rendimento bond greco a 1100%

 Segno dell’evidente sfiducia dei mercati finanziari internazionali, il rendimento del bond greco in scadenza il 20 marzo 2012 (codice GR0110021236a, per gli interessati all’investimento speculativo) è schizzato a quota 1.100 punti percentuali. Il debito in scadenza tra meno di due mesi, dal controvalore di 14,4 miliardi di euro, è pertanto pagato con un rendimento mostruoso, che apre interessantissimi scenari di guadagno sul breve termine per gli investitori più accaniti.

È d’altronde ben noto che la Grecia, senza un aiuto internazionale da parte dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, non riuscirà a rimborsare il suo bond, con l’impossibilità di onorare il debito anche parzialmente.

Grecia verso l’accordo banche-governo

 Per la Grecia si aprono le porte della ristrutturazione del debito: le banche creditrici si impegnano con il governo greco in una corsa contro il tempo per evitare il default. Il 20 marzo scadono 14.4 miliardi di Euro di titoli greci e le soluzioni non sono tante: bisogna trovare il denaro per pagare oppure questi bond non saranno rinnovabili, anche perchè i collocamenti mensili di titoli a brevissimo sono l’unica fonte di finanziamento della Grecia. Dopo una sospensione di qualche giorno, la trattativa che prevede la rinuncia da parte delle banche a circa 100 miliardi di crediti è ripresa anche se continuano ad esserci preoccupazioni sul mercato.

Default della Grecia molto probabile secondo Fitch

 Secondo quanto afferma David Riley, capo analisi, e Edward Parker, managing director di Fitch Ratings, la Grecia non riuscirà a pagare le obbligazioni da 14,5 miliardi di euro in scadenza nel mese di marzo. Considerando l’attuale scenario che contraddistingue la scarsa tenuta dei conti pubblici di Atene, il coinvolgimento di alcuni soggetti privati e le tensioni economiche e sociali che l’area ellenica sta attraversando, è pertanto probabile che entro 45 giorni il Paese andrà a dichiarare il proprio default. 

In maniera più esplicita, Parker avrebbe detto che “un coinvolgimento del settore privato, per noi (Fitch, ndR), equivale a un default. Prevediamo che succeda relativamente presto”. Riley, ospite della trasmissione Ballarò, ha invece aggiunto che “la Grecia andrà in default. Non si discute su questo. Ci sarà una ristrutturazione del debito. Si parla di ridurre in modo notevolissimo quanto deve ai suoi creditori privati. L’importante per la Grecia è che il default venga gestito nel mondo giusto e ordinato, nel contesto del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea, al fine di rimettere in piedi il Paese”.

Sospensione trattative debito tra Grecia e IIF

 Non é un periodo roseo per la situazione economico finanziaria greca: l’Institute of international finance (Iif), rappresentante dei creditori privati della Grecia,  ha annunciato in una nota la sospensione delle trattative sulle modalità di ristrutturazione del debito pubblico del paese greco. La nota sottolinea che, nonostante gli sforzi della leadership greca, la riduzione nominale del 50% dei bond sovrani greci non ha prodotto una risposta costruttiva coerente da entrambe le parti, per cui le trattative subiranno una pausa. L’istituto tuttavia, ci tiene a sottolineare la speranza che la Grecia, con il supporto della zona euro, possa in futuro reimpegnarsi costruttivamente con il settore privato.

Secondo pacchetto di aiuti alla Grecia in bilico

 Nuovi avvertimenti arrivano dalla Germania: Angela Merkel ha detto che non sarà possibile pagare la prossima tranche di aiuti alla Grecia se quest’ultima non mostrerà rapidi progressi, soprattutto sul fronte della ristrutturazione volontaria del debito detenuto dai creditori privati. Merkel nel corso di una conferenza stampa ha sottolineato che il punto di vista di Francia e Germania sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia sarà consequenziale alla ristrutturazione, inoltre il cancelliere tedesco ha sottolineato che discuterà presto della questione Grecia con il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde.

Default Grecia a marzo: Papademos chiede aiuti

 Grecia ancora a rischio default: il premier greco Lucas Papademous ha chiesto ai cittadini di accettare ulteriori riduzioni dei salari, unico percorso percorribile per evitare un default nel mese di marzo. Secondo il governatore una riduzione momentanea dei salari é essenziale per la competitivita’ greca e, parlando con i sindacati e gli imprenditori, sarà necessario accettare sacrifici limitati per evitare un esito catastrofico. Opposizioni da parte dei sindacati: da parte loro hanno sottolineato di non essere disponibili ad accettare una riduzione del salario minimo (che ad oggi supera di poco i 750 euro) nonché la  riduzione o abolizione delle tredicesime e quattordicesime. Un processo del genere sarebbe ritenuto un “crimine” come affermato da Dimitris Asimakopoulos, presidente del GSEVEE, uno dei principali sindacati greci.

Per la Grecia altri 2,2 miliardi di dollari dall’Fmi

 Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato proprio ieri una tranche da 2,2 miliardi di dollari del proprio programma di emergenza per la Grecia, una misura che servirà a scongiurare a tutti i costi un default della nazione ellenica: il via libera dell’organismo di Washington permette in questo modo di finanziare sin da subito il paese, fornendo quindi del tempo prezioso all’Unione Europea per prevenire che la situazione peggiori e il contagio si propaghi all’intera eurozona. Secondo quanto si legge dal comunicato del numero uno del Fondo, Christine Lagarde, Atene deve far fronte a obiettivi piuttosto ambiziosi, tra cui non si può non ricordare la riduzione dell’ampio deficit fiscale.

Grecia in crisi: scioperi e scontento generale

 Le misure di austerity prese dal governo greco non convincono i cittadini ellenici: migliaia di manifestanti stanchi delle misure prese dal governo sono scesi in strada ieri in Grecia, al grido di “andatevene, prendete il budget e via da qui”, le strade hanno brulicato di persone di ogni genere ed età, lo scontento in merito alle misure del governo é tanto e il piano di salvataggio non convince. Il primo sciopero generale, di 24 ore, dell’era Papademos ha fermato la Grecia e i due maggiori sindacati nazionali, l’Adedy e il Gsee sono stati i promotori dell’iniziativa.

Grecia: ultima chance per restare nell’area euro

 La Grecia deve evitare l’uscita dalla zona euro e riportare i propri standard di vita a livelli accettabili. Stavolta é la Banca centrale ellenica. La Grecia è arrivata alla sua ultima spiaggia, gli accordi a livello europeo raggiunti nel vertice del mese scorso possono essere l’ultima chance per risanare l’economia del Paese. Ancora pressioni sulla Grecia arrivano dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che ha ricordato ai partiti di centrodestra la necessità di sostenere il governo di Papademos, in caso contrariò sarà negata la nuova tranche di aiuti internazionali. La cancelliera ha inoltre ribadito che gli Eurobond non sono una soluzione alla crisi e che di questo strumento si potrà parlare solo quando la situazione in Europa sarà migliorata.

Grecia: impegno scritto sulle misure di austerità

 Il primo ministro greco Lucas Papademos ha sottolineato che i tre partiti che sostengono il governo di unità nazionale da lui guidato dovranno fornire una garanzia scritta ai creditori internazionali del Paese. La decisione sull’arrivo o meno degli 8 mld di euro che la Troika (composta dalla Bce, Fmi, Ue) deve versare al governo greco, è attesa entro il 29 novembre quando si riuniranno i ministri delle Finanze. Il premier greco ha detto che gli Eurobond potrebbero rappresentare una soluzione ai problemi di debito della Grecia e sarebbero anche una soluzione per la crisi in cui riversa l’intera Europa.

Governo greco ottiene la fiducia

 Al contrario di quanto alcuni pensavano, il governo greco non cadrà: il primo ministro Georges Papandreou ha ottenuto ieri la fiducia del Parlamento, dopo una settimana critica in cui sembrava si dovesse ricorrere presto alle elezioni: il primo ministro, che ha ottenuto 153 voti sui 298 espressi. Papandreou aveva espresso dubbi sul fatto che potesse ottenere la fiducia, dopo la crisi aperta all’interno del suo partito e dopo la sua proposta per un referendum per convalidare il piano europeo di aiuti alla Grecia. Il suo operato è stato giudicato da un Parlamento che apparentemente non aveva più i numeri per sostenerlo, ma che si é rivelato ancora a favore del primo ministro.

Grecia: referendum misure anticrisi cancellato

 La Grecia ha ufficialmente abbandonato il suo progetto di referendum sul piano di salvataggio finanziario del paese concordato con Ue e Fmi. Lo ha annunciato il ministero delle Finanze in una nota, sono stati informati anche il ministro Evangelos Venizelos, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ed infine il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. La situazione politica ad Atene tuttavia, rimane confusa, sembra infatti che a convincere i greci ad annullare il referendum siano state le minacce di Angela Merkel al premier greco George Papandreou:  in caso di referendum sul piano di aiuti europeo la Grecia sarebbe stata cacciata dall’Europa per un periodo non inferiore ai due anni.

Crisi Grecia: Papandreou presenterà le dimissioni?

 Dopo la scelta del governo greco di indire un referendum sulla possibilità di restare o meno in Europa, la situazione ad Atene non é cambiata. Impensabile sino a qualche mese fa, l’uscita della Grecia dalla zona euro è ora una possibile realtà, molto vicina. Ma se Atene abbandona l’euro, non sarà la stessa moneta unica a essere minacciata? Si può chiedere ai cittadini greci se é meglio fare acquisti con un biglietto di banca con scritto euro invece di dracme, soprattutto se la gente è convinta che la situazione era migliore quando si usavano le vecchie monete dracme (un po’ come la pensano moltissimi italiani d’altronde..)? Il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, ha anche criticato il Premier greco, accusandolo di mettere in pericolo l’euro, la stabilità della moneta unica.

Bnp Paribas dismette i bond italiani in portafoglio

 Bnp Paribas, la banca straniera che possiede più titoli italiani, ha tagliato del 40% la quantità di bond italiani in portafoglio, con vendite pari a 8,3 miliardi di euro. Il numero uno di Bnp Paribas, Baudouin Prot, ha spiegato che i titoli sono stati tutti venduti sul mercato e nessuno alla Bce. La banca é é stata esposta anche con la Spagna: in questo caso l’esposizione è stata tagliata dell’81,5%, pari a 2,2 miliardi. E per non farsi mancare nulla la banca detiene anche titoli greci, l’istituto ha infine sottolineato che non ha in portafoglio credit default swap, derivati che assicurano sul rischio fallimento, sui buoni del tesoro ellenici.