Grecia: presto sesta tranche di aiuti

 I ministri finanziari dell’Eurozona si sono incontrati nei giorni scorsi a Bruxelles dove hanno deciso lo sblocco di massima della nuova tranche di aiuti alla nazione che desta più preoccupazioni in questo periodo. È la prima di una serie di riunioni dei responsabili politici europei allo scopo di dare un risvolto positivo alla crisi del debito sovrano, che minacciano non solo la nazione ellenica, ma l’integrità dell’intero Eurogruppo. E’ stata una fase decisiva per l’Europa, che ha dovuto decidere in tempi stretti misure efficaci per cercare di contrastare la crisi, dove Francia e Germania sono state di fatto le protagoniste, da loro é dipesa la scelta delle soluzioni.

Fondo Monetario Internazionale: necessaria altra liquidità

 La crisi che imperversa nell’Unione Europea esige molto più impegno di quanto si immaginasse: sembra sia necessaria un’iniezione di liquidità nel Fondo Monetario Internazionale, per dotarla di più mezzi per aiutare la Grecia,  nello specifico il fondo necessiterebbe di circa  350 miliardi, secondo quanto riferito da una fonte G20 di un’economia emergente. Il vertice  dei ministri delle Finanze dei paesi del G20, partito ieri a Parigi, sembra stia discutendo proprio su questo punto e sul fatto che la zona euro abbia in programma di presentare proprio nel corso di questo mese ulteriori misure per arginare il deterioramento della crisi del debito.

Grecia: dalla Troika il via libera alla sesta tranche di aiuti

 Banca Centrale Europea, Ue e Fondo Monetario Internazionale, il terzetto che ormai siamo abituati a chiamare Troika, sono i “medici” più importanti a cui si può affidare in questo momento la Grecia: la nazione ellenica, la quale versa in uno stato critico di salute, potrà comunque beneficiare di altre settimane di ossigeno, grazie all’approvazione della sesta tranche di aiuti finanziari, in attesa che lo stesso Vecchio Continente il G20 possano evitare il crack della nazione. Questo nuovo sostegno in favore del governo di Atene ammonta a otto miliardi di euro e la sua disponibilità diventerà concreta a partire dalla prima settimana di novembre, proprio quando la Grecia dovrebbe rimanere a corto di denaro cash.

Venizelos assicura: la Grecia manterrà le promesse sul credito

 Il ministro greco delle Finanze Evangelos Venizelos sta cercando in tutti i modi di gettare acqua sul fuoco: a suo parere, infatti, il governo di Atene verrà incontro a tutte le richieste dei creditori internazionali, provvedendo soprattutto a incrementare i tagli salariali e delle pensioni, dato che i leader europei sono ormai pronti a riaprire le trattative per un pacchetto di sostegno alla nazione ellenica e al suo debito. Come ha spiegato lo stesso Venizelos, tutto quello che è necessario fare ha una scadenza ben precisa e non deve andare oltre gli ultimi giorni di questo mese di ottobre.

Ricapitalizzazione banche in corso, operazione UE

 È in corso un’azione per rafforzare il capitale delle banche europee, lo annuncia il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso. Il presidente dell’esecutivo Ue non ha voluto sbilanciarsi sull’importo necessario per rafforzare il capitale delle banche, ma ha sottolineato quanto sia importante perseguire questo obiettivo in modo coordinato. Le borse europee restano fiduciose sulla volontà dei governi, i mercati del Vecchio Continente reagiscono positivamente e a piazza Affari il Ftse Mib sale oltrepassando il 2%, precisamente in queste ore ha toccato il  2,27% a 15.141 punti con lo spread Btp/Bund che scende a 355 punti base contro i 370 della chiusura di due giorni fa. Lo spread tra il decennale spagnolo e tedesco rimane invariato sopra i 300 punti (a 314) e quello dei bond del Belgio sopra i 200 punti (211,4).

Wall Street e i timori sulla Grecia

 I problemi che toccano l’economia greca si ripercuotono sui mercati finanziari. A Wall Street i future dei listini si riducono, gli operatori conoscono perfettamente il rischio che la Grecia non riesca a centrare gli obiettivi sulla riduzione del deficit. Ad alimentare il sentiment negativo sono quindi ancora una volta le cattive notizie sulla Grecia per la quale si teme sempre più un fallimento. I ministri delle finanze riuniti nei giorni scorsi a Lussemburgo, hanno sottolineato che il Paese ellenico potrà aspettare fino a novembre (e non ottobre come si era programmato) per ottenere la seconda tranche di aiuti da 8 miliardi di euro.

L’Europa? Solo un mosaico composto da particelle insignificanti

 Un mosaico composto da piccole particelle che, prese da sole, non significano molto: con questa frase il Wall Street Journal dedica un intero articolo all’Unione Europea e alla sua economia.  Mettendo insieme queste   tessere  si può avere un’opera d’arte, prosegue il giornale. Un quadro dipinto  su una tela larga dove é protagonista il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF), che acquista  le obbligazioni europee per ricapitalizzare le banche e risolvere altri problemi di liquidità. L’Europa deve affrontare contestualmente una crisi di debito sovrano, una crisi bancaria e una crisi dell’euro, l’ipotesi di esclusione della Grecia é ormai allontanata e  forse ci sono altri paesi a rischio dall’area dell’euro.

In Grecia licenziamento per 30 mila statali

 La Finanziaria 2012 é stata presentata nel Parlamento Greco, subito durante il Consiglio dei ministri il quale ha fissato il delicato piano di tagli di 30mila posti di lavoro nel settore pubblico. Misura che secondo il governo si é resa necessaria per superare il periodo di austerità del paese ellenico. Per convincere la troika a continuare a elargire gli aiuti alla Grecia, Atene ha promesso di introdurre nuove tasse, ridurre i salari dei dipendenti pubblici e il numero degli statali di un quinto entro il 2015. Nel progetto di bilancio 2012 il governo prevede che il Pil subisca una contrazione del 2,5 per cento e si tratterebbe del quarto anno consecutivo di contrazione.

Grecia pronta a tutto: ma non é il capro espiatorio

 Il Governo greco é pronto a tutto per superare questo periodo di crisi e ridare lustro all’antico Paese, ma allo stesso modo ci tiene a sottolineare che della questione ellenica non si faccia un “capro espiatorio” dell’Area dell’euro. Atene non è il problema centrale, in quanto detiene solo il 3 per cento del debito pubblico della zona, come ha affermato il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos in un discorso in questi giorni a Washington, smentendo anche la notizia riportata da alcuni quotidiani secondo cui sarebbe stata presa in considerazione un default ordinato con un ‘haircut’ del 50% per i creditori. Il governo quindi si dichiara pronto a prendere le iniziative necessarie, qualsiasi costo politico occorra, ma non vuole che si indichi la Grecia come l’origine di tutti i mali.

BCE, Grecia possibile bancarotta

Il presidente della Banca Centrale olandese, Klaas Knot, ha dichiarato in una recente intervista al quotidiano “Het Financieele Dagblad” che nonostante “Stiamo facendo ogni sforzo per impedire” la bancarotta della Grecia “ma oggi sono meno deciso di qualche mese fa nell’escluderla”. Lo stesso Klaas Knot ammette che “a lungo pensato che la bancarotta (di Atene) non fosse necessaria, ma le notizie che arrivano non sono incoraggianti”.Con toni ancora piu’ duri, Knot si chiede “se i greci abbiano compreso la gravita’ della loro situazione, e che il loro paese non ha ancora mostrato un piano di consolidamento credibile”.

Grecia settore pubblico: un’ondata di scioperi

 La situazione in cui versa la Grecia ha spinto, solo alcuni giorni fa, i governatori a prendere una decisione drastica: per ridurre la spesa pubblica occorre un taglio ai posti di lavoro statali. La risposta non si é fatta attendere: un’ondata di scioperi ha colpito la Grecia, taxisti, insegnanti, dipendenti ministeriali e altre categorie di lavoratori non hanno gradito le iniziative di rigidità che sono state annunciate dal governo di Atene, guidato dal premier socialista Papandreu. Il rischio di default del Paese é sempre in agguato e il premier non ha trovato, almeno per ora, altra via di uscita che non sia quella dei tagli.

Grecia: taglio al settore pubblico entro metà ottobre

 Prima di ottenere il da 8 miliardi di euro entro metà ottobre, la Grecia dovrà attuare il taglio strutturale del 20% dei 750mila dipendenti pubblici o para-pubblici. La scorsa settimana il governo greco aveva già annunciato il licenziamento di migliaia di funzionari ma all’annuncio non era seguito il licenziamento vero e proprio per evitare una acerba protesta dei sindacati. Il premier George Papandreou, avendo ribadito la volontà di Atene  di rimanere nell’euro, dovrà quindi rispettare gli impegni presi con i creditori e questo periodo di austerità potrebbe comportare per il Paese un taglio di 150.000 dipendenti pubblici. I rappresentanti dell’Unione europea (Ue), Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario internazionale (Fmi), prima di dare la sua approvazione alla nuova tranche del pacchetto di aiuti, desidera verificare che la Grecia inizi a porre un taglio alle spese.

Atene sul filo del rasoio: niente 90% di adesioni privati

 L’obiettivo non é stato raggiunto: la Grecia non è riuscita nell’intento di raggiungere un tasso di scambio del 90% dei suoi titoli con scadenza 2020, per un valore totale di 135 miliardi di euro. Alcune indiscrezioni non confermate ufficialmente, parlano di un’adesione che non ha superato neanche il 70%. Si alimentano così nuovi timori per la Grecia, ma secondo il portavoce del governo ellenico Ilias Mosialos, la nazione non corre il rischio di dover uscire dall’euro: la prossima settimana riprenderanno gli incontri tra governo greco, Fmi, Unione Europa e Bce, per discutere i bilanci 2011 e 2012 di Atene e l’esame dei cambiamenti strutturali che la Grecia si è impegnata ad eseguire.

Modifiche al fondo Efsf che rafforza salvataggio Stati UE

 Il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF) potrebbe subire delle modifiche che ne ampliano il ventaglio di possibilità volte ad aiutare gli stati membri. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha esortato ieri il parlamento affinchè siano approvate le modifiche appunto per ampliare i poteri del fondo di salvataggio della zona euro, sottolineando che il cancelliere Angela Merkel ricevera’ il totale appoggio del suo partito nella votazione di questo mese. Il voto è programmato per il 29 settembre. Nei giorni scorsi la Corte costituzionale tedesca ha stabilito a Karlsruhe che il parlamento della Germania dovrà avere più voce nei futuri interventi di aiuto della zona eurolandia.