 Il mese di Maggio è ormai prossimo alla conclusione e gli investitori cercano spunti operativi per Giugno alla luce dell’imminente chiusura. Mentre sul mercato azionario non vi sono particolari novità sui movimenti direzionali (ancora una volta negati dal nervosismo degli investitori e dall’innalzamento della volatilità) sul Forex gli sviluppi sono più chiari e convergono, per il momento, in una previsione negativa.
Il mese di Maggio è ormai prossimo alla conclusione e gli investitori cercano spunti operativi per Giugno alla luce dell’imminente chiusura. Mentre sul mercato azionario non vi sono particolari novità sui movimenti direzionali (ancora una volta negati dal nervosismo degli investitori e dall’innalzamento della volatilità) sul Forex gli sviluppi sono più chiari e convergono, per il momento, in una previsione negativa.
Il mese di Maggio ha visto un crollo verticale dell’Euro/Dollaro in favore della Moneta USA, ancora la più importante e solida del Mondo; dall’apertura di Maggio in prossimità di quota 1,3 il cambio è sceso fino a sfiorare 1.2500 proprio in questi giorni ed un’analisi di lungo termine conferma le aspettative negative previste per Giugno 2012.
Il top relativo di lungo termine del 2011 è ormai distante e difficilmente verrà rivisto entro la fine del 2012; per quanto infatti il quadro tecnico potrà cambiare il top in caso di up-trend è ora posizionato in prossimità di 1,35 che corrisponde alla resistenza di lungo termine da controllare in close mensile.
 
					 
						 Il mondo della finanza si muove sempre secondo equilibri per cui se certi mercati tendono a scendere, altri salgono e viceversa. Questo non da però per scontato che sul lunghissimo periodo non si possano avere trend in contrasto tra breve e lungo termine visto che molto dipende dall’entità dei movimenti stessi che restano spesso sproporzionati tra i vari mercati.
Il mondo della finanza si muove sempre secondo equilibri per cui se certi mercati tendono a scendere, altri salgono e viceversa. Questo non da però per scontato che sul lunghissimo periodo non si possano avere trend in contrasto tra breve e lungo termine visto che molto dipende dall’entità dei movimenti stessi che restano spesso sproporzionati tra i vari mercati. 
						