Piano operativo Parmalat per l’Italia

 Parmalat ha confermato il Piano Operativo 2012 – 2014 per la Penisola. È quanto afferma l’Asca in un suo approfondimento quotidiano, con l’agenzia che riporta le notizie diffuse a margine del tavolo convocato presso il Ministero dello Sviluppo Economico per discutere con i vertici aziendali e le parti sociali del piano che era già stato illustrato nella riunione del 22 giugno 2012, e successivamente oggetto di specifici dettagli durante il Coordinamento Sindacale Nazionale nelle riunioni di inizio e fine luglio.

Stando a quanto informa il gruppo, il piano operativo avrebbe l’obiettivo di accrescere il fatturato nel Paese per il triennio in oggetto, con miglioramento della produttivita’ della business unit Italia di Parmalat, attraverso un percorso di concentrazioni produttive e semplificazioni gestionali, sostenuto da adeguati investimenti, per riguadagnare la necessaria competitivita’.

L’agenzia di stampa sostiene infatti che “per fronteggiare le ricadute occupazionali derivanti dall’attuazione del piano di concentrazioni produttive, che comporta la chiusura di tre piccoli stabilimenti con problemi di saturazione (Genova, Villaguardia in provincia di Como e Cilavegna in provincia di Pavia), Parmalat ha dichiarato la disponibilita’ a mettere in atto, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, un Piano Sociale adeguato”.

Non solo: il piano sociale conterrebbe una serie di iniziative volte a offrire soluzioni per limitare le conseguenze occupazionali con politiche attive del lavoro, come il ricorso alla mobilita’ interna infragruppo e il trasferimento di personale presso operatori logistici terzi, supportati da idonei sostegni, anche formativi, il potenziamento del polo logistico di Villaguardia e ancora il ricorso allo strumento del new placement ad opera di una societa’ specializzata nella ricollocazione del personale.

Parmalat si è infine detta disponibile a favorire forme di utilizzo dell’impianto di Genova che siano differenti da quelle attuali, da parte di imprenditori che possano svolgere attività in grado di ricreare occupazione sul territorio. L’azienda avrebbe in merito rivelato di aver ricevuto già un progetto per la cessione del terreno e dell’immobile, per la realizzazione di attività di natura commerciale.

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