Dal prossimo anno comincerà il graduale aumento dell’età pensionabile delle donne

 Già dal 2010 vi sarà dunque l’innalzamento graduale dell’età a cui le donne potranno andare in pensione, in modo da giungere alla quota dei 65 anni, già preannunciata dal governo nei mesi scorsi, nel 2018. Tale proposta riguarda, in particolare, l’aumento dell’età pensionabile per quelle donne che svolgono un lavoro all’interno della pubblica amministrazione; per entrare nel dettaglio, l’aumento graduale sarà di un anno ogni due anni, così che nel 2018 vi sarà una reale parificazione con l’età pensionabile degli uomini. La proposta è contenuta in un solo articolo di legge che reca il titolo “elevazione dell’età pensionabile per le dipendenti pubbliche” e dovrebbe molto probabilmente essere inserito all’interno del disegno di legge comunitaria che le commissioni stanno vagliando in Senato, attraverso un emendamento.

Renato Brunetta punta alla privatizzazione di enti previdenziali e assicurativi

Il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta designa un nuovo piano industriale e ai sindacati parla chiaro: trasformare in S.p.a. alcuni rami della Pubblica Amministrazione. Entro 3-5 anni potranno essere recuperate risorse per 40 miliardi anche attraverso la dismissione di quote residue di patrimoni immobiliari, di strutture statali e delle attività non-core di fatto costituite in rami d’azienda improduttivi. Saranno trasformate in Spa (controllate però sempre dallo Stato) o in Agenzia degli enti economici, innanzitutto gli organi previdenziali e assicurativi. Questo è, secondo il ministro anche un modo per ovviare all’inefficienza del sistema, perché si sa, anche in passato la privatizzazione ha avuto lo scopo di rendere più organizzati e competitivi alcuni settori.

Ricordiamo ENI, di cui Goldman Sachs acquisì l’intero patrimonio immobiliare; Enel per la cui privatizzazione lo Stato ha incassato 56 miliardi di euro; ancora nel 1993 avvenne la privatizzazione del gruppo Sme, azienda pubblica controllata dall’IRI con una quota del 64%, quell’anno con la prima tranche della privatizzazione, relativa al settore surgelati e a quello dolciario del gruppo Sme, il gruppo svizzero Nestlé acquisì i marchi: Motta, Alemagna, La Cremeria.