Telecom vicina a integrazione con 3Italia e scorporo rete

 Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia, ha sottoposto al consiglio di amministrazione dell’ex monopolista delle tlc i vantaggi offerti dallo spin-off della rete fissa e dall’integrazione di 3Italia con Tim ne lmobile. Telecom Italia avvia separazione della rete effettuando lo scorporo dell’infrastruttura in una società di nuova costituzione (newco), allo scopo di “cogliere le opportunità e i vantaggi offerti dai nuovi scenari regolamentari”. Da questo punto di vista si procederà con un’intesa strategica con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Secondo Bernabè, le risorse finanziarie che sarebbe pronta a mettere in campo Cdp “consentirebbero una significativa accelerazione dei piani di sviluppo delle reti di nuova generazione previsti nel piano industriale di Telecom Italia”. Per quanto riguarda il mobile, l’integrazione con 3Italia, attualmente quarto operatore nazionale e controllato dal colosso anglo-cinese Hutchinson Whampoa, apporterebbe “sinergie industriali in termini di riduzioni di costo sulle strutture commerciali e lo sviluppo delle reti Lte”. Bernabè ha comunque sottolineato che un’eventuale integrazione dovrà rispecchiare i valori rappresentativi dell’apporto delle due società.

TELECOM ITALIA RIDUCE LA PERDITA NEL 2012

Bernabè non si è occupato, però, degli aspetti legati all’assetto di controllo. Tuttavia, lo scenario per il business mobile, ritenuto dal manager di Telecom Italia più a rischio sul fronte della sostenibilità, dovrebbe finire sotto l’egida di Hutchinson Whampoa insieme alle attività internazionali (Brasile e Argentina). La rete fissa domestica tornerebbe sotto il controllo pubblico con l’ingresso di Cdp. Intanto simuove qualcosa anche sul fronte della governance, dopo che è stato conferito il mandato al Comitato per il Controllo e i Rischi di Telecom per valutare la “fattibilità di una modifica statutaria, alla luce delle best practices internazionali”.

Intanto, dietro richiesta della Consob, in assemblea Telecom Italia ha dato maggiori spiegazioni sulle modalità di calcolo dell’impairment test che nel bilancio 2012 ha portato a svalutazioni dell’avviamento sugli asset domestici per 4 miliardi di euro. La metodologia è stata modificata e ciò ha portato a una perdita più bassa rispetto a quanto si sarebbe avuto con il precedente metodo.

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