Mercato India: Hyundai e Panini guardano con ottimismo

Punti di forza per le imprese che intendono iniziare un’attività in India sono il basso costo del lavoro, il forte sviluppo dell’università che assicura la presenza di figure tecniche e manageriali di alto livello, la manodopera specializzata e le abbondanti risorse naturali. A ciò si aggiunge l’utilizzo della lingua inglese negli affari e nelle comunicazioni ufficiali e la posizione geografica che rende il paese una piattaforma ideale per le esportazioni nei mercati asiatici. Al fine di agevolare la messa in opera delle proposte di investimenti esteri, le procedure che regolano la materia sono continuamente aggiornate, riviste e semplificate. Una delle forme più utilizzate dagli investitori stranieri per stabilire la propria presenza nel mercato indiano è quella di creare una società commerciale o di investire in una società indiana già esistente. La tipologia societaria più comune per le pmi è la società privata a responsabilità limitata costituita da un minimo di due a un massimo di 50 soci (esclusi i soci d’opera), soggetta a limitazioni per il trasferimento delle quote e al divieto di emissioni azionarie e obbligazionarie al pubblico.


Potremmo citare una serie di aziende che durante l’anno hanno destinato risorse finanziarie in India: la Hyundai Motors ha lanciato alla fine del 2007 la Hyundai i10 che ha conquistato il titolo di ‘Indian Car of the Year 2008’ (ICOTY o “auto indiana dell’anno 2008”) durante una sfavillante cerimonia svoltasi a Bombay. La Panini, leader con 10 miliardi di figurine l’anno afferma:

Le nostre due scommesse per accrescere ulteriormente il fatturato, arrivato a 542 milioni, si chiamano Est Europa e India. Lì andremo con collezioni importanti.

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