Il tentativo con poche speranze della Francia di Sarkozy di riunire l’Europa ad un piano comune anticrisi

 Oggi I 4 grandi d’Europa, Italia, Francia, Inghilterra e Germania, si riuniscono per cercare di arrivare ad una soluzione comune ed univoca per cercare di uscire da questa difficilissima crisi finanziaria. Dopo la definitva approvazione del piano Paulson alla Camera dei rappresentanti, ora come suggerito da esperti, economisti e politici tocca all’Europa fare qualcosa per mettere al riparo il risparmio di milioni di cittadini. Fino ad ora il vecchio continente si è limitato a sporadici interventi di singoli paesi per salvare i primi istituti bancari cha hanno dovuto alzare bandiera bianca. La Bce d’altro canto con i limitati poteri a sua disposizione non ha potuto fare altro che immettere liquidità nel circuito interbancario, mossa che fino ad ora si è rivelata piuttosto inutile. Ma di un intervento comune deciso e risolutorio non se ne è nemmeno accennato. Alcune indiscrezioni parlano con insistenza di un piano Sarkozy da 300 miliardi per salvare quella decina di grandi istituti bancari a corto di liquidità, ma a quanto sembra la Germania ha subito opposto un fermo rifiuto a questa ipotesi.

Oggi quindi i quattro grandi d’Europa provano in un imporbo tentativo di arrivare ad una difficilissima decisione comune ma le difficoltà sembrano davvero insormontabili. L’Europa come spesso accade in queste occasioni dimostra tutta la sua debolezza e divisione, che spesso determina una mancanza di decisionismo cronica. Mentre infatti la Francia e forse anche l’Italia sarebbero propensi a fare qualcosa di comune, come per esempio ad un tentativo di ricapitalizzare con denaro pubblico le banche a rischio default, Inghilterra e sopratutto Germania sembrano propensi ad operare da soli per salvare i propri istituti. Resta da vedere perciò come si potrà arrivare ad una sorta di compormesso, che inoltre possa esere accettato da chi , come la Spagna si sente ingiustamente escluso dal consesso. La situazione è intricata e rischiosa come non mai e il tempo delle parole è finito da tempo ormai, come dimostra il fatto che anche la rigida Bce sembra orientata ad abbassare a Novembre i tassi di interesse. “Per evitare un effetto domino occorre al più presto  l’intervento di governi e delle banche centrali”ha detto allarmato Frederic Oudea aministratore delegato di Societe Generale.

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