L’occupazione in banca cresce in tutta Italia?

Cresce l’occupazione in banca e si rafforza la qualità del lavoro arrivando a impegnare il 32% di laureati sul totale dei dipendenti bancari (nel 2005 erano il 25%). Si consolida anche il processo di crescita del personale femminile (40% del totale occupati ).

L’ andamento non brillante dell’economia italiana
e le previsioni dell’Unione europea sulla bassa crescita non frenano la capacità del settore bancario di favorire una tenuta dei livelli occupazionali, le banche hanno saputo offrire lavoro ad alta professionalità a un numero crescente di lavoratori anche di fronte a un contesto di continuo cambiamento dovuto a processi di concentrazioni, ristrutturazioni ed esodi anticipati.

Lo ha dichiarato il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, aprendo la due giorni del convegno annuale ‘Hr 2008 – Banche e risorse umane: competenze e merito per crescere nella banca che cambia‘. Nel credito è accentuato, infatti, il fenomeno di ricambio generazionale.

Per il Direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra,

il notevole progresso tecnologico del sistema non ha limitato l’offerta di lavoro grazie soprattutto al significativo sviluppo della domanda di servizi finanziari e bancari.

Una figura che vede una reale crescita è quella del consulente finanziario, o agente o promotore, ormai non si sa più che nome dargli, allo scopo di nascondere quello reale: procacciatore finanziario. Per “procacciatore d’affari” si intende colui che riceve da un’impresa, senza divenirne dipendente né subirne il potere di direzione, l’incarico di promuovere contratti in suo nome.

Dimuinuisce il tasso di disoccupazione in Italia ma non al Sud

Scende al 6,1% il tasso annuo di disoccupazione (dal 6,8% del 2006) ai minimi rispetto al ’93: la riduzione riguarda soprattutto il Mezzogiorno. Cresce tuttavia il numero degli inattivi in età produttiva: +1,1% la media 2007 su base annua. Aumentano però gli inattivi al Centro (+2,5%) e del Sud (+1,8%). Cosa significa essere “inattivi”? Semplicemente questo termine sta ad indicare che costoro non hanno cercato lavoro. Sempre al Sud, il numero delle donne inattive sale a quasi 4 milioni e mezzo di unità (+1,3%). Quali potrebbero essere le cause? E soprattutto, perché si ha un maggior numero di inattivi al Sud? Trovare una lavoro al Sud non è facile, ecco perché molti giovani preferiscono emigrare al Nord o in altre nazioni, andando così ad incrementare quel fenomeno denominato “ fuga dei cervelli”. Quindi sebbene al Nord si sia avuta una riduzione della disoccupazione, del Sud e le isole non si potrebbe dire lo stesso, possiamo prendere un esempio: i dati Istat del quarto trimestre 2007 confermano, secondo la Cisl, la gravità della situazione occupazionale in Sardegna. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,2% rispetto al 10,6% dello stesso trimestre dell’anno precedente e quello di occupazione, sempre per i due trimestri considerati, si porta nel 2007 al 52% rispetto al 52,9% del 2006.