Il gruppo immobiliare Gabetti si dirige a grandi passi verso il proprio aumento di capitale. La società avrebbe infatti ricevuto un’offerta vincolate dal gruppo Marcegaglia e da Acosta (per sostanziale ordine di Giancarlo Giordano), che si concluderà poi con una riorganizzazione societaria e – appunto – con l’aumento di capitale da 32 milioni di euro. A renderlo noto è uno stesso comunicato da parte di Gabetti, secondo cui la transazione prevederà altresì un’intesa con le banche creditrici per poter ricorrere all’art. 182 bis della legge fallimentare e la successiva spaccatura del gruppo in due divisioni di business (una per la vendita e una per i servizi agli operatori).
Prende così il via la proposta da tempo formulata da Marcegaglia & Acosta – già azionisti di maggioranza del gruppo con il 15% e il 20% delle quote), che prevede la “completa separazione tra le società che attualmente svolgono le attività di intermediazione immobiliare ed erogazione di servizi tecnici a supporto degli operatori del settore immobiliare (Business Unit Servizi) e le società che svolgono attività di gestione e vendita del portafoglio immobiliare e di gestione e recupero del portafoglio crediti per mutui (Business Unit Investment).
A prescindere da quale sia il destino del governo Berlusconi, l’Italia deve intraprendere velocemente la strada delle riforme economiche, rispettando gl impegni presi in ambito europeo e internazionale. Poco importa che ci sia Berlusconi o meno, quello che conta é che in Italia si facciano le giuste riforme. È questo in sintesi il pensiero di Emma Marcegaglia, nel giorno in cui la tenuta parlamentare del governo Berlusconi verrà messa alla prova dal voto di fiducia sul rendiconto. La numero uno di Confindustria ribadisce con chiarezza la necessità di ovviare agli attuali spread: nella giornata di ieri il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi con scadenza a 10 anni oscillava tra i 478 e i 493 punti base.
Dal forum italo-tedesco degli industriali a Bolzano parte un messaggio a Governi e Commissione Ue da parte di Confindustria nella persona di Emma Marcegaglia, un messaggio che non rimarrà solo vocale ma che sarà tradotto in un documento comune da inviare ai governatori. La numero uno di Confindustria ha preso seriamente gli avvertimenti di Fitch e