General Motors: conti in rosso e tagli al personale

Perdite maggiori del previsto per General Motors che chiude il 2007 con un nuovo record: 38,7 miliardi di dollari di passivo. Nel settore auto i ricavi sono saliti del 7% nell’ultimo trimestre e del 4% in tutto l’anno, ma a pesare è soprattutto l’eliminazione di crediti di imposta non più utilizzabili.

La casa automobilista, un tempo ai vertici mondiali, nel 2006 aveva registrato un miliardo e mezzo di deficit. Se si escludono dal conto totale le rettifiche dovute ai benifici fiscali di cui GM non ha potuto godere, la perdita si attesta sui 23 milioni contro un utile di 1,2 miliardi.

Nel settore delle vendite auto GM ha registrato un calo in Nord America, ma il passivo peggiore è stato registrato in Europa, dove le tedesche hanno avuto la meglio. Bene invece nei mercati emergenti, in Asia e America Latina con due miliardi di profitti complessivi. Il mercato interno costituisce ormai meno del 40% e i piani di espansione riguardano tutto il settore dei mercati emergenti.

General Motors-Toyota: sfida all’ultima auto

Sfida aperta tra General Motors e la rivale nipponica Toyota. I dati resi pubblici dalla casa automobilistica statunitense, primo produttore al mondo di auto da 76 anni, parlano di 9,369,524 veicoli venduti. Primato perso se paragonato ai 9,37 milioni di auto vendute da Toyota, ma quest’ultima non ha ancora diffuso i dati ufficialmente, nè ha dato una cifra precisa. Subito dopo l’annuncio di GM infatti sembra che Toyota abbia rivisto le proprie vendite a 9,366 milioni. La sfida resterà ancora aperta quindi, almeno fino a lunedì, giorno per cui sono attesi i dati ufficiali dell’azienda nipponica. La GM ha concluso con un incremento del 3% mentre la Toyota ha guadagnato un 6% in più rispetto allo scorso anno.
General Motors resta comunque un’azienda leader, con il secondo anno consecutivo di vendite oltre i nove milioni di veicoli. Ha pagato senza dubbio la crisi economica statunitense, ma ha saputo compensare allargando i propri orizzonti ed imponendosi sui mercati emergenti: in Cina ha venduto oltre un milione di auto, in Brasile record di consegne con mezzo milione di unità ed in Russia; anche nell’est Europa record storico di vendite con la cifra di 258 mila. A trainare le vendite soprattutto il marchio Chevrolet, che ha aumentato le proprie consegne europee del 34%, ed Opel, che complessivamente ha venduto 1,69 milioni di auto. D’altra parte Toyota ha saputo conquistarsi la propria fetta di mercato negli Stati Uniti con un 16,3%, raddoppiando le proprie vendite rispetto al 1990.

Auto cinesi: una minaccia per l’industria europea?

Invasione in Europa delle auto cinesi, di cui alcuni modelli sono giudicati fotocopie di Bmw, Daimler, Volkswagen, Toyota. Bmw e Daimler sono gia’ passati alle azioni legali, la Ceo della Shuanghuan è molto simile alla Bmw X3, lo stesso costruttore cinese produce anche la Noble, vettura quasi identica alla Smart che ha quindi scatenato le proteste di Daimler.
Nonostante le accuse di plagio dei grandi costruttori nazionali, l’importatore tedesco di auto cinesi China Automobile Deutschland (Cda) ha proseguito la sua attività per l’ampliamento della rete di distribuzione in Europa, entro la primavera saranno oltre 200 i partner di China Automobile Deutschland (Cda) che metteranno in vendita nelle principali citta’ europee i modelli delle vetture Ceo e Ufo prodotti da tre anni, rispettivamente, da Shuangahuan e Zhejian Jonway. Entro il 2010 l’industria cinese sfornerà tante automobili da pareggiare il conto con la produzione globale americana e le auto prodotte in Cina costeranno, mediamente, il 30 per cento in meno di quelle che escono dalle fabbriche europee.
Da Isernia giunge la notizia che la cinese Faw (First automobile works, un’azienda statale che produceva macchine da guerra) ha cominciato i test di omologazione di un’auto interamente cinese, la Happy Emissary.

Fiat: nonostante le vendite il titolo cede

Crolla il titolo Fiat a Piazza Affari nonostante i dati positivi sulle immatricolazioni e le vendite. Nella giornata di venerdì la casa automobilistica torinese ha perso il 6,96% a 15,555 euro, seguendo il trend negativo di tutto il settore. Secondo gli esperti il calo deriva dalla crescita galoppante del prezzo della benzina e dalla crisi economica americana, con il relativo crollo delle vendite di auto negli USA annunciato dalle case giapponesi: la Toyota, con un mercato più ampio negli Stati Uniti che in patria, si è preoccupata di rivedere le stime, prevedendo solo un +1-2 %.