L’Antitrust ha lanciato una istruttoria contro Benetton: l’ipotesi è quella di abuso di dipendenza in relazione a due contratti di franchising stipulato con un rivenditore di Treviglio, in provincia di Bergamo, per la vendita dei prodotti del brand.
Benetton
Benetton esclude la distribuzione del dividendo
Più chiaro di così non poteva essere Alessandro Benetton, nuovo presidente dell’omonimo gruppo: l’intenzione dell’azienda è infatti quella di non distribuire alcun tipo di dividendo nel corso di questo 2012, una scelta che potrebbe anche ripetersi per diverso tempo. Come si spiega una convinzione così netta dal punto di vista finanziario? Lo stesso Benetton ha spiegato che si tratta semplicemente di una strategia volta a ottenere obiettivi ben precisi nel medio e nel lungo termine. In effetti, non bisogna dimenticare che l’azienda trevigiana, attiva soprattutto nel campo della moda, ha deciso da tempo di provvedere al delisting da Piazza Affari, quindi non vi sarà più nessuna quotazione azionaria e la distribuzione delle cedole non avrebbe alcun senso.
Adesioni opa su Benetton
Grande successo per l’offerta pubblica di acquisto da 770 milioni di euro sul gruppo Benetton, con adesioni boom nonostante un prezzo pari a 4,6 euro per azione, secondo la gran parte degli analisi fortemente sottostimante rispetto al reale valore della compagnia. In seguito a quanto accaduto intorno al marchio del settore della moda italiana, il titolo tra breve darà l’addio al listino di Piazza Affari dove veniva negoziato da oltre 25 anni.
Tante le potenziali analisi su questo addio: da una parte si può certamente affermare che la presenza di Benetton in Borsa Italiana non sia stata certamente portatrice di fortune indimenticabili (considerato che la capitalizzazione della società è inferiore a quella di altri competitors ben meno importanti sul fronte commerciale); dall’altra parte, tuttavia, è probabile che gli investitori abbiano da lamentarsi, visto e considerato che Benetton era una delle società (non tante, per la verità) che in Piazza Affari non avevano mai chiuso un esercizio in perdita (con la sola eccezione del 2002, quando il risultato negativo era stato legato a motivi straordinari).
Ultimo giorno per aderire all’opa su Benetton
La giornata odierna sarà l’ultima disponibile per poter aderire all’offerta pubblica di acquisto che è stata lanciata da Edizione Srl su Benetton: la chiusura naturale di questa operazione doveva prima o poi arrivare e gli ultimi dati parlano di un titolo fissato a 4,60 euro. Il consiglio di gran parte degli analisti finanziari è quello di provvedere alla consegna delle azioni. Come prevede inoltre il regolamento fissato dalla Consob, nel caso in cui le azioni non vengano consegnate entro oggi, queste ultime andranno sempre a beneficiare del medesimo prezzo per l’esercizio del diritto di acquisto.
United Colors of Benetton presto fuori da Piazza Affari
La Consob rende noto di aver approvato il documento di offerta relativo all’offerta pubblica di acquisto volontaria che la Edizione srl intende lanciare sulla totalità delle azioni ordinarie Benetton Group ancora non detenute sul proprio portafoglio. Una decisione che porterà United Colors of Benetton presto fuori da Piazza Affari, come ampiamente previsto durante una serie di elaborazioni delle scorse settimane.
Edizione srl conferma infatti che con delibera 18135 la Commissione Nazionale ha approvato il Documento di Offerta, avente ad oggetto il 25,15% del capitale sociale sottoscritto e versato di Benetton Group, ancora non in mano della società. Stando ai dettagli dell’OPA, Edizione srl riconoscerà ad ogni aderenti un corrispettivo in contanti pari a 4,60 euro per ogni azione che verrà portata in adesione all’offerta, comprensivo del dividendo eventuale che l’assemblea soci di Benetton Group approverà con il bilancio d’esercizio 2011, nella presumibile prima convocazione del 24 aprile 2012.
Nuovi sviluppi nelle trattative sulla holding dei Ligresti
Il riassetto del debito di Sinergia, una delle principali holding di proprietà della famiglia Ligresti, continua ancora a tenere banco. In particolare, però, è l’intero universo che gravita attorno all’imprenditore siciliano a destare la massima attenzione in ambito finanziario: in effetti, una delle offerte più importanti che sono state ipotizzate e avanzate nel corso della giornata di ieri è stata quella di Marcellino Gavio, impresa intenzionata a rilevare la quota di partecipazione che la stessa famiglia può attualmente vantare in Igli, la società finanziaria che è in grado di controllare quasi un terzo dell’intera Impregilo.
Benetton: primo trimestre 2010 +20 milioni
Nel primo trimestre del 2010 il gruppo Benetton ha fatto registrare un utile netto di 20 milioni di euro, due in più rispetto ai 18 dello
Benetton, Sintonia interessata a GreenPower
Sintonia, la holding della famiglia Benetton è interessata a entrare nel settore dell’energia e pare stia mirando a GreenPower, la società del gruppo Enel. A
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Benetton rimane fuori dal nuovo patto Telco
Il nuovo patto tra i soci di Telco, la finanziaria che controlla il 24,5% di Telecom Italia, sarà valido per altri tre anni e rimarrà
Il rebus Telecom sembra non conoscere soluzione: necessario aumento di capitale?
Dopo aver toccato i minimi da dieci anni, sempre più vicino alla soglia di 1 euro il titolo Telecom Italia stenta a recuperare fiducia negli investitori. E d’altra parte sembra la sempre più intricata questione sul futuro assetto aziendale, dopo le dichiarazioni di uno dei principali soci, Gilberto Benetton, comincia ad assumere quasi i toni della farsa verso chi, in questi anni ha scommesso sull’azienda e fino ad ora è rimasto clamorosamente scottato.
Le affermazioni di Benetton, mercoledi, infatti erano sembrate chiare ed inequivocabili, affermando senza mezzi termini che prima o poi Telecom Italia dovrà fare un aumento di capitale e in quell’occasione la sua famiglia potrebbe decidere di non sottoscrivere, diluendo la propria quota. Le secche smentite subito giunte dai vertici aziendali non hanno assolutamente convinto i mercati, che sembrano ormai voler punire il titolo proprio e soprattutto per la sua mancanza di chiarezza circa il prosieguo del percorso aziendale.