Niente fusione di MPS con Unicredit: è questa la richiesta del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani al governo. Un’operazione di questo genere porterebbe, secondo il governatore, a una forte crisi occupazionale.

Niente fusione di MPS con Unicredit: è questa la richiesta del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani al governo. Un’operazione di questo genere porterebbe, secondo il governatore, a una forte crisi occupazionale.

Un caso Mustier in Unicredit? Si potrebbe dire di si dato che negli ultimi tempi le tensioni all’interno dei vertici si sono inasprite, soprattutto dalla nomina dell’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan alla carica di presidente della banca.

Unicredit avrebbe effettivamente aperto la porta al salvataggio di MPS, almeno stando a ciò che sostiene Milano Finanza, per la quale l’ad Jean Pierre Mustier sembrerebbe intenzionato a trovare una quadra con il ministero dell’Economia sull’operazione.

Possibile una fusione MPS-Unicredit? Nessuno conferma e in tanti smentiscono: quando una voce di questo genere inizia a girare nei palazzi dell’economia, non bisogna dare per scontato che si tratti di indiscrezioni senza senso.

Utile sotto le aspettative per Unicredit: nonostante la vendita di Fineco, il gruppo chiude a 1,85 miliardi rispetto ai 2,1 stimati dagli analisti. E la Borsa di Milano come spesso accade in questi casi non ha perdonato, facendo registrare un calo in apertura nella giornata di ieri del 3,37% ed la scesa sotto i 10 euro del prezzo delle azioni.

Anche Unicredit sarebbe pronta, al pari di ciò fatto da Deutsche Bank, ad eseguire una ristrutturazione importante comprensiva di migliaia di esuberi. A lanciare il sasso nel mondo delle news economiche ci ha pensato Bloomberg, citando delle fonti interne, il quale sottolinea che tra gli obiettivi vi è anche quello della riduzione dei costi operativi.

Lo spread è arrivato a 290 punti base oggi, in netto rialzo rispetto i 280 punti di ieri stimolando la reazione di due delle banche più importanti del paese che sottolineano come la colpa sia da dare al vicepremier nonché ministro dell’Interno Matteo Salvini.

A quanto pare Unicredit sarebbe pronta a separarsi da FinecoBank: la ragione? E’ stata spiegata in una nota congiunta delle due società presentata questa mattina prima dell’apertura in Borsa dove veniva affrontata la questione.

Unicredit rischia di dover pagare una multa salata alla Commissione Europea per via di una presunta violazione della normativa antitrust in relazione a titoli di Stato europei avvenuta tra gli anni 2007 e 2012.

Il Financial Times lancia lo scoop: Unicredit starebbe preparando un’offerta su Commerzbank, la seconda banca tedesca in ordine di grandezza con un attivo di 462 miliardi e 50 mila dipendenti sparsi nelle diverse sedi. Viene spontaneo chiedersi: che fine fa l’ipotetica fusione della stessa con Deutsche Bank?

Unicredit colloca un bond da 3 miliardi senza incontrare problemi. Lo ha reso noto lo stesso istituto, evidenziando come tale azione faccia parte di un preciso progetto, l’US Global Mtn Program (Gmtn) destinato, parole della banca, ad “un primario investitore internazionale“.

Si parla ancora una volta di nozze tra Unicredit e SocGen: almeno questo è quello che si presume dati i movimenti degli analisti che sembra si stiano preparando a valutare in modo completo le due banche in attesa di un’unione della quale si è tanto parlato ma che ancora non sembra essere arrivata in dirittura di arrivo.

UniCredit e SocGen: si valuta nuovamente una fusione? Sembrerebbe proprio di si stando agli ultimi rumors che si sono diffusi nel settore finanziario. Possibile che si siano ripresentate le condizioni ideali per riprovare il matrimonio con la “rivale” francese Société Générale?

Unicredit sotto accusa da parte del fondo Caius Capital: l’esperto in crediti in sofferenza ha infatti sollevato alcune perplessità mettendo in discussione il CET1 della banca. L’istituto non ha fatto attendere risposte in tal senso, sottolineando come tutto sia a posto.
