Alitalia: Spinetta apre ai sindacati, ma non basta. Venerdì una nuova proposta

Si aprono nuovi spiragli nella trattativa Alitalia. Dopo 6 ore di incontro con i sindacati Jean Cyril Spinetta ha promesso per venerdì un nuovo piano ed ha rinunciato all’ultimatum che sarebbe scaduto il 31 marzo. L’ad di Air France ha cercato di rassicurare i piloti garantendo il reintegro di 180 giovani nelle file di Air France (180 sono gli esuberi di piloti dalla derivanti dalla chiusura del cargo).

Le nove sigle sindacali restano in attesa, se è vero che un passo avanti di Spinetta c’è stato rinunciando al “prendere o lasciare” allo stesso tempo però un accordo appare lontano anni luce. L’Anpac, sindacato dei piloti, respinge anche la concessione del reintegro dei 180 giovani piloti e chiede cambiamenti di strategia sul ridimensionamento della flotta e sul trasporto merci.

Nel frattempo Paolo Bonaiuti, portavoce del Cavaliere, ha risposto alle accuse, in realtà generalizzate, del presidente della Consob Lamberto Cardia, il quale aveva criticato chi parlava di una cordata italiana: “parlare di un’operazione non ancora andata in porto implica inevitabili manipolazioni del titolo”. Bonaiuti però ha precisato che si trattava solo di un appello.



adman

Il candidato premier del Pdl è preso di mira anche dal Wall Street Journal il quale, in un articolo dedicato a lui ed all’Alitalia, lo definisce “corporativo” e “contrario al libero mercato”.

Torniamo alla trattativa vera e propria: Spinetta, così come Prato e Padoa Schioppa, improvvisamente sembrano avere tempo, proprio quello che una settimana fa rischiava di lasciare in debito d’ossigeno la compagnia bandiera. Ma qual è la verità sui conti di Alitalia? La Stampa le fa i conti in tasca: nel 2007 Alitalia ha perso 359 miloni di euro. Alla fine del mese di gennaio aveva in cassa 282 milioni di euro.

A questo va aggiunto il caro petrolio, il pagamento degli stipendi, e una cedola da 50 milioni per i “Mengozzi Bond” che Alitalia conferma che sarà regolarmente pagata in data 31 marzo. Un prestito sembra proprio necessario, ma la Commissione Europea ha già detto che lo autorizzerà solo qualora sia un ponte per la privatizzazione e che un’offerta sia già stata accettata. E per ora all’orizzonte di offerte da accettare se ne vede solo una.

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