Quotazione titolo Unicredit 11 luglio 2012

 Stamattina a Piazza Affari il titolo Unicredit è il migliore tra le azioni inserite nell’indice azionario principale della borsa di Milano, ovvero il FTSE MIB. Le azioni della banca di Piazza Cordusio sono in rialzo di oltre il 2,5% e sono attualmente sui massimi di giornata poco sotto il livello di 2,8 euro. Ieri, invece, le azioni Unicredit avevano accusato un leggero calo dello 0,29%. Il titolo sta facendo molto meglio dell’indice di riferimento, che invece è in calo dello 0,1%.

Spread Btp-Bund sopra 300 vanifica spending review

 L’altalena dello spread italiano continua a preoccupare il governo Monti, nonostante in Europa siano stati fatti importanti passi in avanti sullo scudo anti-spread per neutralizzare nuovi pericolosi attacchi degli speculatori sui titoli di stato della periferia europea. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che l’Italia resta molto vulnerabile agli shock esterni, considerando anche l’elevato debito pubblico che resta sopra la soglia del 120% del pil. Due giorni fa lo spread Btp-Bund è salito sopra 480, portando il rendimento del decennale italiano poco sopra il 6%.

Asta Btp 14 agosto 2012 cancellata dal Tesoro

 Ieri il Fmi ha applaudito le riforme varate dal governo Monti. Secondo l’istituto di Washington la riforma del mercato del lavoro e il decreto taglia-spese vanno nella giusta direzione, ma resta la preoccupazione per l’ingombrante debito pubblico e la recessione. Proprio il debito ci costringe a impegnare 80 miliardi di euro ogni anno. Secondo il Fmi l’Italia resta vulnerabile al contagio della crisi della zona euro e a fine anno dovrebbe sperimentare una recessione almeno intorno al 2%, con forti rischi verso il basso.

Speculazione sul titolo FonSai in attesa dell’aumento

 Dopo le batoste registrate venerdì e ieri, il titolo Fondiaria-Sai approfitta del cima di risk on presente questa mattina sui mercati europei per mettere a segno una performance superiore al 14% tornando ampiamente sopra 69 euro. Venerdì il titolo aveva perso piùdel 17%, ma anche ieri le azioni sono crollate perdendo un altro 12,5%. Nel vortice della speculazione sono finite anche Unipol e Premafin. Le società coinvolte nel progetto di integrazione pagano lo scotto di aver fornito i prezzi dei rispettivi aumenti di capitale, prima di avere il via libera dalla Consob per pubblicare i prospetti.

Eni prima italiana nella classifica Fortune Global 500

 Dopo due anni di assenza dalla vetta, il colosso petrolifero olandese Royal Dutch Shell riconquista il primato della classifica mondiale Fortune Global 500. L’americana Wal-Mart perde così il primato tra i più grandi gruppi mondiali per fatturato generato nel 2011, passando in terza posizione. Infatti, sul secondo più alto gradino del podio sale ExxonMobil. Tra le italiane spicca il 17-esimo posto del colosso energetico Eni. Il Cane a Sei Zampe è la prima delle nove società italiane presenti, con un giro d’affari pari a 153,68 miliardi di dollari.

Valentino passerà ai reali del Qatar

 I reali del Qatar continuano a comprare, approfittando della crisi in cui versa il vecchio continente e del bisogno di liquidità fresca per fondi e aziende. La famiglia reale araba sarebbe interessata a rilevare la storica maison del lusso Valentino Fashion Group, che dal 2007 è nelle mani del fondo di private equity paneuropeo Permira. L’investment period sembra ormai concluso, per cui Permira potrà vendere la sua partecipazione dopo aver rilanciato lo storico marchio italiano. Permira aveva ristrutturato il debito e ricapitalizzato la società, poi aveva proceduto alla scissione di Valentino dal marchio tedesco Hugo Boss.

Aeroporti di Roma sotto accusa dal socio di Singapore

 Lim Liang Song, 51 anni, è l’amministratore delegato di Changi Airport International (Cai), società di investimenti dell’aeroporto di Singapore, ritenuto il più bello ed efficiente al mondo. E’ anche il socio orientale dei Benetton e di Mediobanca in Gemina, che controlla Aeroporti di Roma (Adr). A Singapore è noto come “Mister Lim” e ha tanto denaro da investire. Vorrebbe farlo in Adr, ma qualcosa non quadra. Così Lim esce allo scoperto, lancia l’allarme sullo scalo capitolino e invita l’esecutivo Monti a sostenere l’aeroporto.

Come investire sui Btp con i tassi sopra il 6%

 Venerdì è tornata a farsi sentire la pressione sui titoli di stato italiani in un clima di forte avversione per il rischio, che ha mandato ko sia le borse che l’euro. Lo spread Btp-Bund è volato fino a 470 punti base. Ciò vuol dire che il rendimento del decennale italiano è salito nuovamente, seppur di poco, sopra la soglia del 6%. Siamo su livelli critici, che in teoria lo scudo anti-spread dovrebbe arginare attraverso il fondo salva-stati. In particolare, un livello dello spread italiano sopra 500 farebbe scattare più di un semplice campanello d’allarme.

Gli italiani non comprano più auto

 La crisi del settore auto in Italia avrà senza dubbio un forte impatto sulle scelte strategiche del gruppo Fiat. Il piano industriale 2010-2014, chiamato “Fabbrica Italia” e lanciato due anni fa dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, non sta andando nella direzione sperata. Il programma prevedeva l’aumento dei volumi di produzione negli stabilimenti in Italia fino al 2014, portando il numero delle vetture prodotte a 1,4 milioni dalle 650mila del 2009. La realtà è però completamente diversa. Nel 2011 Fiat ha prodotto solo 480mila vetture, quasi 200mila in meno rispetto a due anni prima.

Goldman Sachs sarà citata in giudizio da fondo pensione olandese

 E’ davvero un periodo buio per la finanza mondiale. Il Gotha del credito è sotto accusa per continue manipolazioni del mercato e per scommesse speculative azzardate, in grado di mettere a repentaglio il funzionamento dell’economia reale. Dopo lo scandalo derivati di JP Morgan è stata la volta dell’Ipo Facebook, che ha fatto finire sotto inchiesta numerose banche americane che avrebbero lucrato decine e decine di milioni di dollari manipolando la quotazione del social network nel momento dello sbarco al Nasdaq.

Peugeot non chiederà aiuti statali

 Profonda crisi per la casa automobilistica francese Peugeout, che venerdì ha chiuso la seduta con un calo vicino all’8% alla borsa di Parigi. Le azioni Peugeout valgono ormai un quarto di un anno fa e risentono del pessimo andamento delle vendite. L’amministratore delegato Philippe Varin ha dichiarato che il gruppo non ha chiesto aiuti di stato. Nel frattempo i competitor tedeschi, come Bmw, continuano a mettere a segno un record di vendita dopo l’altro. La situazione è davvero delicata, soprattutto da un punto di vista finanziario.

Non-farm payrolls inferiori alle attese a giugno 2012

 C’era grande attesa per il dato sull’occupazione americana, pubblicato oggi pomeriggio alle ore 14,30. Il report occupazionale negli Stati Uniti ha evidenziato una crescita del numero delle nuove buste paga nel settore non agricolo e un tasso di disoccupazione invariato nel mese di giugno. I non-farm payrolls sono aumentati di 80.000 unità, ma gli analisti finanziari si aspettavano in media un aumento dei posti di lavoro intorno alle 100.000 unità. Il tasso di disoccupazione, invece, non ha mostrato sorprese e si è attestato all’8,2% come il mese precedente.

Finmeccanica attiva in Siria secondo Wikileaks

 Prima che esplodesse la rivolta in Siria nel marzo 2011, il regime di Bashar Assad aveva aggiornato i suoi mezzi elettronici per intercettare le telecomunicazioni. I principali fornitori di Damasco sono da sempre i russi – che sostengono storicamente la dittatura di Assad – e gli iraniani, grandi alleati insieme agli Hezbollah libanesi. Nella lista di fornitori del regime ci sono, però, anche alcuni paesi occidentali come la Germania, la Francia e l’Italia. Wikileaks ha pubblicato sul sito di Assange migliaia di e-mail relative alla Siria.

Volkswagen acquista il 100% di Porsche

 Il gruppo Volkswagen ha annunciato di aver acquistato il 100% del capitale di Porsche, attraverso un esborso pari a 4,46 miliardi di euro. L’operazione sarà completata entro il primo agosto prossimo. Il colosso di Wolfsburg metterà così le mani sull’intero capitale della casa automobilistica di Stocccarda anche da un punto di vista finanziario, dopo averla già integrata in precedenza sotto il profilo industriale. Volkswagen chiude la partita dopo ben 7 anni, ovvero dal primo tentativo di scalata avvenuto appunto nel 2005.