Washington predica cautela e procrastina ulteriormente il rialzo dei tassi di interesse made in Usa. Lo fa per diversi motivi: primo fra tutti, il deludente afflusso dei dati macro riguardanti il mercato del lavoro.

Washington predica cautela e procrastina ulteriormente il rialzo dei tassi di interesse made in Usa. Lo fa per diversi motivi: primo fra tutti, il deludente afflusso dei dati macro riguardanti il mercato del lavoro.

Qualcosa è cambiato nella testa di scommettitori, analisti, semplici osservatori ed economisti europei. La Brexit infatti sembra essere in queste ultime ore un’ipotesi abbastanza concreta. Certo, ci sarà da aspettare fino al 23 giugno ma le quotazioni di un’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sono in netto aumento.

Fare impresa? In Italia è un’impresa. A sottolinearlo è il Censis, che ricorda che il contesto internazionale è oggi favorevole alla ripresa economica, ma la chimica interna del sistema rischia di bloccare la crescita.
Tutto come previsto. La Bce si riunisce a Vienna, per celebrare il duecentesimo anniversario della Banca Nazionale Austriaca, ma non tocca i tassi di interesse. Restando, pertanto, fedele alle indicazioni fornite ai mercati durante il marzo scorso.

Il lieve incremento dei prezzi non porta l’Italia lontana dalla ‘zona rossa’ della deflazione. L’Istat ha comunicato che durante lo scorso mese è stato fatto registrare un incremento dei prezzi pari allo 0,3% in confronto ad aprile.

Con l’Italia in deflazione, e con il commercio e l’industria in calo, l’aumento tendenziale delle retribuzioni contrattuali orarie fatto registrare è il più basso dal 1982, quando sono iniziate le serie storiche rilevate dall’Istat.

Il Parlamento greco, con 153 voti su 300, ha approvato le nuove misure: si parla di aumenti di tasse indirette e di fondo per le privatizzazioni e le norme sui prestiti in sofferenza.

Washington chiama l’Italia alla riscossa. Nuovi e positivi input sulla ripresa della Penisola sono giunti dal Fmi.

Come verificatosi per il complesso della produzione industriale, anche l’export del Made in Italy ha fatto registrare una ripresa, come non succedeva da tre anni, in virtù soprattutto al comparto dell’auto.

L’anno scorso il 24,9% delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo ha vissuto con una disponibilità economica inferiore a 9.455 euro annui, ovvero sotto la soglia di povertà definita dall’Istat.
Differenze che fanno riflettere. Il Pil per abitante nel 2014 risulta pari a 32,5mila euro nel Nord-ovest, a 31,4mila euro nel Nord-est e a 29,4mila euro nel Centro.
In un periodo alquanto difficile per le transazioni oltre confine, l’export italiano tiene botta maggiormente alla crisi contingente se comparato all’import, permettendo di conseguenza alla bilancia commerciale tricolore di migliorare, nell’ultima rilevazione dell’Istat, in confronto a quanto fatto nel 2015.

Siamo dinanzi alla più grossa crescita mai fatta registrare dal nostro Paese, per quanto concerne il Voucher lavoro.

Scongiurato il pericolo-sfiduci, la Francia avrà il suo Jobs Act. In un clima infuocato, solcato dai terribili scontri in piazza, il provvedimento è stato votato a favore solo da 246 aventi diritto contro i 288 voti necessari a far passare il provvedimento.
