Il Beige Book certifica la crescita moderata dell’economia Usa

 La pubblicazione del Beige Book da parte della Federal Reserve è il consueto appuntamento che permette di conoscere nel dettaglio lo stato di salute dell’economia americana: l’ultimo rapporto ha preso in esame queste condizioni fino allo scorso 31 dicembre, mettendo in luce dei segnali piuttosto importanti. Anzitutto, le ultime sei settimane dello scorso anno sono state caratterizzate da una crescita economica, anche se moderata, nelle dodici regioni solitamente prese in considerazione dalla Fed (si tratta delle suddivisioni geografiche della banca centrale statunitense). Le vendite che sono state poste in essere nel periodo natalizio hanno rappresentato senza dubbio un traino importante, ma bisogna anche sottolineare la continua debolezza del real estate a stelle e strisce.

Beige Book: l’economia Usa è in moderata espansione

 Un nuovo Beige Book ha provveduto a dipingere lo stato attuale dell’economia americana: il documento approntato dalla Federal Reserve verrà ufficialmente reso noto nel meeting del prossimo 21 giugno, ma già si è a conoscenza della ripresa economica che si sta verificando. Occorre comunque fare dei distinguo. In effetti, Dallas rappresenta l’unico distretto a mostrare una crescita in accelerazione, mentre New York, Philadelphia, Atlanta e Chicago hanno rallentato la loro espansione; il raffronto deve essere effettuato con l’ultima pubblicazione disponibile, quella dello scorso 13 aprile, ora sono necessarie nuove sfide finanziarie, in primis quella delle vendite relative al comparto automobilistico.

La recessione spaventa i mercati. Una sintesi dei dati provenienti dagli USA

 I mercati tornano a crollare. La scorsa settimana il rischio era di trovarci nel mezzo a una paralisi dei mercati del credito, oggi i dati macroeconomici ci fanno intuire di essere di fronte ad una probabile recessione. I dati sulle vendite al dettaglio, lo stato dell’industria a New York, il beige book della FED sono stati i fattori che hanno portato di nuovo pessimismo mettendo in ombra tra le altre cose i buoni risultati di JPMorgan, Coca Cola e Intel, nonchè l’ulteriore calo dei tassi interbancari; un discorso a parte merita l’inflazione. Sembra ormai troppo tardi per evitare la recessione.