Piano casa: il governo rilancia l’edilizia popolare

È quasi pronto il progetto del governo per rilanciare l’edilizia popolare.

Se ci saranno fasce deboli della popolazione che devono essere aiutate, il governo lo farà. Il premier Silvio Berlusconi annuncia che il piano casa del governo per rilanciare l’edilizia popolare sarà definito entro l’estate.

Il piano? Centomila alloggi da assegnare alle famiglie in difficoltà. Il decreto legge che fissa i criteri-guida è pronto al 90 per cento, mancano soltanto piccoli dettagli, ed entro l’estate potrà essere varato. Gli appartamenti saranno affittati alle fasce più deboli della popolazione ad un canone compreso tra i 250 ed i 350 euro, a seconda della metratura che varierà da 40 a 60 metri quadrati. I primi a poter usufruire dell’offerta saranno i nuclei familiari a basso reddito, le giovani coppie, gli anziani, gli studenti e le famiglie straniere in regola con lavoro e permessi di soggiorno. Il decreto che fissa le linee principali dell’operazione prevede inoltre la costituzione di particolari fondi immobiliari che saranno legati in un sistema integrato fra pubblico e privato, agevolazioni (anche amministrative) in favore di cooperative edilizie ad hoc.

Fuga di cervelli: ISSNAF promuove scambio di conoscenze tra Europa e America

Spesso ne sentiamo parlare, cosa si intende per fuga di cervelli? Essa rappresenta propriamente il fenomeno dell’emigrazione, verso paesi stranieri, di persone ad alta specializzazione professionale, ovvero il cosiddetto capitale umano. Quando ebbe inizio questo fenomeno? La prima stagione fu quella associata alla seconda guerra mondiale, quando a causa delle leggi razziali del 1938 l’Italia perse molti cervelli. I nomi tantissimi, tra i più popolari: Enrico Fermi, Bruno Rossi. Da Torino subito dopo la guerra partirono tre giovani biologi, allievi di Giuseppe Levi, destinati a vincere, negli Usa, altrettanti premi Nobel : Salvatore Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. Dopo la guerra iniziò una breve stagione di rinascita, durante la quale molti scienziati italiani partivano, ma molti scienziati stranieri venivano nel nostro paese: il premio Nobel inglese Boris Chain e lo svizzero Daniel Bovet, che otterrà il Nobel per attività di ricerca svolte in Italia.

Da allora l’Europa è la più grande “fabbrica di cervelli” del mondo. Essa continua oggi a produrre più laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche che gli Stati Uniti e il Giappone. Tuttavia, oggi le migliori eccellenze prendono la via per gli Usa, e quasi mai tornano a casa, preferendo continuare la carriera in America, dove chi ha talento viene davvero premiato. L ‘Università italiana forma giovani aspiranti ricercatori che la stessa Università, gli Enti pubblici di ricerca e, soprattutto, l’industria non riescono ad assorbire. Per questa ragione, i nostri scienziati preferiscono partire all’estero.