No alla recessione, grazie a interventi mirati. È questo il messaggio che si estrapola dalle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco per quel che concerne il suo intervento presso il meeting di Davos.

Recessione, ora è l’Europa a rischiare? Per diverso tempo il pensiero comune è stato quello che sarebbero stati gli Stati Uniti a cadere in questo
L’incubo recessione continua in Germania. Le prospettive economiche per il futuro non sono tra le migliori e, per quanto al momento la situazione sia ancora
E’ recessione in Germania e la colpa è da addurre a diverse problematiche che, unite, hanno portato a una contrazione del PIL. L’andamento industriale ha
L’Europa sta per entrare in recessione? Di certo questa preoccupazione non sembra più essere infondata come qualche mese fa. Soprattutto davanti agli ultimi dati raccolti
Si avvicina nuovamente lo spettro recessione per quel che riguarda l’economia americana. Il PIL è infatti cresciuto solo dell’1,1% nel primo trimestre. Recessione una possibilità
No alla recessione, grazie a interventi mirati. È questo il messaggio che si estrapola dalle parole del ministro dell’Economia Daniele Franco per quel che concerne il suo intervento presso il meeting di Davos.

La recessione potrebbe essere un rischio serio per almeno 5 delle più grandi economie mondiali e secondo gli analisti in questo gruppo ristretto rientrano anche Germania, Gran Bretagna ed Italia.

Malgrado gli sforzi, i buoni propositi, la volontà di attuare misure fondamentali per una rinascita dopo sette anni di ‘buio’, l’Italia rimane in recessione e all’orizzonte vi è soltanto una piccola ripresa. Ma questa ripresa non arriverà entro l’anno.
La crisi economica morde consumi e redditi delle famiglie ma allo stesso tempo soffoca le aziende, che devono fare i conti con una pericolosa stretta del credito in particolare nel settore manifatturiero e della chimica-farmaceutica. Gli ultimi dati forniti da Cerved Group evidenziano che la recessione e il credit crunch stanno facendo inceppare anche i fondamentali meccanismi del sistema dei pagamenti. L’Azienda Italia deve fare i conti con tempi di pagamento che si dilatano sempre di più, imprese ritardatarie via via più numerose e aziende protestate a livelli record.
Venerdì sera l’agenzia di rating Fitch ha deciso di bocciare l’Italia, dopo aver preso atto dell’esito del voto inconcludente alle recenti elezioni politiche del 24 e 25 febbraio e della prolungata recessione economica. Fitch ha tagliato il giudizio sul merito di credito dell’Italia a BBB+ con outlook “negativo”, per cui non viene esclusa la possibilità di un ulteriore downgrade nei prossimi mesi. Il precedente giudizio assegnato da Fitch era A-. Considerando che anche Standard & Poor’s assegna un rating BBB+ e Moody’s un voto pari a Baa2, l’Italia è come se fosse ora un paese di serie B.
La Banca Centrale Europea ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati nell’area euro. Il saggo di riferimento resta così fermo sul minimo storico dello 0,75%, un livello ampiamente in linea con le stime del mercato. Nessuno, infatti, si aspettava una decisione a sorpresa dell’Eurotower sui tassi, nonostante il momento molto negativo per l’economia continentale. Secondo quanto pubblicato dall’Eurostat, infatti, la recessione si è aggravata nell’ultimo trimestre del 2012 e le prospettive non sono certo incoraggianti.
L’area euro potrebbe ben presto arricchirsi con un nuovo paese membro. Il nome non è altisonante, ma fa effetto vedere uno Stato chiedere l’adesione all’unione monetaria più discussa degli ultimi dieci anni e che secondo alcuni analisti finanziari non è ancora completamente al riparo dal rischio di break-up. Ad andare controcorrente è la fiduciosa Lettonia, piccolo Stato europeo che in passato apparteneva all’URSS. Il governo di Riga presenterà martedì prossimo la formale richiesta di adesione all’euro alla Commissione UE e alla Bce.
Dopo una lunga maratona che ha costretto i leader politici americani a negoziare fino alle prime ore del 2013, negli Stati Uniti è stato raggiunto un accordo per evitare il fiscal cliff. Il via libera del Senato USA è arrivato due ore dopo la mezzanotte, per cui oltre la scadenza prevista per trovare un’intesa. Il testo è poi passato alla Camera dei Rappresentanti, dove è stato nuovamente al centro di un acceso dibattito. La Camera ha preso tempo, ma l’accordo è stato praticamente raggiunto. Oggi Obama firmerà l’intesa.
Secondo quanto emerge dal rapporto Scenario Macroeconomico 2013, elaborato dall’ufficio studi di Intesa SanPaolo, l’Italia resterà in recessione anche il prossimo anno e la disoccupazione dovrebbe aumentare ancora. Da un punto di vista macroeconomico sono tante le variabili negative evidenziate dagli economisti del primo gruppo bancario italiano: il pil viene visto in contrazione dell’1%, ma ci ma bisognerà far fronte anche ai rischi legati all’incertezza politica, alla crisi finanziaria e alle politiche fiscali restrittive. In tutto questo, però, c’è una buona notizia: il calo dello spread.