Petrolio: 90 dollari al barile dopo calo nei giorni scorsi

Brusco calo dei prezzi del petrolio innescato dai crescenti timori di recessione negli Stati Uniti e dai forti ribassi delle borse mondiali. Gli investitori stanno tenendo in considerazione le crescenti prospettive di una recessione negli Usa, secondo le affermazioni dell’analista petrolifero Victor Shum della Purvin & Gertz che aggiunge che i piani dell’amministrazione Bush di stimolare l’economia non hanno portato molto ottimismo ai mercati finanziari. Tuttavia pare che il down stia cambiando direzione, anche se i prezzi petroliferi si collocano oramai su di un livello inferiore di 10 dollari rispetto al record di oltre 100 dollari al barile toccato all’inizio dell’anno. Nei giorni scorsi il costo di un barile si aggirava attorno agli 88 dollari, ma comincia a realizzare un aumento.

Wall Street: Apple delude su previsioni

Il taglio dei tassi varato martedì dalla Federal Reserve ha fatto risalire Wall Street dai minimi. Dopo un inizio incerto, la chiusura si è attestata intorno al 2,5%. La volatilita’ e’ diventata un elemento costante sui mercati azionari e lo sara’ finche’ gli investitori non inizieranno ad avere un quadro più chiaro sulla direzione economica. A guidare il recupero sono stati i comparti bancario e immobiliare (REIT compresi), che hanno iniziato a beneficiare della manovra straordinaria di politica monetaria effettuata dalla Fed, relativa alla riduzione del costo del denaro di 75 punti base al 3.5%.
Male ancora i tecnologici con il Nasdaq a -0,3%. Su Wall Street in giornata hanno pesato in parte i conti di Apple, che ha ceduto anche il 18%, mandando in fumo una capitalizzazione di oltre 20 miliardi di dollari, e di Motorola, che ha perso quasi il 20%. Lo S&P 500 ha segnato 2,1%. A pesare quindi sui mercati è stata inizialmente la trimestrale di Motorola (-84% gli utili) e la caduta di Apple, dopo aver previsto un utile del primo trimestre prudente e al di sotto delle attese.

Fed: Ben Bernanke taglia tassi al 3,50%

Ben Bernanke, taglia i tassi di interesse sui Fed Funds di 75 punti base portandoli al 3,50%. Ridotto sempre di 75 punti base anche il tasso di sconto che scende al 4%. I futures su Wall Street sull’indice S&P 500 hanno subito ridotto la perdita a 47,10 punti a 1.278 punti pur rimanendo ampiamente in negativo (-3,5%). È una manovra monetaria effettuata in anticipo, in quanto il taglio tassi doveva essere effettuato in occasione della riunione della prossima settimana al 29-30 gennaio. Un taglio “straordinario” di 75 basis point sulla debolezza dell’outlook economico per il 2008 evidenziano che la Fed avrebbe dunque deciso di offrire un forte aiuto ai mercati nel tentativo di impedire l’entrata dell’economia americana in recessione, confermando così che i sempre maggiori rischi di ingresso in una fase di downgrade sono realmente temuti e addirittura, c’è la possibilità che la Federal Reserve annunci un ulteriore taglio di 50 punti base del costo del denaro al 3% in occasione della riunione della prossima settimana al 29-30 gennaio.

Mercati asiatici e Bank of China: forti perdite per i subprime

La Bank of China, una delle quattro grandi banche pubbliche cinesi, annuncera’ in aprile perdite astronomiche per la crisi dei subprime. Lo scrive il South China Morning Post citando fonti bancarie cinesi. La Bank of China ha annunciato ad agosto di avere investimenti per 9,65 mld di dollari nei mutui subprime, che nei mesi seguenti sono stati tagliati e ridotti a 7,95 mld. La crisi dei mutui subprime non risparmiera’ quindi Bank of China, ma la raggiungera’ in ritardo, cioe’ in aprile. La notizia, per il momento non e’ stata confermata. Sta di fatto che nello scorso mese di agosto, quanto la crisi dei mutui subprime ha cominciato a manifestare la sua pericolosita’, Bank of China ha ammesso di aver investito nei subprime.

L’euro scende rispetto a dollaro e yen. Borsa Orientale in ribasso.

Dopo qualche ora dall’apertura delle contrattazioni nelle piazze finanziarie del Vecchio Continente la moneta unica viene scambiata a 1,4615 rispetto al biglietto verde, in calo sia rispetto alle ultime rilevazioni della Banca Centrale Europea (1,4790) sia rispetto ai valori registrati in tarda serata di ieri a New York (1,4650). Scende la divisa europea rispetto alla moneta giapponese, l’euro vale 156,90 yen dai 157,30 yen delle indicative della BCE delle giornate scorse. Il deprezzamento dell’euro contro il dollaro è legato in prevalenza all’aumento delle attese degli investitori su un rallentamento della crescita dell’economia del Vecchio Continente dopo le dichiarazioni di alcuni membri della BCE rilasciate nella giornata di ieri. Yves Mersch, membro del Consiglio Direttivo dell’istituto di Francoforte, ha affermato che l’espansione economica del Vecchio Continente evidenzierà un forte rallentamento, è possibile quindi che la BCE possa seguire le strategie monetarie espansive della Federal Reserve, ossia che si realizzino tagli sul costo del denaro.

Nuovo crollo per la borsa di Tokyo

Sulla scia di Wall Street anche la borsa di Tokyo accusa un pesante ribasso e chiude in negativo: l’indice Nikkei ha chiuso gli scambi con un -3,35% a 13.504,51 punti mentre il Topix cedeva il 3,5% a 1.302,37. Per la prima volta dal novembre 2005 la borsa di Tokyo è scesa sotto la soglia dei 14.000. In negativo hanno chiuso anche le altre principali borse asiatiche: Honk Kong a -5,36%, Jakarta -5,46% e Shangai a -2,75%.

Merrill Lynch: perdite da 15 mld di dollari

Secondo quanto riportato dal New York Times le perdite di Merril Lynch dovute agli investimenti nei mutui subprime dovrebbero ammontare a 15 miliardi di dollari, ancora di più di quanto previsto dagli analisti di Wall Street e il doppio di quanto inizialmente la banca aveva annunciato. La conseguenza di ciò, sempre secondo il quotidiano statunitense, dovrebbe essere l’entrata di un nuovo investitore nel proprio capitale.

No recessione, solo rallentamento crescita: post-Bernanke

Dopo il calo degli ultimi giorni in seguito alle dichiarazioni di Ben Bernanke, la Federal Reserve di cui Bernanke e’ presidente è pronta ad approvare nuovi tagli dei tassi d’interesse se necessario. Lo ha affermato lo stesso presidente precisando che lo scopo e’ sostenere la crescita e l’economia per evitare che gli Usa entrino in una fase di recessione.

Il settore bancario a Piazza Affari: la paura della recessione americana

Inizio d’anno particolarmente negativo per le borse. Il pericolo della recessione americana spaventa gli investitori. Ma quante reazioni sono dovute all’impatto psicologico e quante ad un reale rischio di recessione? La crisi della banche partita dagli Stati Uniti ha trascinato dietro di sé tutta una serie di settori industriali, come ad esempio quello automobilistico.