Progetto ENI a Marghera: investimenti per le centrali

A pochi giorni dall’aver siglato un memorandum d’intesa con l’Egyptian Natural Gas Holding Company e con l’Egyptian Electricity Holding Compagny , Eni ha presentato ieri a Marghera il progetto ‘Master Plan’ della Raffineria di Venezia, un impegno volto al rilancio dell’area industriale di Porto Marghera. Eni intende rimodulare alcuni impianti che, grazie all’utilizzo di tecnologie più avanzate, modificheranno la produzione degli oli pesanti in prodotti di elevata qualità, ovvero kerosene e gasolio a bassissimo contenuto di zolfo. L’intervento consentira’ anche di rifornire il Triveneto in tempi piu’ rapidi, con maggiore sicurezza e minore impatto ambientale; vi saranno infatti 41 navi in meno all’anno (-19%) che arriveranno nella laguna di Venezia e 3.000 autobotti (-12%) in circolazione sulle strade locali oltre la diminuzione delle emissioni in atmosfera (-23% polveri e -11% di ossido di zolfo).

Eni sigla memorandum d’intesa

Eni ha siglato un memorandum d’intesa con l’Egyptian Natural Gas Holding Company e con l’Egyptian Electricity Holding Compagny per uno studio di fattibilità sull’applicazione di tecnologie di ultima generazione ad alcune centrali elettriche egiziane. La strategia futura di Eni riparte dal Qatar. Il Gruppo ha siglato un accordo con Qatar Petroleum International per l’esplorazione e la produzione di idrocarburi. L’annuncio è stato dato dal numero uno di Eni, Paolo Scaroni, in occasione dell’ International Energy forum . Eni ha abbandonato il Paese nel 2002 ed ora e’ il primo passo per un ritorno nell’area, con l’apertura di un ufficio di rappresentanza. Il Qatar e’ il piu’ grande esportatore di GNL a livello mondiale. Il Paese puo’ tp://inserite qucontare su una capacita’ produttiva di 31 milioni di tonnellate all’anno (14% della produzione mondiale) con l’obiettivo di raggiungere i 39 milioni di tonnellate entro la fine del 2008 e i 77 milioni di tonnellate all’anno entro il 2010. L’incremento di produzione avverra’ grazie a 14 treni di liquefazione.

Continua l’asta per Wimax: dopo Wind ed AirOne anche Fastweb e Mediaset abbandonano la gara

Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni o direttamente sul computer, in ufficio e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl. Germania Francia e Gran Bretagna hanno già concesso le licenze agli operatori. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax».Le licenze WiMax sono all’asta anche in Italia e permetteranno anche da noi l’arrivo di offerte a banda larga. L’asta organizzata dal ministero costituisce la fase finale per l’assegnazione dei diritti d’uso a disposizione dei singoli operatori. Quando anche questa procedura sarà terminata avrà inizio la vera fase operativa per la realizzazione dell’infrastruttura di rete e per la fornitura del servizio; tale fase dovrà comunque sottostare a precise disposizioni relative alle tempistiche con cui il territorio verrà coperto dal segnale.

Wall Street: Apple delude su previsioni

Il taglio dei tassi varato martedì dalla Federal Reserve ha fatto risalire Wall Street dai minimi. Dopo un inizio incerto, la chiusura si è attestata intorno al 2,5%. La volatilita’ e’ diventata un elemento costante sui mercati azionari e lo sara’ finche’ gli investitori non inizieranno ad avere un quadro più chiaro sulla direzione economica. A guidare il recupero sono stati i comparti bancario e immobiliare (REIT compresi), che hanno iniziato a beneficiare della manovra straordinaria di politica monetaria effettuata dalla Fed, relativa alla riduzione del costo del denaro di 75 punti base al 3.5%.
Male ancora i tecnologici con il Nasdaq a -0,3%. Su Wall Street in giornata hanno pesato in parte i conti di Apple, che ha ceduto anche il 18%, mandando in fumo una capitalizzazione di oltre 20 miliardi di dollari, e di Motorola, che ha perso quasi il 20%. Lo S&P 500 ha segnato 2,1%. A pesare quindi sui mercati è stata inizialmente la trimestrale di Motorola (-84% gli utili) e la caduta di Apple, dopo aver previsto un utile del primo trimestre prudente e al di sotto delle attese.