Spread Btp-Bund a 300 punti nonostante incertezza politica

 Le incognite legate alle dimissioni del premier Mario Monti e alle imminenti elezioni politiche non frenano la corsa al ribasso dello spread Btp-Bund, che stamattina è tornato a quotare a 300 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano si porta così intorno al 4,4%. Chi pronosticava nuove tensioni sullo spread dopo l’annuncio schock delle dimissioni di Monti è stato decisamente smentito, visto che negli ultimi dieci giorni il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund tedesco a dieci anni è sceso di oltre 60 punti base dai top di periodo.

Economia italiana in ripresa solo nel 2014 secondo Confindustria

L’economia italiana non riuscirà a riprendersi seguendo le stime del governo, ma solo a partire dal 2014. E’ quanto emerge dall’analisi del Centro studi di Confindustria, che ha rivisto anche le stime sul pil per l’anno in corso e per il 2013. Secondo l’Organizzazione più importante per la tutela degli imprenditori italiani, il 2012 si chiuderà con una recessione meno pesante del previsto: il pil è atteso in calo del 2,1%, meglio di quanto stimato in precedenza (-2,4%). Per il 2013, invece, la stima sul pil è peggiorata.

Previsioni FMI sistema bancario

 Previsioni nere per il sistema bancario europeo da parte del Fondo Monetario Internazionale. Nel suo periodico rapporto, infatti, l’istituzione afferma di rilevare una significativa fuga di capitali dalla periferia dell’Euro, con Italia e Spagna candidate per esser la maglia nera in questa specifica tendenza. I due Paesi mediterranei – afferma infatti l’analisi compiuta dal Fondo – avrebbero registrato una perdita di investitori che nell’ultimo anno (tra il giugno del 2011 e il giugno del 2012) non avrebbe avuto uguali nell’area di riferimento.

Recessione Grecia per il sesto anno consecutivo

 Nuovo record in vista per la Grecia. Peccato solo che si tratti di un traguardo estremamente negativo, visto e considerato che Atene si accinge a vivere, nel 2013, il suo sesto anno consecutivo di recessione economica, con una contrazione del livello di produttività interna lorda che si aggira intorno al 3,8 per cento, e un rapporto deficit / pil al 4,2 per cento. Il debito pubblico dovrebbe invece fermarsi a quota 346,2 miliardi di euro, pari al 179,3 per cento del prodotto interno lordo. Per quanto invece concerne l’avanzo primario, l’attuale manovra finanziaria punta a un traguardo dell’1,1 per cento.

Aspettative positive sul Regno Unito

 Con un po’ di imbarazzo, il Regno Unito è costretto ad ammettere i suoi problemi, portandosi a sorpresa molto vicino alla Spagna e più distante dalla Germania. Cosa accomuna il Paese in recessione con il Regno Unito, forte fin’ora di una moneta solida ed un’economia sana? In entrambe le realtà il PIL è al livello inferiore dal 2008, ma non solo. I prestiti alle imprese da parte delle banche sono scesi al 3% di tasso annuo ed il disavanzo di bilancio è superiore all’8% del PIL del 2011.

Anche se il Paese, visti i numeri, è in crisi tanto quanto la Spagna, le aspettative sono completamente diverse; a fare chiarezza ci pensa Goldman Sachs, che spezza una lancia a favore del Regno Unito sottolineando tre differenze fondamentali; il mercato immobiliare, il mercato del lavoro ed il tasso di cambio. Tre sono quindi i vantaggi che allontanano dalla Spagna il Paese e, sempre secondo gli analisti della banca d’affari, le previsioni del PIL per tutto il 2012 sono tutto sommato positive, proprio alla luce di queste differenze.

Spagna in recessione

 Nessuna sorpresa; la Spagna entra ufficialmente in recessione e finalmente si valutano misure con questo presupposto, ora definitivo. Il primo trimestre del 2012 si archivia come l’ultimo del 2011, ovvero con una contrazione del PIL dello 0,3%, comunque inferiore alle attese (che prevedevano un -0,4%).

Il prodotto interno lordo è sceso dello 0.4% su base annua mentre le previsioni lo davano a -0,5% e così commentano gli analisti di Radobank:

Il Pil della Spagna si è contratto su base trimestrale dello 0,3%, un dato di poco superiore alle attese, che però sancisce l’entrata in recessione dell’economia spagnola

Recessione in Italia, si avvicina crisi difficile

 Arriva il monito del ministro dello Sviluppo economico: “Siamo in un momento molto difficile”. L’affermazione non é certamente una novità in un contesto in cui sono del tutto possibili modifiche ai Trattati Ue, in Parlamento si discute se inserire o meno il pareggio di bilancio nella costituzione, e il nuovo esecutivo pensa alle riforme strutturali per salvare l’Italia dal baratro. Le agenzie di rating iniziano a esprimersi, nel del tutto positivamente, secondo Goldman Sachs l’Italia entrerà in recessione nel 2012, la Bank of England prepara piani di emergenza contro un eventuale default dell’euro e oltreoceano Obama si dice fiducioso sulla risposta dell’Europa.

Ue: in Italia crescita bloccata

 Insieme alla crisi di governo l’Italia dovrà far fronte anche ai problemi economici: nel 2012 si prospetta una crescita quasi azzerata con un incremento del Pil limitato allo 0,1% (rispetto al +1,3% stimato solo la scorsa primavera), che salirà al +0,7% nel 2013. Questa scarsa performance non permetterà di raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio sebbene nel 2012 il deficit pubblico calerà al 2,3% del Pil. Secondo le ultime previsioni economiche d’autunno ci sarà ancora un passivo dello 0,5%. Mentre molti leader europei sembrano essere pessimisti circa la situazione politica e finanziaria dell’Italia, c’è qualcuno che mostra una vena più ottimista: il presidente Barack Obama afferma:

Piazza Affari: disastro in open, Mib cede oltre il 5%

 Gap-down di quasi 400 punti e poi discesa per altri 600; questo è l’inizio di Novembre 2011 a Milano, con il FTSE-Mib che cede oltre il 5% in una giornata estremamente rossa. Anche oggi è facile indovinare chi è la zavorra; il settore bancario cede nel complesso quasi il 10%, come Unicredit singolarmente mentre Intesa sorpassa il 13% di perdita in poche ore. Malissimo anche Fiat che cede il 7.43% seguita a ruota da STM con -6.60% e Eni ed Enel stabili intorno al 4% (e forse proprio queste due sono le uniche che nel pomeriggio potrebbero “sorprendere” tornando vicino alla parità).

OCSE: crescita rallenta, timori recessione

 Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia complessiva dell’area Ocse ha segnato una crescita dello 0,2% a fronte di una ripresa del Pil della zona dello 0,3% nel trimestre precedente. I dati sono stati rilevati e resi noti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Meno rosea la situazione dell’Eurozona dove la crescita si è attestata allo 0,2% a fronte di una ripresa dello 0,8% nel trimestre precedente. Prendendo ad esempio due nazioni: la Germania ha subito un rallentamento della crescita dello 0,1% contro l’1,3% del trimestre precedente e la Francia vede una crescita che è pari allo 0% contro un +0,9% del trimestre precedente. La situazione per la Gran Bretagna invece è di una crescita dello 0,2% contro lo 0,5% del primo quarto del 2011. Il lontano Giappone vede invece una flessione del Pil dello 0,3% contro il -0,9% del primo trimestre.

Bank of America taglia 3500 posti di lavoro

 La turbolenza che sta investendo i mercati miete altre vittime, dopo gli investitori l’ultimo fulmine colpisce gli impiegati della Bank of America. La prima banca americana in termini di asset taglierà 3.500 posti di lavoro entro la fine del prossimo mese. La notizia, citata dal Wall Street Journal, sottolinea che i primi a subire il licenziamento saranno gli addetti ai lavori dell’investment banking e del trading. Alcuni hanno giá ricevuto la notifica del licenziamento e il piano di ristrutturazione proseguirà nei prossimi giorni, comportando altre migliaia di tagli addizionali. Gli azionisti hanno chiesto una drastica riduzione dei costi poichè il rallentamento dell’economia americana ha significato una contrazione dei ricavi.

Mercati: recessione inevitabile in America?

 A turno gli esperti portano avanti il teatrino delle dichiarazioni senza freni e senza riserve. Il momento dopotutto è il migliore per tentare il colpaccio mettendosi in mostra con previsioni di una certezza sconcertante. La recessione sembra adesso inevitabile secondo Roubini, mentre Buffet incita i suoi fan a continuare a comprare per il medio-lungo periodo.

Tagliare le tasse: Corte dei Conti, è impossibile

 La crisi finanziaria ed economica, dalla quale l’Italia a fatica sta uscendo, genererà perdite ingenti che la Corte dei Conti, nel suo Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica, ha valutato in ben 140 miliardi di euro alla fine del 2010; ma il costo della crisi salirà a ben 160 miliardi di euro nel 2013. Di fronte a questo scenario secondo la Corte dei Conti il taglio delle tasse nel nostro Paese è impossibile.