Mercati USA: S&P-500 ripropone lo stesso pattern di 4 anni fa’

 Torna l’ombra della recessione sui mercati mondiali anche se questa volta la crisi è strutturale e diffusa sia nel Vecchio che nel Nuovo continente; la debolezza delle valute e i problemi del sistema bancario su cui si regge l’economia e la finanza trascinano in basso i listini, tanto in Europa quanto in America. Proprio negli USA, il Dow Jones sembra l’indice che tiene meglio la caduta, mentre l’S&P-500 ci riporta indietro di 4 anni.

Wall Street: occupazione con campeggio per il 17 Settembre 2011

 Nel 2000 e più precisamente il 26 Gennaio davanti a Wall Street i Rage Against The Machine, storico gruppo di fama mondiale, si esibivano davanti alla Borsa Valori più importante del mondo. L’obiettivo era chiaro e andò a buon fine; furono chiusi i battenti a causa della folla accorsa ad ascoltarli ed il loro video-clip montato da Michael Moore mostra chiaramente operatori di borsa che saltavano a ritmo sulle note di Sleep Now In The Fire.

Borsa di Tokyo: i consumi americani fanno crollare il Nikkei

 Il Tokyo Stock Exchange, la borsa valori giapponese, ha vissuto un mercoledì che può essere ragionevolmente considerato come “nero”: in particolare, occorre rimarcare il calo medio delle azioni che fanno parte dell’indice Nikkei, a causa del clima di scarsa fiducia che viene nutrito dai consumatori americani. In effetti, quest’ultimo dato è sceso al suo livello più basso da oltre due anni nel corso del mese di agosto, un evento che ha influenzato anche le piazze finanziarie estere. Nel dettaglio, il Nikkei ha ceduto 0,4 punti percentuali nel corso delle sue ultime contrattazioni, mentre l’indice Topix è rimasto sostanzialmente invariato (è stato comunque perso lo 0,1%). Molti analisti, tra l’altro, hanno notato che le azioni di Tokyo non sono state vendute oltre il limite.

Euro/Dollaro sulle montagne russe: -100 e + 100 in 2 ore

 Sembra fuori controllo il cambio Euro/Dollaro e se c’è una definizione di speculazione allora la troviamo sul grafico orario del cambio di oggi; perdere 100 pips e riguadagnarli con gli interessi l’ora successiva, dopo che nelle 24 ore precedenti si sono rivisti i top e bottom relativi senza trovare soluzione per la tendenza di breve, costringe a pensare che le forze in gioco si stanno ancora scontrando ed i volumi crescenti sui livelli chiave confermano le due view opposte che si contendono il futuro del cambio.

Deutsche Börse e Nyse Euronext, la fusione è vicina

 Deutsche Boerse e New York Stock Exchange-Euronext, la fusione tra le due piazza finanziarie è possibile e potrebbe diventare una realtà concreta a breve: a dire il vero, l’operazione è ancora una semplice proposta, ma i listini coinvolti hanno dato il loro beneplacito in tal senso. Inoltre, elemento sicuramente determinante, un primo via libera è stato fornito dal Cfius, acronimo che sta a identificare il Comitato sull’Investimento Estero negli Stati Uniti, un ente che ha un potere importante per quel che concerne decisioni di questo tipo e che per il momento non ha espresso alcun tipo di obiezione. L’assenso più importante, comunque, sarà quello che dovrà fornire l’Antitrust del Vecchio Continente, la cui pronuncia è prevista entro e non oltre il prossimo mese di dicembre. Per ora, però, ci sono i rilievi dello stesso comitato americano.

Asia: le principali borse aprono tutte in calo

 Le vicende americane sono pronte a sconvolgere le contrattazioni finanziarie di mezzo mondo: l’inizio di questa settimana non è affatto promettente, tanto che le principali borse asiatiche hanno cominciato le loro sedute in netta flessione. Le perdite in questione hanno riguardato gran parte delle piazze continentali, a causa del sempre più diffuso timore che il declassamento del rating americano possa rendere meno stabili i mercati globali. Per la precisione, nessuno dei più importanti listini si è salvato, partendo da Tokyo e passando per Singapore, Taiwan, Hong Kong, Mumbai, Shanghai e anche Seul; i cali sono stati piuttosto consistenti, con uno o anche due punti percentuali relativi ai segni meno, senza dimenticare quei casi eclatanti che hanno fatto registrare persino un -3%.

Borsa di Tokyo, rialzo finale grazie all’indice Nikkei

 Il Tokyo Stock Exchange, la borsa valori del Giappone, è riuscita a chiudere la sua ultima sessione con un importante rialzo. Nel complesso, però, la piazza nipponica si è comportata in maniera piuttosto altalenante, visto che ha pesato enormemente l’influenza dell’incertezza proveniente dagli Stati Uniti; inoltre, l’area dell’euro rappresenta un’altra zona che non vive uno dei suoi momenti economici più brillanti, dunque questi problemi vengono a riflettersi proprio sui titoli asiatici. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre sottolineare che l’indice Nikkei è stato il protagonista assoluto di queste contrattazioni, grazie agli 0,20 punti percentuali che sono stati guadagnati (la quota attuale è molto vicina ai diecimila punti, per la precisione 9.955), mentre il Topix è stato capace di ricavare lo 0,28%.

Borsa di Tokyo: quarto giorno consecutivo di rialzi azionari

 Il Tokyo Stock Exchange aveva proprio bisogno di questa fondamentale boccata di ossigeno: i principali titoli asiatici quotati presso la borsa giapponese sono infatti cresciuti nuovamente, si tratta addirittura del quarto giorno consecutivo di rialzi. Il benchmark regionale ha raggiunto i propri livelli massimi di febbraio, un ottimismo dovuto in larga misura al fatto che la Grecia potrebbe evitare il proprio default. Uno degli aumenti più interessanti è stato senza dubbio quello di Mitsubishi Ufj, la più grande banca pubblica nipponica.

Borsa di Tokyo: quotazioni influenzate dai tecnologici

 L’emblema delle ultime contrattazioni presso il Tokyo Stock Exchange, la borsa giapponese, è stato sicuramente l’indice Nikkei: quest’ultimo, infatti, ha ceduto oltre 34 punti, attestandosi a quota 9.443,04, ma neanche il Topix è stato da meno, anche se è comunque riuscito a limitare le proprie perdite. La brusca frenata in questione è stata provocata soprattutto dalla debolezza dei titoli tecnologici, influenzati a loro volta dalle quotazioni americane.