Aumento capitale Fonsai 2012

 Era difficile pensare che la vicenda Fonsai potesse complicarsi oltre quanto già avvenuto nelle scorse settimane eppure, stando almeno a quanto sta accadendo nelle ultime ore, anche l’incredibile si sta concretizzando. Considerato che la rivalutazione dei titoli di Stato in portafoglio avrebbe fatto incrementare il margine di solvibilità della compagnia assicurativa dal 75% al 90%, i Ligresti e la Premafin, holding di riferimento di Fonsai (detenendo oltre il 35% del suo capitale) hanno chiesto una riduzione del previsto aumento di capitale (ex 1,1 miliardi di euro).

Le conseguenze di quanto sopra sarebbero facilmente intuibile: la famiglia Ligresti subirebbe una minore diluizione della quota in loro possesso. Tuttavia, la scelta avrebbe un chiaro oppositore in Mediobanca, che non ci sta a una simile evoluzione di una vicenda che sembrava portarsi a compimento in maniera più celere. Particolari incertezze vigono anche in merito al comportamento dell’Isvap, che potrebbe non gradire tale sviluppo, rifiutandosi di fornire l’opportuno via libera.

Aumento di capitale per salvare galassia Ligresti

 Inizia finalmente a prendere forma l’ingresso di Unipol nell’azionariato di Premafin, che detiene il controllo di Fondiaria Sai. Con l’approvazione dell’aumento di capitale riservato alla società bolognese, le cooperative emiliane hanno di fatto fornito il via libera per una operazione che dovrebbe avere un controvalore di quasi 1,5 miliardi di euro, e che dovrebbe costituire passo necessario per poter realizzare l’attesa elaborazione del nuovo polo assicurativo.

Come si evince da una nota Unipol, l’accordo prevede che Premafin deliberi un aumento di capitale riservato a Unipol Gruppo Finanziario per un massimo di 400 milioni di euro. A sua volta Unipol procederà a domandare ai suoi una delega per il consiglio di amministrazione per un aumento di capitale fino a un importo massimo di 1,1 miliardi di euro. Un aumento riservato che dovrebbe permettere a Premafin di recuperare le risorse utili per poter partecipare per le quote di pertinenza all’aumento di capitale di Fonsai.

Sator e Palladio all’attacco di Fonsai

 I fondi Sator e Palladio, rispettivamente riconducibili alle amministrazioni di Arpe e Meneguzzo, hanno investito pesantemente sul capitale di Fonsai arrivando a detenere una partecipazione pari all’8%, e blindando i propri orientamenti attraverso la sottoscrizione di un patto di consultazione non finalizzato a indurre obblighi di voto tra i partecipanti, ma solamente in ottica di predisposizione in vista della prossima fusione del polo assicurativo. 

La vicenda del riassetto della compagine sembra pertanto tutt’altro che lineare. Nella giornata di ieri – l’ennesima molto movimentata per la compagnia assicurativa – il mercato finanziario ha scambiato di mano il 7% del capitale, con una quota rastrellata da Palladio (che ha comunicato di aver superato la soglia del 5%) e di Sator (che invece ha precisato di aver scollinato la soglia dei 2 punti percentuali, raggiungendo poi il 3,011%).

Fonsai in Borsa realizza +10%

 Giornata molto positiva per Fondiaria Sai durante le negoziazioni in Piazza Affari. Forte del grande interesse intorno alla sua riorganizzazione, e complice l’intervento indiscreto di alcuni nuovi operatori che stanno cercando di inserirsi all’interno della vicenda societaria (peraltro, già ben lungi dall’essere lineare e priva di complicazioni), i titoli della compagnia assicurativa crescono in doppia cifra, con una quotazione in continuo incremento. 

Di contro, a subire gli effetti di questi nuovi interventi è certamente Unipol. La società, che progettava il matrimonio con Fondiaria Sai al fine di dar vita, finalmente, alla riorganizzazione del polo assicurativo, rischia di veder scombinati i propri progetti dall’ingresso di alcuni outsider tutt’altro che rinunciatari, i quali potrebbero rivoluzionare gli assetti societaria di Fonsai, rendendo complicata – o irragiungibile – la riorganizzazione inizialmente progettata.

Ancora nessun accordo sulla fusione tra Fonsai e Unipol

 Fondiaria Sai continua ad attirare su di sé un numero incredibile di attenzioni: il riassetto e la riorganizzazione del gruppo assicurativo di proprietà della famiglia Ligresti tiene decisamente banco, le indiscrezioni sono molte, così come anche le pronte smentite. Almeno una certezza c’è però, vale a dire la conclusione dell’ultima giornata di contrattazioni, con un rialzo importante del titolo (7,76 punti percentuali), praticamente nulla in confronto all’aumento incredibile fatto registrare dalla controllante Premafin (+28%). Che cosa accadrà di preciso, tenuto conto che i tempi per agire non sono poi così lunghi? Come è stato prontamente intuito, l’obiettivo principale che deve essere conseguito è quello di una soluzione che sia il più completa possibile per quel che concerne l’intero gruppo.

Come salvare Fonsai attraverso i fondi

 L’annuncio della ricapitalizzazione da parte di Fondiaria Sai non ha avuto effetti positivi in Borsa, almeno per il momento: a Piazza Affari sta cedendo quasi 5 punti e secondo gli analisti l’ammontare della ricapitalizzazione potrebbe comunque essere inferiore ai 750 mln di euro (non supererà i 600 mln di euro, sempre che l’azienda riesca a mettere in atto altre operazioni volte a rafforzare il margine di solvibilità). I titoli della galassia Ligresti soffrono nei mercati finanziari a causa delle ultime news di venerdi relative al nuovo aumento di capitale, ma anche per l’annuncio della  pesante perdita registrata dalla compagnia nel 2011.  Subito dopo la decisione dell’aumento di capitale si pensa quindi a costruire una rete di protezione attorno alla società.

Per Fonsai aumento di capitale fino a 750 mln

 Il consiglio di amministrazione della società Fondiaria-Sai ha deciso, come si era ipotizzato, un aumento di capitale fino a 750 milioni di euro, da eseguire entro il 30 giugno 2012. La ricapitalizzazione era un ipotesi sollecitata dall’Isvap, da Mediobanca e Unicredit, alla luce dell’andamento degli ultimi mesi della compagnia Ligresti, la cui situzione economico finanziaria non ha potuto sottrarsi dagli effetti della crisi finanziaria interna ed europea. L’aumento di capitale sarà organizzato dalla stessa Mediobanca, la quale porterà il margine di solvibilità dell’azienda sopra la soglia del 120%.

Per Fonsai probabile aumento di capitale

 Diviene sempre più probabile l’ipotesi di un aumento di capitale per Fondiaria-Sai. Secondo quanto emerso dall’incontro tenutosi tra l’advisor finanziario Goldman Sachs, l’advisor legale Carbonetti, il direttore generale Piergiorgio Peluso e alla presenza dei cinque consiglieri indipendenti dell’azienda, l’ipotesi di un aumento di capitale é da prendere in seria considerazione. Il gruppo assicurativo italiano con sede a Torino potrebbe finire per non essere più controllato dalla famiglia Ligresti? E’ alquanto improbabile, in quanto la famiglia ne detiene una percentuale pari a circa il 47%. la quota di partecipazione però potrebbe subìre una “diluizione” con l’ingresso di nuovi soci, anche se non mancheranno i diritti di opzione spettanti ai Ligresti.

Fine dell’idillio tra Mediobanca e la famiglia Ligresti

 Le decisioni del consiglio di amministrazione di Fondiaria Sai continuano ancora a tenere banco: l’obiettivo che dovrà perseguire la compagnia assicurativa torinese sarà quello di approfondire nel dettaglio quali sono le proposte relative alla possibile patrimonializzazione, le quali dovranno diventare realtà concreta nel breve periodo e potranno anche essere di tipo strutturale. Tale incarico, comunque, spetterà in prima battuta all’amministratore delegato e alla direzione generale del gruppo in questione. Ecco perché si è anche scelto di sfruttare l’operato di un advisor finanziario totalmente indipendente in tal senso, una figura che Fonsai ha individuato nella banca americana Goldman Sachs.

Fonsai e margine di solvibilità da rafforzare

 Fondiaria Sai S.p.A. ha confermato di essere allo studio su possibili operazioni finalizzate a sostenere e rafforzare il margine di solvibilità consolidato del gruppo. La società deve agire in seguito a una richiesta della Consob, che ha rilevato la necessità di aumentare la riserva finanziaria supplementare alle riserve tecniche, per garantire più adeguati mezzi finanziari proporzionati all’attività svolta. E’ necessaria, secondo la commissione nazionale per la società e la Borsa, una somma eccedente rispetto ai mezzi necessari ad onorare i “normali” impegni già assunti.