Fuga di cervelli: ISSNAF promuove scambio di conoscenze tra Europa e America

Spesso ne sentiamo parlare, cosa si intende per fuga di cervelli? Essa rappresenta propriamente il fenomeno dell’emigrazione, verso paesi stranieri, di persone ad alta specializzazione professionale, ovvero il cosiddetto capitale umano. Quando ebbe inizio questo fenomeno? La prima stagione fu quella associata alla seconda guerra mondiale, quando a causa delle leggi razziali del 1938 l’Italia perse molti cervelli. I nomi tantissimi, tra i più popolari: Enrico Fermi, Bruno Rossi. Da Torino subito dopo la guerra partirono tre giovani biologi, allievi di Giuseppe Levi, destinati a vincere, negli Usa, altrettanti premi Nobel : Salvatore Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. Dopo la guerra iniziò una breve stagione di rinascita, durante la quale molti scienziati italiani partivano, ma molti scienziati stranieri venivano nel nostro paese: il premio Nobel inglese Boris Chain e lo svizzero Daniel Bovet, che otterrà il Nobel per attività di ricerca svolte in Italia.

Da allora l’Europa è la più grande “fabbrica di cervelli” del mondo. Essa continua oggi a produrre più laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche che gli Stati Uniti e il Giappone. Tuttavia, oggi le migliori eccellenze prendono la via per gli Usa, e quasi mai tornano a casa, preferendo continuare la carriera in America, dove chi ha talento viene davvero premiato. L ‘Università italiana forma giovani aspiranti ricercatori che la stessa Università, gli Enti pubblici di ricerca e, soprattutto, l’industria non riescono ad assorbire. Per questa ragione, i nostri scienziati preferiscono partire all’estero.

Calo produzione industriale a fine 2007, Isae stima un rialzo nel 2008

Il calo a sorpresa della produzione industriale a dicembre, rappresenta un cattivo segnale per l’inizio del 2008. Per gli analisti le prospettive non sono delle migliori perché sarà necessaria una forte crescita della produzione industriale nei prossimi mesi per confermare le stime sul Pil a fine anno. E questa eventualità sembra essere sempre meno probabile. Infatti sia Confindustria che la Cgil lanciano l’allarme sostenendo che rallenterà la crescita del Pil. Il centro studi di Confindustria sostiene che il Pil scenderà dello 0,2 per cento e prevede quindi, per il 2008, un prodotto interno lordo dello 0,7% contro lo 0,9% stimato in precedenza. La produzione industriale e’ scesa, a dicembre, del 6,5% tendenziale, secondo i dati corretti per i giorni lavorativi, che sono stati 19 contro 18 del 2006 (indice a 92,8). Nel quarto trimestre, l’output e’ sceso del 2,2% congiunturale. Dicembre ha visto il quarto calo congiunturale consecutivo. Nella media 2006, la produzione era cresciuta del 2,2%. L’ Isae stima un rialzo della produzione industriale a gennaio 2008 (+0,6%), una riduzione a febbraio (-0,7%) e un nuovo incremento a marzo (+0,6%). Nel primo trimestre, l’output si ridurrebbe dello 0,1% rispetto al quarto trimestre del 2007.