Unioncamere presenta l’identikit dell’imprenditore

 Il 52% di chi fa impresa è stato motivato dalla fiducia in se stesso e dal desiderio di affermarsi. Insomma, una vera e propria scelta di vita. Lo afferma Unioncamere che, in una recente ricerca del proprio Centro Studi, presenta l’identikit dell’imprenditore. Non è, però, un quadro tutto a tinte rosa, quello che emerge dallo studio dell’organismo camerale. Infatti, in oltre il 34% dei casi più che da una scelta, la decisione di mettersi in proprio è stata ispirata da pura necessità, dopo aver perso un lavoro dipendente.

Il titolo di studio dell’imprenditore medio, in base alla stessa ricerca, è il diploma; la sua età oscilla tra i 30 e i 40 anni; il suo sesso è maschile.

Commercio, imprese pessimiste sulla ripresa

 Non sono ottimiste le piccole imprese che operano nel commercio. Il dato è contenuto nell’indagine congiunturale su commercio e servizi a cura di Unioncamere relativa al IV trimestre del 2010 ma che butta uno sguardo sulle attese per il 2011.

Così, se le aziende con oltre venti dipendenti hanno una visione del futuro a tinte decisamente rosa e fanno registrare un + 22% nel saldo tra coloro che si aspettano un aumento delle vendite e quanti, invece, temono una diminuzione, ben diversa è la situazione nelle imprese di dimensioni inferiori. I piccoli esercenti, infatti, segnano un – 19% nel saldo tra ottimisti e pessimisti sul futuro del settore. E se, poi, si scorpora  lo stesso dato della grande distribuzione su base territoriale, si noterà che un atteggiamento più positivo (+ 10) è riscontrabile nelle regioni del Nord Italia mentre nelle altre parti del Paese si respira un’atmosfera più preoccupata.

Extracomunitari trainano le nascite di nuove micro-imprese in Italia

Ho notato un notizia, passata un po’ in secondo piano, che secondo me merita maggiore attenzione. Le notizie che riguardano extra-comunitari od immigrati che commettono reati o che sono sospettati di averlo fatto ricoprono generalmente le prime pagine dei giornali, così come le notizie che riguardano le loro “baraccopoli” o il lavoro di lavavetri. Altrettanta importanza se non di più andava quindi secondo me data all’indagine fatta da UnionCamere sulle imprese create da extra-comunitari.

Secondo quanto rivelato dall’associazione delle Camere di Commercio italiane, nel 2007 tali imprese sono infatti cresciute dell’8%. In totale sono quindi adesso 225.408, a fronte di una riduzione della nascita di imprese create da italiani. La bilancia resta infatti negativa, con il -0,9% di micro imprese aperte nel nostro paese.

Tra i paesi di origini dei “nuovi imprenditori” il podio va, come era immaginabile, alla Cina, ma anche Marocco ed Albania hanno un buon numero di rappresentanti.