Banco Popolare sospeso per eccesso di rialzo

 Dopo il crollo verticale della giornata di ieri, lo stesso settore bancario rilancia il FTSE-Mib con un recupero totale del 2.44% che porta l’indice di riferimento in prossimità di quota 16400. A guidare il rialzo abbiamo Banco Popolare che con un guadagno del 6% a metà seduta torna a quota 1.5910 diffondendo l’ottimismo nel settore; la sospensione del titolo per eccesso di rialzo è dovuta anche ad Equita Sim che ha aggiornato le sue stime in positivo indicando un target price di 2.2 euro. Pur non condividendo un target così alto, i traders rispondono positivamente e fanno scattare gli acquisti non solo su Banco Popolare ma su tutto il settore che attualmente sostiene da solo l’intero listino.

Per Unipol raccolta premi e settore bancario in crescita

 Il gruppo Unipol non smette di far parlare di sé: le vicende relative alla fusione con Fondiaria Sai e tutti i risvolti e le conseguenze economiche che ne potrebbero derivare sono ormai note da diverso tempo, ora è giunto il momento di conoscere quali sono state le performance finanziarie della compagnia nel corso del 2011. Le indicazioni più importanti sono quelle che sono state predisposte dallo stesso consiglio di amministrazione, indicazioni senza’altro utili per tutti gli azionisti. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la raccolta relativa ai premi è andata ben oltre i 6,5 miliardi di euro dell’esercizio precedente, mentre il volume di affari complessivo per quel che concerne il ramo vita, uno dei più importanti per Unipol, è stato ancora una volta superiore rispetto ai 229 milioni di euro che si riferiscono al 2010.

FTSE-Mib negativo, spread in leggero aumento

 Brutta giornata a Piazza Affari; dopo due giorni di incertezza l’indice sembra cedere terreno e la divergenza con il Dow Jones pesa sull’Europa a metà ottava. L’andamento positivo e lineare  dell’indice USA contrasta il sentiment di incertezza che domina l’Eurozona e crea una nuova fase divergente che allontana le due valute generando una sorta di “turbolenza” sui book del Forex.

A complicare la situazione Italiana c’è la questione sul settore bancario e quella sul settore assicurativo; i due trascinano gli indici italiani mantenendo una sorta di equilibrio prossimo alla parità ma in procinto di sbilanciarsi da un lato. Secondo i conteggi ciclici potrebbe esserci un close settimanale al ribasso in vista del close del primo ciclo settimanale che si prevede possa scendere sotto a 16500 temporaneamente per chiudere il gap lasciato aperto la scorsa ottava. 

Settore Bancario positivo a Piazza Affari

 Dopo almeno due sedute incerte che sembravano costringere il FTSE-Mib ad un ritorno verso quota 16000 finalmente la situazione cambia e lo fa’ fin dai primi scambi. Durante la seduta di ieri a Wall Street la negatività ha portato il Dow Jones sotto a quota 12800 dove poi è iniziato il recupero nell’ultima ora che ha riportato in quota l’indice USA per un close daily a 12878 punti.

La scia positiva è continuata sui mercati asiatici e prosegue nell’Eurozona fin dalla mattina; l’apertura di Piazza Affari prossima a 16.600 punti è un segnale estremamente positivo che fa’ scattare immediatamente gli acquisti che portano l’indice a raggiungere velocemente 16700. La resistenza prossima a 16800 punti difficilmente verrà vista durante la seduta di oggi, ma attualmente ci sono i presupposti per un recupero a breve della positività per l’avvio anticipato di un ciclo a due settimane.

Settore Bancario affonda le Borse

 Dopo un’ottava tutto sommato positiva (grazie sopratutto al gap-up di venerdì scorso) i mercati Europei si avviano ad un close settimanale difficile in cui i bancari sono i protagonisti assoluti.

Fino a ieri il rialzo è stato sostenuto proprio dal settore bancario insieme a quello assicurativo, sempre più legati ed al centro del pericolo recessione; dopo il doppio massimo di ieri ed il gap lasciato aperto sul grafico del FTSE-Mib un venerdì “rosso” era quasi inevitabile e per questo gli investitori non sono spaventati. I traders prendono profitto dalle operazioni di breve e questo dimostra che non c’è ancora fiducia nel lasciare le posizioni overnight; la situazione è nettamente migliorata nelle ultime settimane ma ancora l’azionario non convince i grandi fondi che aspettano il momento giusto per riprendere gli acquisti e trascinare verso l’alto i titoli favoriti.

Tassi di interesse BCE invariati

 La decisione della BCE riguardo i tassi non stupisce ed anzi consolida il lavoro svolto fin’ora e sostiene i mercati che già scontavano la notizia. La Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere i tassi fermi all’1% come era in programma e Mario Draghi dimostra ancora una volta di avere una linea ben precisa da seguire che evita brutte sorprese ai mercati. Emerge inoltre la volontà da parte della BCE di varare un nuovo prestito alle banche Europee, ed anche in questo caso la notizia viene accolta come un supporto alla positività piuttosto che come manovra di emergenza.

Ubi Banca chiude 36 filiali

 Durante la crisi dei subprime degli anni precedenti una lunga serie di istituti di credito degli Stati Uniti sono crollati, anche se poi tutto si è “risolto” con l’acquisto da parte della rimanenza “sana” a prezzi scontati dei primi. Ora che la crisi monetaria interessa l’area Euro (grazie anche, lo ricordiamo sempre, all’attacco proprio dagli Stati Uniti tramite le agenzie di rating)  ci si aspetta da diversi mesi l’equivalente di quello che è successo oltre oceano.

Dopotutto ad essere ancora una volta nel mirino sono proprio gli istituti di credito Europei, oltre che i debiti sovrani che sembrano diventati ingovernabili. Da quando l’Euro ha cominciato ad accusare i suoi problemi, questo è il primo vero effetto della fase di crisi che stiamo passando ed interessa il colosso UBI Banca.

Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale

 Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.

Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia)  ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.

Libia rafforza il capitale di Unicredit

Azioni Unicredit perdono il 32% in borsa

 Discesa senza freni per Unicredit negli ultimi giorni; dopo l’annuncio dei dettagli sull’aumento di capitale, il prezzo è precipitato verticalmente senza lasciare spazio a ritracciamenti e la speculazione ha preso il sopravvento consolidando le perdite che al momento, contando le prime ore della giornata di oggi, si aggirano intorno al 34%.

I dettagli sull’aumento di capitale di Unicredit

Ad essere in crisi è tutto il settore bancario a dire il vero; mentre l’indice di riferimento si aggira in territorio positivo (al momento guadagna lo 0.54%) sul fondo del listino, a fare da “zavorra” per quello che poteva essere un venerdì di recupero, ci sono proprio tutti i bancari più importanti. In ordine di perdite abbiamo ancora una volta Unicredit (-7.99%), Banca Popolare di Milano (-4.42%), Banca MPS (-3.68%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-2.22%), Mediobanca (-1.64%), Ubi Banca (-1.37%), Banco Popolare (-1.11%) ed Intesa Sanpaolo (-0.67%).  Non un solo titolo bancario delle blue-chips è in territorio positivo al momento.

Previsioni titolo Unicredit 2012

 La giornata di ieri sul grafico delle azioni di Unicredit costringe ad una riflessione di medio-lungo periodo non solo sull’istituto di credito ma su tutto il settore bancario; con il -14.45% messo a segno in poche ore il prezzo di Unicredit si porta al di sotto della soglia critica definita dal bottom di Marzo 2009, quando buona parte delle blue-chips disegnava il minimo che avrebbe segnato la ripartenza del ciclo annuale. Da quel momento in avanti la divergenza con l’indice di riferimento (il FTSE-Mib) è diventata sempre più marcata tanto per Unicredit quanto per i grafici degli altri istituti di credito, che seguendo il trend di  incertezza hanno cominciato a perdere terreno costantemente fino a rivedere i livelli del 2009.

Anche se titoli come Intesa SanPaolo hanno violato il bottom segnato dal minimo del 2009 già nel 2011, portandosi al di sotto delle soglie critiche, la situazione di Unicredit è complessivamente più grave visto che la divergenza con il top assoluto del 2007 è la peggiore del listino e le notizie pesano gravemente nel medio periodo.

Piazza Affari positiva

 I bassi volumi di contrattazione che caratterizzano i giorni prefestivi pesano ancora di più in un momento come questo, in cui buona parte dei trader vuole restare liquida per valutare il close annuale alla luce dei nuovi sviluppi di breve.

L’andamento del Fib è di tipo laterale-rialzista e dal bottom vicino a 14500 in 6 giorni il derivato non è riuscito a guadagnare più di 500 punti scarsi; dopo l’aumento di volatilità della giornata di ieri che non ha avuto sviluppi, siamo ora in una fase di compressione giunta ormai al suo vertice. Dopo l’apertura in gap-up, dalla prima candela oraria fino a quella corrente si è avuto un restringimento del range di estensione che al momento risulta essere l’unico segnale da seguire prima della chiusura di giornata. L’uscita dal triangolo di compressione ben visibile sul grafico a candele ad un’ora darà circa 100-150 punti di movimento direzionale da seguire in trailing stop e senza reverse di posizione.

Milano apre in positivo ma dopo BCE scattano le vendite

 L’open di questa mattina era più che incoraggiante; il FTSE-Mib si è istantaneamente trovato poco sopra a 15100 punti aprendo una finestra di prezzo che nelle ore successive alla prima si è chiusa sotto il peso delle vendite. Dal top relativo a 15300 il mercato ha iniziato la discesa fulminea che ha visto il suo bottom relativo a 14720 di indice mentre al momento sul book si lotta per mantenere quota 14800 (supporto da controllare in close daily).

Ora che il gap è stato chiuso se il mercato non si riprenderà il close annuale potrebbe spingere il mercato sotto ai minimi di periodo portando la negatività di Dicembre 2011 anche su Gennaio 2012. Per la giornata di oggi ci si può attendere ancora uno sviluppo positivo visto che il settore bancario nonostante la leggera perdita sembra in recupero ed Intesa SanPaolo è in cima alle blue-chips con un guadagno del 2%. A seguire abbiamo Lottomatica (+1.31%) e Mediolanum (+1.22%) sul podio e Enel G.P., Atlantia, Generali, STM e Diasorin che sono gli unici titoli del listino italiano ad essere positivi.

Asta positiva in Spagna, azionari Europei positivi

 L’esito positivo dell’asta dei titoli del debito spagnoli sembra riflettersi su tutto l’azionario Europeo ed Americano; nel Vecchio continente abbiamo il FTSE-Mib che si appresta a chiudere una giornata estremamente positiva (+2.17%) grazie al settore bancario che per il secondo giorno di fila regge l’andamento di Milano. Il +4.47% del FTSE- Banks è sorretto a sorpresa da Ubi Banca, la migliore non solo dell’indice settoriale ma anche di tutte le blue-chips con una performance del 7.13% che richiama però entro domani una discesa per le prese di profitto di brevissimo. A seguire Banca Popolare di Milano con 6.51% di guadagno e Unicredit con il 5.10% immediatamente sotto. Bene anche Intesa SanPaolo con il 5% preciso al momento ed il prezzo che oscilla intorno a 1.28 confermando la fiducia nel colosso italiano. Male invece Banca Mediolanum che con un misero 1.18% mostra evidenti difficoltà rispetto al resto del paniere.

Piazza Affari recupera terreno, spread a 488

 Il listino azionario italiano recupera terreno dopo l’incertezza della scorsa ottava; dopo un’open negativo sotto a 14500 in pochi scambi il FTSE-Mib si porta al di sopra del supporto psicologico salendo oltre a 14750 nel corso della mattinata, dove ora lateralizza.  I maggiori istituti di credito sono positivi, ed è proprio questo il fattore che costringe a prendere il minimo del 14 Dicembre come inizio di un nuovo tracy+1 che ora stà cercando di superare i livelli critici e virare al rialzo, per recuperare le perdite dei scorsi giorni.

Abbiamo quindi Unicredit che guadagna il 5.65% portandosi a 0.7195 seguita da Mediobanca (+4.87%) a 4.7380 e Intesa SanPaolo al terzo gradino del podio momentaneamente con una performance del 4.61% che fa’ sfiorare quota 1.2750.