Unicredit lancia bond unsecured a cinque anni

 Unicredit, tra gli istituti di credito più affermati del nostro paese e dell’intero continente europeo, ha deciso di soddisfare ampiamente gli obbligazionisti: in effetti, la banca di Piazza Cordusio ha fornito la propria approvazione per lanciare sul mercato un nuovo bond del tipo senior unsecured, con una scadenza di cinque anni e un ammontare complessivo che è stato fissato in 1,5 miliardi di euro. In aggiunta, lo spread relativo al rendimento offerto sarà pari a 345 punti base. Il prestito in questione potrà beneficiare senza dubbio della gestione di diverse altre banche, vale a dire Citigroup, Natixis e Société Générale, tanto che è già nota la domanda totale, 5,3 miliardi di euro, ovvero più di tre volte superiore all’offerta.

Bofa e ML investono in Unicredit e Barclays

 Il pericolo recessione nell’area Euro non è del tutto svanito con i recuperi dell’azionario e con il ridimensionamento dello spread, ma il quadro generale è molto diverso rispetto a qualche mese fa’. L’andamento del FTSE-Mib conferma la volontà di cambiamento con il Governo Monti che da più parti è stato lodato per il lavoro svolto e per le aspettative positive di lungo periodo. A sostegno di un quadro che va’ migliorando di mese in mese abbiamo il settore bancario che dal bottom di Novembre scorso ha recuperato il 35% e si dirige verso nuovi top relativi di medio periodo rilanciando anche il settore assicurativo direttamente connesso.

I continui down-grade/up-grade delle agenzie di rating riescono ancora a girare il mercato e cambiare le aspettative; dopo aver screditato il sistema bancario Europeo fino a fargli rischiare il collasso le banche d’affari e le agenzie rivedono le stime e correggono il tiro, anche se il discorso non vale per tutti gli attori del mercato.

Unicredit vince causa contro Bernard Madoff

 Unicredit mette a segno una importante vittoria legale nei confronti del finanziere Bernard Madoff. Stando a quanto affermato dal giudice del tribunale distrettuale di New York, Jed Rakoff, è da ritenersi bocciata la causa giudiziaria che era stata intentata nei confronti del gruppo bancario italiano da parte di Irving Picard, attuale curatore fallimentare del colosso creato da Madoff

Stando alle motivazioni del rigetto da parte del tribunale, infatti, non sarebbero state provate le responsabilità di Alessandro Profumo (ex amministratore delegato di Unicredit) e dei suoi più stretti collaboratori, nel favorire la frode portata avanti dal finanziere americano. Buone notizie per l’istituto di Piazza Cordusio, quindi, e brutte – bruttissime – per il curatore del gruppo Madoff, che ha disperatamente cercato di recuperare 20 miliardi di dollari dalla banca italiana e dalle proprie divisioni internazionali.

Settore Bancario affonda le Borse

 Dopo un’ottava tutto sommato positiva (grazie sopratutto al gap-up di venerdì scorso) i mercati Europei si avviano ad un close settimanale difficile in cui i bancari sono i protagonisti assoluti.

Fino a ieri il rialzo è stato sostenuto proprio dal settore bancario insieme a quello assicurativo, sempre più legati ed al centro del pericolo recessione; dopo il doppio massimo di ieri ed il gap lasciato aperto sul grafico del FTSE-Mib un venerdì “rosso” era quasi inevitabile e per questo gli investitori non sono spaventati. I traders prendono profitto dalle operazioni di breve e questo dimostra che non c’è ancora fiducia nel lasciare le posizioni overnight; la situazione è nettamente migliorata nelle ultime settimane ma ancora l’azionario non convince i grandi fondi che aspettano il momento giusto per riprendere gli acquisti e trascinare verso l’alto i titoli favoriti.

Piazza Affari positiva, spread sotto a 420

 Giornata positiva per i mercati finanziari; l’ultima ottava completa di Gennaio 2012 sembra voglia chiudere in positivo, così come farebbe il mensile in corso se l’andamento di queste prime ore di Lunedì 23 Gennaio verrà mantenuto fino a Martedì prossimo.

A Milano il FTSE-Mib apre esattamente dove aveva chiuso Venerdì scorso e sale immediatamente oltre la quota critica di resistenza a 15750 punti andando a segnare nuovi massimi di periodo in linea con le attese dopo il precedente close di Wall Street; benissimo il settore bancario che nel complesso guadagna oltre il 6% al momento con Banca MPS in testa alle blue-chips  che si avvicina al 10% di guadagno in poco più di tre ore di contrattazioni, seguita da Unicredit che segue a ruota l’andamento nonostante le incertezze sull’aumento di capitale.

Aumento di Capitale Unicredit

Aumento capitale Unicredit

 Anche se alla data del 27 gennaio – termine ultimo per l’esercizio dei diritti di opzione – manca ancora ben più di qualche ora, dalle parti di Unicredit trapela un sentimento di soddisfazione in merito all’esito dell’aumento di capitale cui la banca di Piazza Cordusio ha dovuto ricorrere al fine di ripatrimonializzare le proprie strutture, e rispettare così le onerose indicazioni fornite negli scorsi mesi dall’European Banking Association, l’autorità che rappresenta gli istituti bancari a livello europeo.

L’aumento di capitale, del controvalore complessivo di 7,5 miliardi di euro, sembrerebbe infatti accingersi verso un completo esaurimento. I primi commenti in tal senso si sono avuti sabato mattina, quando – cioè – la banca è entrata in possesso delle prime analisi tempestive in merito all’andamento delle vendite dei diritti di opzione, che potevano essere ceduti (in cambio di un controvalore monetario) entro le ultime ore di venerdì.

Unicredit una banca forte dopo l’aumento di capitale

 Unicredit sarà una banca forte dopo l’aumento di capitale? Il presidente della European banking authority Andrea Enria, ha già una risposta precisa ed é affermativa. Secondo Enria la banca sta attraversando un periodo difficile che sta superando diligentemente e dopo la raccolta di fondi sul mercato la solidità dell’intermediario sarà rafforzata ed é questo è il messaggio che deve arrivare all’opinione pubblica, ha sottolineato lo stesso Enria nel corso di un’audizione alla Camera. Tuttavia per “cantare vittoria” é sempre bene aspettare la fine dell’operazione, anche se il presidente é convinto che se tutto procederà come previsto, alla fine del processo il sistema sarà più robusto e in grado di sostenere l’economia. È positivo anche il management di Unicredit, che nella persona dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni, appoggia la maxi-ricapitalizzazione da 7,5 miliardi di euro.

Asse Monti-Merkel sostiene Piazza Affari

 Il meeting tanto atteso tra Mario Monti e Angela Merkel sta finalmente avendo luogo ed il risultato sembra più che positivo. Il Premier Italiano ha confermato che l’Italia non rischia più di trascinare l’Euro nel baratro, esponendo la sua personale idea di crescita su solide basi per il futuro. Sembra che l’intesa trovata oggi abbia giovato alle borse, che confermano i guadagni della giornata di ieri recuperando parzialmente anche le perdite di questa mattina, sulla scia delle Borse Europee negative.

Bene Piazza Affari quindi che con un +0.22% potrebbe chiudere in positivo la sua seconda giornata dopo le tensioni su Unicredit; proprio questo titolo è tra i sorvegliati speciali di oggi visto che la discesa di Gennaio ha pochi precedenti. Al momento Unicredit guadagna il 5.61% e viene scambiata a 2.5660 euro per azione, che anche se ancora distante dai livelli pre-aumento di capitale lascia sul grafico orario un segnale molto forte.

Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale

 Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.

Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia)  ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.

Libia rafforza il capitale di Unicredit

Azioni Unicredit perdono il 32% in borsa

 Discesa senza freni per Unicredit negli ultimi giorni; dopo l’annuncio dei dettagli sull’aumento di capitale, il prezzo è precipitato verticalmente senza lasciare spazio a ritracciamenti e la speculazione ha preso il sopravvento consolidando le perdite che al momento, contando le prime ore della giornata di oggi, si aggirano intorno al 34%.

I dettagli sull’aumento di capitale di Unicredit

Ad essere in crisi è tutto il settore bancario a dire il vero; mentre l’indice di riferimento si aggira in territorio positivo (al momento guadagna lo 0.54%) sul fondo del listino, a fare da “zavorra” per quello che poteva essere un venerdì di recupero, ci sono proprio tutti i bancari più importanti. In ordine di perdite abbiamo ancora una volta Unicredit (-7.99%), Banca Popolare di Milano (-4.42%), Banca MPS (-3.68%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-2.22%), Mediobanca (-1.64%), Ubi Banca (-1.37%), Banco Popolare (-1.11%) ed Intesa Sanpaolo (-0.67%).  Non un solo titolo bancario delle blue-chips è in territorio positivo al momento.

Previsioni titolo Unicredit 2012

 La giornata di ieri sul grafico delle azioni di Unicredit costringe ad una riflessione di medio-lungo periodo non solo sull’istituto di credito ma su tutto il settore bancario; con il -14.45% messo a segno in poche ore il prezzo di Unicredit si porta al di sotto della soglia critica definita dal bottom di Marzo 2009, quando buona parte delle blue-chips disegnava il minimo che avrebbe segnato la ripartenza del ciclo annuale. Da quel momento in avanti la divergenza con l’indice di riferimento (il FTSE-Mib) è diventata sempre più marcata tanto per Unicredit quanto per i grafici degli altri istituti di credito, che seguendo il trend di  incertezza hanno cominciato a perdere terreno costantemente fino a rivedere i livelli del 2009.

Anche se titoli come Intesa SanPaolo hanno violato il bottom segnato dal minimo del 2009 già nel 2011, portandosi al di sotto delle soglie critiche, la situazione di Unicredit è complessivamente più grave visto che la divergenza con il top assoluto del 2007 è la peggiore del listino e le notizie pesano gravemente nel medio periodo.

Titolo Unicredit sospeso per eccesso di ribasso

 Dopo quattro sedute ampiamente positive (di cui due del nuovo anno) il FTSE-Mib cede e crolla verticalmente registrando una perdita intorno ad 1.50% a metà seduta. La chiusura di ieri ed il gap-down di questa mattina lasciavano già poche speranze per questa giornata di borsa e la pressione dei future Europei ha spinto al ribasso l’indice fin dalle prime sedute.

A trascinare l’indice delle blue-chips italiane è in gran parte il settore bancario con Unicredit; il CDA dell’istituto di credito riunito questa mattina alle 8:30 ha deciso definitivamente per l’aumento di capitale da 7.5 miliardi di euro (su cui la Banca Centrale Libica ha confermato la propria partecipazione) di Lunedì prossimo che vede l’emissione di 2 nuove azioni ordinarie per ognuna posseduta (sia ordinaria che di risparmio) ed un prezzo di sottoscrizione di 1.943 euro.

Cariverona diminuisce il capitale in Unicredit

 Quando una società aumenta il proprio capitale, oltre ai vari aspetti positivi o negativi, c’é un’altra ipotesi da considerare: la diluizione della propria quota. Se un azionista detiene, per ipotesi, il 5% di una compagnia, in caso di aumento di capitale e mancata sottoscrizione delle nuove azioni, vede la propria partecipazione scendere, sempre che non decida di avvalersi del diritto di opzione. Spetta infatti ai soci in primis il diritto di acquistare le azioni di nuova emissione, le azioni inoptate poi potranno essere proposte sul mercato. La Fondazione Cariverona ha ufficializzato che nell’ambito dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi di Piazza Cordusio non manterrà inalterata la propria quota e diluirà la sua partecipazione dall’attuale 4,2% al 3,51%. Fondazione Cariverona cederà lo 0,7% di Unicredit prima dell’aumento di capitale di Piazza Cordusio previsto il mese prossimo.

La Libia rafforza il capitale in Unicredit

 Giusto in tempo; mentre l’assemblea straordinaria approva l’aumento di capitale da 7.5 miliardi di euro per Unicredit, vengono sbloccati i fondi libici permettendo l’adempimento degli accordi non scritti presi in precedenza.

Da una parte l’asse Italo-Libico è importante per gli investimenti del Bel Paese che ricordiamo sono stati bloccati per via della guerra; con la scomparsa del Colonnello però le attività stanno riprendendo e gli investimenti Italiani sul suolo Libico potranno dare finalmente i loro frutti. Dall’altra parte, forse più importante, ci sono i legami finanziari tra i due Paesi, rafforzati anche dal lavoro dell’ex-premier Berlusconi nel 2008.