Unipol vuole salire in Fonsai

 Unipol è pronta a “scalare” Fonsai, salendo fino al 40% del capitale della compagnia assicurativa. La società bolognese, guidata da Carlo Cimbri, investirà sul progetto altri 45 milioni di euro, andando a rilevare il 4,9% di inoptato. Una “prenotazione” ufficializzata a mercati aperti, con Unipol che non ha avuto alcun timore nel dichiarare di essere fortemente interessata a rilevare una quantità di diritti di opzione che le consentiranno di sottoscrivere una quota massima del 4,9% del capitale post aumento della società.

Difesa Nagel nello scandalo Ligresti

 Tirato in ballo – e nemmeno troppo per il sottile – all’interno della vicenda LigrestiFonsai, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, non preferisce il silenzio. In una lunga intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica, il manager banchiere si lancia nell’autodifesa, con una serie di dichiarazioni che non sono certamente passate inosservate, e una lunga sfilza di attacchi più o meno sospettabili.

Asta diritti inoptati aumento capitale Fonsai – Unipol

 Tra i tanti appuntamenti finanziari della settimana, vi è un evento che non sarà certamente passato inosservato agli occhi di chi, in questi mesi, ha seguito con noi l’atteso aumento di capitale di Fonsai e Unipol, anticamera (l’ennesima!) della creazione del maxi polo assicurativo che dovrebbe poter competere con l’altro big nazionale, Generali (qui i nostri commenti sulla positiva semestrale). Ebbene, in settimana parte l’asta dei diritti inoptati per gli aumenti di capitale delle due società di cui abbiamo appena fatto riferimento: un mini mercato da quasi 800 milioni di titoli, non collocati con le operazioni straordinarie di incremento patrimoniale.

Semestrale Generali molto positiva

 La compagnia assicurativa Generali ha chiuso il primo trimestre con risultati molto positivi. La società triestina ha infatti ottenuto profitti pari a 842 milioni di euro, in crescita del 4,5 per cento rispsetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie a una improvvisa accelerazione conseguita nel corso del secondo trimestre. A trascinare al rialzo i premi sono soprattutto i ricavi provenienti dal ramo danni, con una crescita del 2 per cento.

Target Generali tagliato da Credit Suisse

 Il titolo Generali Assicurazioni è in calo anche questa mattina, dopo che negli ultimi giorni le azioni del Leone di Trieste sono state messo sotto pressione dal massiccio attacco degli speculatori. Il titolo perde l’1,07% a 8,78 euro, dopo che i prezzi sono riusciti anche a toccare un massimo intraday a 8,95 euro. Le azioni Generali continuano a scendere, nonostante il divieto di vendere allo scoperto i titoli finanziari per tutta la settimana. A pesare sull’andamento in borsa è stato il taglio del prezzo obiettivo effettuato da Credit Suisse.

Quotazione titolo Generali Assicurazioni 12 luglio 2012

 Calo frazionale questa matttina per il titolo Generali Assicurazioni, che perde lo 0,1% a 10,07 euro in una giornata non particolarmente felice per le borse europee. In particolare è in discesa il listino azionario milanese FTSE MIB, che perde lo 0,95% in area 13730 punti. In realtà il Leone di Trieste ha da qualche tempo rialzato la testa, dopo aver toccato un minimo storico a 8,155 euro lo scorso 31 maggio. Gli investitori hanno apprezzato molto il cambio al vertice, che vedrà insediare Mario Greco al posto dell’ormai ex ceo group Perissinotto.

Speculazione sul titolo FonSai in attesa dell’aumento

 Dopo le batoste registrate venerdì e ieri, il titolo Fondiaria-Sai approfitta del cima di risk on presente questa mattina sui mercati europei per mettere a segno una performance superiore al 14% tornando ampiamente sopra 69 euro. Venerdì il titolo aveva perso piùdel 17%, ma anche ieri le azioni sono crollate perdendo un altro 12,5%. Nel vortice della speculazione sono finite anche Unipol e Premafin. Le società coinvolte nel progetto di integrazione pagano lo scotto di aver fornito i prezzi dei rispettivi aumenti di capitale, prima di avere il via libera dalla Consob per pubblicare i prospetti.

Via libera Antitrust e Isvap a Unipol – Fonsai

 Nuovo tassello nella interminabile vicenda che mira a realizzare il maxi polo assicurativo italiano. L’Antitrust e l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private hanno infatti dato il proprio assenso all’operazione di aggregazione tra il gruppo Fondiaria Sai e Unipol. Il via libera è tuttavia condizionato alla necessità che la nuova società sciolga i legami con Mediobanca, ponendo altresì le basi per una nuova gestione rispetto allo stile che aveva contraddistinto la vecchia amministrazione.

L’Antitrust ha pertanto deciso che l’integrazione tra i due grandi gruppi può finalmente essere autorizzata, a patto che vengano rispettate le stringenti misure che scioglieranno i legami con Mediobanca (che controlla Generali, principale concorrente, sui mercati interessati dall’operazione) e di ridurre – mediante cessione di asset attivi – la posizione dominante altrimenti acquisita dal nuovo gruppo nel ramo danni (in particolare, in quello delle responsabilità civile auto) a livello nazionale, e per quanto concerne la distribuzione delle polizze, in 93 province.

Contestazione ISVAP su Fondiaria Sai

 Fondiaria Sai è intervenuta ufficialmente per fornire alcune precisazioni sulle notizie apparse sulla stampa nelle scorse giornate. In particolare, la compagnia assicurativa sostiene che nella giornata di venerdì 15 giugno l’ISVAP avrebbe notificato alla società, ai suoi consiglieri di amministrazione e ai componenti del collegio sindacale, la contestazione di condotte ai fini del Codice delle Assicurazioni Private.

Le contestazioni sono originate da una serie di rilievi svolti nell’ambito del procedimento ispettivo avviato dallo stesso Istituto di Vigilanza il 4 ottobre 2010, e dalla successiva denuncia al collegio sindacale presentata in data 17 ottobre 2011 dal socio Amber Capital Investment Management, come gestore del Fondo Amber Global Opportunities Master Fund Ltd.

Fallimento Ligresti

 I giudici hanno decretato il fallimento di Imco e Sinergia, le due holding del gruppo Ligresti, cui è poi riconducibile il gruppo Fonsai. Un fallimento pronunciato in virtù del rifiuto di prolungare ancora il tempo utile per poter mettere a punto il piano di ristrutturazione dei debiti, che – al momento della pronuncia – ammontavano a oltre 400 milioni di euro.

La Procura di Milano si era opposta al salvataggio, spiegando che non vi era certezza sull’apporto di nuove risorse finanziare che gli investitori avrebbero dovuto effettuare. Nel tempo concesso alla società sono stati raccolti solo 20 milioni di euro: evidentemente non quanto basta per conferire ai giudici la convinzione che il piano stesse procedendo lungo la strada idonea, complice il rifiuto delle banche di fornire il proprio supporto finanziario.

Sator e Palladio verso guerra legale

 Secondo quanto annunciato dal quotidiano La Repubblica, Sator e Palladio starebbero avviando una battaglia legale per Fonsai. Stando a quanto dichiarato dal quotidiano, infatti, toccherà di nuovo alla Consob ed eventualmente alla magistratura, decidere l’esito della guerra finanziaria finalizzata a ottenere il controllo di Fonsai e, di conseguenza, a svolgere un ruolo di protagonista nella riorganizzazione dell’importante polo assicurativo italiano.

Sia per i consulenti legali della famiglia Ligresti, che per quelli dei fondi Sator e Palladio, infatti, la comunicazione inviata da Unipol, avente per oggetto la revoca della manleva legale e il diritto di recesso, non avrebbe alcun effetto giuridico. In altri termini, non è sufficiente affermare che non si fornisce la manleva: occorre che non vi sia il diritto giuridico che la prevede, “e questo sussiste” – interviene Dow Jones Newsire – “ed è stato anche accettato da Jonella e Paolo Ligresti”.

Premafin approva aumento capitale sociale

 Premafin ha approvato l’aumento di capitale sociale da 400 milioni di euro riservato a Unipol. Una scelta che tuttavia non ha escluso la possibilità di poter valutare ulteriori alternative, poiché d’altronde l’operazione con la compagnia bolognese sembra essere soggetta a condizioni sospensive. Nell’assemblea, si è arrivati ad avere gradualmente un quorum pari al 56,6 per cento del capitale, dopo una partenza timida, al 25,6 per cento.

Tutto bene, dunque? Non proprio, perché in assemblea il presidente Giulia Ligresti ha letto il parere del professor De Nova, che considera “inefficace” la revoca degli accordi di manleva legale che poco prima i legali Unipol avevano fatto pervenire a Premafin. Un parere che pertanto, unitamente al comportamento della holding, rischia di aprire un contenzioso legale che potrebbe complicare ulteriormente un già non facile scenario.

Via libera Fonsai a Unipol

 Il consiglio di amministrazione di Fonsai ha analizzato la proposta ricevuta da Unipol, deliberando – a maggioranza – la propria disponibilità a procedere all’operazione di integrazione sulla base della partecipazione degli attuali soci ordinaria di Fondiaria Sai, diversi da Premafin, pari al 27,45 per cento del capitale ordinario.

La decisione è stata presa in ugual modo da, Milano Assicurazioni controllata di Fonsai, sulla base della partecipazione minima dei soci ordinari di minoranza di Milano Assicurazioni, pari al 10,7 per cento del capitale ordinario. Nella nota con la quale è stata formalizzata la decisione si legge che la stessa “si fonda sul presupposto essenziale che venga definito da Unipol nel più breve tempo possibile il modo con cui verranno superate le sopravvenute incertezze concernenti l’esenzione dall’obbligo di Opa”.

Cessione Flammarion da Rcs

 Rcs Mediagroup è vicinissima alla vendita di Flammarion. La società dovrebbe essere ceduta alla casa editrice Gallimard, con operazione in corso di formalizzazione già entro la fine della settimana. Gli ultimi intoppi sono comunque relativi ai prezzi della transazione: un aspetto sul quale Mediobanca, in qualità di advisor (e primo socio della compagnia) sta lavorando alacremente, al fine di trovare una via di mezzo tra le richieste delle parti.

Rizzoli aveva infatti inizialmente richiesto un prezzo tra i 250 e i 300 milioni di euro, mentre i francesi avrebbero preferito non offrire più di 200 milioni di euro. La soluzione intermedia dovrebbe essersi collocata intorno ai 220 milioni di euro. Alla transazione dovrebbe prendere parte anche il fondo sovrano francese Fsi, rilevando una quota di minoranza di Flammarion.