Nel corso delle ultime settimane abbiamo parlato diverse volte delle precarie situazioni in cui verterebbero alcuni istituti di credito nazionali e – soprattutto – internazionali, e sulla necessità di procedere alla ripatrimonializzazione degli stessi al fine di rispettare nel migliore dei modi le indicazioni diramate dall’Autorità bancaria europea.
Indice fondamentale dell’analisi sulla patrimonializzazione di una società quotata è l’indice Tier 1 capital (o Core capital o, in termini tricolori, “patrimonio di classe 1”). Come è possibile desumere dallo stesso nome dell’indicatore, il Tier 1 fa riferimento al solo capitale azionario e alle riserve di bilancio provenienti da utili non distribuiti al netto delle imposte, escludendo pertanto dal “peso” patrimoniale gli elementi aggiuntivi non rientranti nello stretto recinto di ci sui sopra.
Stamattina all’alba i leader europei hanno trovato l’accordo necessario per il salvataggio della zona euro dopo 13 ore di trattative serrate, che avevano visto di fronte il blocco dei paesi periferici (appoggiati dalla Francia di Patrice Hollande) e quello dei paesi nordici (capitanati dalla Germania del cancelliere Anngela Merkel). La proposta italiana dello scudo anti-spread era stata bocciata più volte dai tedeschi, ma anche qualche esponente della BCE aveva fatto intendere che non era possibile concretizzare l’idea in quanto si infrangeva il mandato dell’istituto centrale europeo. Monti, appoggiato da Spagna e Francia, si è battuto con decisione fino all’ultimo.
Stamattina il Tesoro italiano è stato protagonista di una nuova emissione di titoli di stato, questa volta privilegiando il tratto medio-lungo della curva dei rendimenti attraverso il collocamento di BTP a 5 e 10 anni. Negli ultimi due giorni il Tesoro aveva emesso titoli a breve scadenza, quali i CTZ biennali (rendimento salito fino al 4,712%) e i BOT semestrali (rendimento volato fino a poco sotto il 3%). Il clima di nervosismo che si respira sui mercati, in concomitanza con l’inizio del vertice europeo di Bruxelles, ha influenzato leggermente anche l’asta odierna.
Stamattina è avvenuta l’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza semestrale, in un clima di forte incertezza in quanto domani inizierà il Consiglio europeo dal quale i mercati sperano di ricevere buone notizie sul futuro della zona euro e misure concrete per mettere al sicuro la moneta unica e i paesi membri più in difficoltà. L’asta odierna del Tesoro si è svolta proprio nel giorno in cui andavano in scadenza 9,9 miliardi di euro di BOT e in una fase caratterizzata da elevata volatilità sulla parte breve della curva dei rendimenti dell’Italia.
L’agenzia di rating Fitch ha deciso di abbassare l’outlook sul debito sovrano dell’India, portandolo a “negativo” da “stabile”. Il rating sovrano, invece, è stato confermato a BBB-. Secondo Fitch sono aumentati i rischi sulla crescita economica nel medio-lungo termine e non sono stati fatti molti progressi dal lato della riduzione del deficit di bilancio. L’agenzia di rating ha esortato il governo indiano a trovare misure in grado di creare un contesto più favorevole agli investimenti privati. Il paese sta vivendo una fase molto delicata sia dal lato economico sia dal fronte politico.
La vittoria del partito di centro-destra Nea Dimokratia alle elezioni politiche in Grecia sembrava essere il preludio ad una riscossa dei mercati finanziari, dopo tanti mesi trascorsi con il dilemma della Grecia dentro o fuori dall’unione monetaria. Nea Dimokratia, guidata da Antony Samaras, si è detta da sempre favorevole a mantenere il paese nell’euro e a voler rispettare il memorandum di intesa con la troika (Bce-Ue-Fmi). Tuttavia, passata l’euforia iniziale, i mercati stanno prendendo coscienza che i problemi nella zona euro non sono di certo finiti.