Rating Spagna tagliato da Fitch a BBB

 L’agenzia di rating Fitch ha deciso di tagliare il rating della Spagna di ben tre notch a BBB da A. L’outlook per i prossimi trimestri resta negativo. La notizia del downgrade sulla Spagna arriva proprio nel giorno in cui le tensioni sullo spread spagnolo si erano nettamente allentate, tanto che il differenziale tra il Bonos decennale e il pari scadenza tedesco aveva chiuso sotto 470 punti base mentre qualche giorno fa aveva sfondato area 540. Secondo Fitch il declassamento riflette i probabili costi che dovrà presto affrontare il governo per ristrutturare e ricapitalizzare le banche.

FED pronta ad agire se la crisi dell’euro peggiorerà secondo Bernanke

 L’attesa audizione di Ben Bernanke al Congresso USA sulle prospettive per l’economia americana ha messo in luce tutte le difficoltà attuali dell’economia mondiale e il rallentamento in corso negli Stati Uniti. Secondo il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, la banca centrale americana è pronta a intervenire nel caso in cui la crisi europea dovesse peggiorare procurando indirettamente un danno anche alla locomotiva economica statunitense. In una testimonianza di fronte alla commissione economia congiunta del Congresso USA, Bernanke è convinto che i rischi per l’economia americana arrivano dal vecchio continente.

Sfidare la tripla A tedesca per risolvere la crisi dell’euro secondo MB Securities

 Il team degli analisti finanziari di Mediobanca Securities, London branch, capitanati da Antonio Guglielmi, ha effettuato un interessante studio sul settore del credito europeo, occupandosi anche del rischio euro e della paradossale situazione dei tassi tedeschi ai minimi storici. Secondo MB Securities, la Grecia non tornerà alla dracma in quanto le elezioni del 17 giugno porteranno alla ribalta una coalizione di governo favorevole all’euro. Al momento il mercato sembra aver delineato due soluzioni estreme: o salta l’euro o si fa l’unione politica. Quindi, nessuna via di mezzo, in quanto si ritiene che in questo modo l’euro non avrà comunque vita lunga.

Tassi di interesse BCE all’1% a giugno 2012

 La Banca Centrale Europea ha mantenuto il livello dei tassi di interesse invariato all’1%, in linea con le attese degli analisti finanziari. Secondo quanto affermato dal governatore della BCE, Mario Draghi, la decisione non è stata presa all’unanimità, in quanto c’erano alcuni membri del board dell’Eurotower che richiedevano sin dalla riunione odierna una riduzione del tasso di un quarto di punto. In effetti, alcuni analisti finanziari avevano stimato una riduzione dei tassi allo 0,75% già da oggi, considerando le recenti turbolenze nell’area euro e la scarsa crescita economica.

Titoli di stato europei ad alto rischio nel 2012

 La crisi dei debiti sovrani europei continua ad infuriare pericolosamente sui mercati finanziari, facendo preoccupare non poco gli investitori di tutto il mondo. In Cina hanno liquidato da tempo le posizioni sul debito europeo (tenendo solo un pò di titoli tedeschi e francesi), molti fondi sovrani esteri e fondi di investimento americani hanno fatto lo stesso da tempo. Così, l’Europa si aggrappa su se stessa e sulla speranza che la BCE metta in campo risorse tali da sostenere i titoli di stato dei paesi in difficoltà facendo così scendere i rendimenti attualmente su livelli quasi insostenibili.

Decreto sviluppo per le imprese

 Il governo sta varando una serie di norme che andranno a confluire nel decreto sviluppo, da alcuni ribattezzando “minibond” a causa della principale innovazione in esso contenuta (e relativa, per le imprese di piccole o medie dimensioni, alla possibilità di emettere nuovi titoli di debito a condizioni – anche fiscali – particolarmente convenienti).

Ad ogni modo, parte fondamentale di questo decreto, che potrà impattare anche sul mondo societario e finanziario in maniera rilevante, è quella di incentivare la realizzazione delle infrastrutture. Una novità che ha già allertato le imprese operanti nel settore, e che potrebbe costituire una gradevole ventata di positività per tutti gli operatori del comparto. Le infrastrutture da realizzare saranno avviate in maniera graduale, con una seconda e importante tranche appena verranno rese disponibili risorse maggiori, anche provenienti dalla tanto attesa spending review.

Petrolio WTI ai minimi da ottobre 2011

 Non si placa la tensione sui prezzi del petrolio che, dopo aver registrato pesanti vendite nel mese di maggio, anche a giugno sembra poter restare saldamente in una spirale ribassista di medio periodo. Il petrolio WTI, riferimento per il mercato americano, ha sfiorato oggi 81$ al barile scendendo sui minimi da ottobre 2011. Intanto, venerdì il petrolio Brent – riferimento europeo del Mare del Nord – ha perforato la soglia di 100$ al barile chiudendo sotto 98,5$ al barile. Messe da parte le tensioni geopolitiche legate alle sanzioni all’Iran, al momento non ci sono segnali in grado di ribaltare la tendenza ribassista in atto.

Titoli di stato europei a rischio nullo nel 2012

 La corsa all’acquisto dei Bund tedeschi riflette un sentiment particolarmente incerto sui mercati finanziari. Gli investitori mondiali, non solo europei, stanno riversando enormi flussi di denaro nei titoli di stato che vengono considerati sicuri e senza rischio. Qualche anno fa era impossibile pensare ai titoli di stato di paesi sviluppati come asset rischiosi o addirittura a rischio default, anche se storicamente esistono numerosi casi di improvviso aumento del rischio-paese anche per gli stati sovrani percepiti come free-risk. Paesi come Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia alcuni anni fa avevano tutti rating invidiabili, mentre oggi sono praticamente tutti sull’orlo del precipizio.

S&P voleva destabilizzare l’Italia secondo Procura di Trani

 La Procura di Trani ha chiuso la prima tranche di indagini relativi al ruolo svolto dall’agenzia di rating Standard & Poor’s durante la fase di turbolenze sui mercati finanziari da maggio 2011 a gennaio 2012 con il focus chiaramente rivolto sull’Italia, che ha poi raggiunto il picco della crisi sul finire di novembre 2001 quando lo spread tra il Btp e il Bund schizzò clamorosamente a 575 punti base, ai massimi di sempre, scuotendo il paese sia dal punto di vista finanziario che politico (l’aggravarsi della crisi portò alle dimissioni di Silvio Berlusconi e all’arrivo del nuovo esecutivo tecnico guidato da Mario Monti).

Rischio disintegrazione finanziaria in Europa secondo la Commissione UE

 Bruxelles alza la voce nella giornata in cui lo spread spagnolo segna nuovi massimi storici e l’asta dei Btp evidenzia rendimenti in forte crescita con una domanda flop. La Commissione UE lancia l’allarme sulle banche e chiede che venga al più presto spezzato il legame tra le banche e il debito sovrano degli stati nazionali membri dell’unione monetaria europea. Secondo gli esponenti della Commissione UE c’è il serio rischio di una “disintegrazione finanziaria” nel vecchio continente. Da Bruxelles arrivano anche dei rimproveri a Spagna e Francia, in quanto hanno finora fatto poco in tema di indebitamento e fisco.

Spread Spagna ai massimi storici

 La crisi del debito spagnolo inizia ad assumere contorni molto preoccupanti. Stamattina lo spread Bonos-Bund è volato a 533 punti base, che equivale ad un rendimento del decennale spagnolo del 6,65%. Siamo ormai vicini alla soglia limite del 7%, che se sarà sfondata potrebbe impedire a Madrid di continuare a finanziarsi sui mercati finanziari in modo sostenibile nel breve-medio periodo. Gli investitori sono sempre più concentrati sul paese iberico, dopo aver già decretato il proprio giudizio sulla Grecia (praticamente fallita e vicina all’uscita dall’euro), Irlanda e Portogallo (che hanno richiesto gli aiuti finanziari del fondo salva-stati Efsf).

Emissione bond in yuan verso record 2012

 Le obbligazioni denominate in yuan cinesi continuano a riscuotere grande interesse tra gli investitori. A Hong Kong è boom per le “dim sum bond”, cioè le obbligazioni che Pechino ha intenzione di collocare sulla piazza finanziaria di Hong Kong, direttamente o attraverso istituzioni controllate. Secondo indiscrezioni provenienti dalla stampa locale, sarebbe al vaglio l’idea di emettere un bond celebrativo del 15-esimo anniversario della riunificazione della città-stato di Hong Kong alla Cina, avvenuta il 1 luglio 1997. Inoltre la Cina ha intenzione di allungare la curva dei rendimenti, in quanto finora le scadenze non superano quasi mai i dieci anni.

Crisi banche spagnole maggio 2012

 Oltre alla Grecia, l’altro grande osservato speciale nella zona euro è senza dubbio la Spagna. Negli ultimi mesi Madrid sta sperimentando una pericolosa accelerazione della crisi bancaria, dovuta alle perdite legate allo scoppio della bolla immobiliare. Molti istituti di credito necessitano di nuove iniezioni di liquidità per evitare il tracollo e ciò potrebbe compromettere irrimediabilmente la capacità del governo, targato Mariano Rajoy, di rispettare gli obiettivi di deficit di bilancio concordati con l’UE: 5,3% nel 2012 e 3% nel 2013.

Investire in titoli di stato con rendimento nullo

 La crisi dei debiti sovrani e i timori di un collasso dell’euro nel medio termine stanno spingendo sempre più ad acquistare titoli di stato percepiti come free risk, che però non offrono alcun rendimento sul capitale investito. Si tratta del cosiddetto fly to quality, letteralmente volare verso la qualità. E’ un contesto di mercato che vede gli investitori acquistare strumenti finanziari con rendimenti reali negativi (cioè depurati dal tasso di inflazione), con l’obiettivo di preservare il capitale piuttosto che cercare un ritorno fisso dal capitale investito.