Previsioni negative di Fitch per Italia e Spagna

 L’istituto di rating che ha affondato le valutazioni dei debiti sovrani e degli istituti dell’Eurozona, conferma le sue aspettative negative per il Vecchio Continente; secondo un recente commento di Douglas Renwick, Seinor Director per i rating dei debiti sovrani, la tendenza iniziata nel 2011 proseguirà anche nei prossimi trimestri.

I detentori del debito Spagnolo e del debito Italiano sono in buona parte istituzionali esteri o comunque investitori non residenti nei Paesi stessi. Nel 2008 ad esempio il 60% del debito Spagnolo era detenuto da non-residenti, mentre nel Q4 del 2011 la percentuale ha visto un ridimensionamento al 40%, in particolar modo per la mancata crescita attesa nel Paese e per il peggioramento della disoccupazione.

Prepararsi all’uscita della Grecia dall’euro

 Ogni Paese dell’area euro dovrà preparare uno scenario individuale in vista della possibile (e non più così improbabile) uscita della Grecia dalla zona della moneta unica. Stando a quanto sta emergendo in questi minuti, quanto sopra è quanto sarebbe stato indicato pochi giorni fa nel corso di una teleconferenza alla quale avrebbero partecipato i tecnici del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Una riunione “anticamera” dell’apposita comunicazione da inoltrare ai ministri delle Finanze dei Paesi membri, per una notizia che ha fatto allarmare ancor di più i già tesi mercati finanziari.

Secondo quanto ha rivelato l’UE, invece, nella riunione di lunedì scorso ci si è limitati a discutere “la situazione dei mercati finanziari e della Grecia, ma non vi sono stati accordi su piani di emergenza né si è discusso di una eventuale uscita della Grecia dall’euro”. Lo stesso ministro delle finanze greco ha affermato che è “falsa” la notizia che lunedì scorso i tecnici abbiano raggiunto un’intesa per preparare i piani nazionali di valutazione delle conseguenze della Grecia dall’euro.

Asta bond tedeschi a cedola nulla

 La crisi dei debiti sovrani nella zona euro sta creando una serie di anomalie sui mercati finanziari. Prima tra tutte c’è senza dubbio l’offerta di quei titoli di stato percepiti come free risk a tassi nulli. A generare questa anomalia è il fly to quality (letteralmente “fuga verso la qualità”), che sta spingendo sempre più gli investitori a proteggere il proprio capitale acquistando i costosissimi titoli di stato tedeschi senza preoccuparsi dei rendimenti nulli. Oggi ci sarà l’asta degli Schatz a 2 anni per 5 miliardi di euro, che avrà la peculiarità di avere una cedola nulla.

Investimenti sui titoli di stato francesi sconsigliati da Natixis

 Secondo la banca d’affari francese Natixis, appartenente al gruppo Banque Populaire e Caisse d’Épargne (BPCE), l’attuale contesto di mercato è favorevole per essere “lunghi sull’Italia e corti sulla Francia”. Secondo Patrick Artus, chief economist di Naxitis e consigliere economico del governo transalpino, “l’attuale differenziale della curva dei rendimenti italiani rispetto alla curva francese consente un buon ritorno sui titoli di stato italiani in prospettiva dell’atteso restringimento, ma i vantaggi dell’Italia non sono soltanto finanziari”. A pesare sull’andamento degli Oat francesi è senza dubbio anche l’incertezza legata alle elezioni presidenziali, che contrappongono Nicolas Sarkozy a Francois Hollande.

Crisi vendita Ferrari e Maserati

 Brutte notizie per il business Ferrari. Stando a quanto affermato dalla società, infatti, durante la prima parte del 2012 le vendite dei prodotti del cavallino rampante sarebbero pressochè dimezzate, con un crollo del 70% per quanto concerne il giro d’affari Maserati. Il primo trimestre del 2012 si è pertanto chiuso con un andamento davvero deludente per il business delle auto di lusso in Italia, con presumibile flessione indotta anche dall’introduzione del superbollo da parte dell’attuale governo, e dall’intensificarsi dei controlli anti-evasione.

Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli, ha dichiarato come “la contrazione delle vendite registrata nel primo trimestre di quest’anno di Ferrari, – 51,5% rispetto al pari periodo del 2011, e Maserati, – 70%, testimoniano come le scelte intraprese dal Governo abbiano letteralmente terrorizzato i potenziali clienti. Anche quelli, e sono la stragrande maggioranza, che nulla avrebbero da temere dall’Agenzia delle Entrate”.

Come proteggersi dalla volatilità dei mercati

 Da fine marzo scorso sono tornate le tensioni sui mercati finanziari mondiali, a causa di un mix esplosivo fatto di rallentamento economico (Cina, ma anche la recessione in molti paesi europei) e timori per la tenuta del debito sovrano dei PIGS (paesi della zona euro “periferica”). Se i day trader brindano alla volatilità dei mercati, gli investitori “cassettisti” cercando di capire in che modo è possibile proteggersi adeguatamente dagli alti e bassi di borse, obbligazioni e altri asset finanziari.

Perché il rendimento dei Bund è sui minimi di sempre

 Lo scorso 11 aprile è avvenuta l’asta dei Bund a 10 anni, che ha evidenziato il rendimento lordo più basso di sempre all’1,77%. Considerando l’ultima rilevazione di marzo sull’inflazione in Germania al 2,1%, il rendimento del decennale tedesco (Bundesanleihen nella dizione completa) risulta negativo in termini reali (depurato per l’appunto dalla crescita dei prezzi al consumo). L’agenzia del debito tedesca aveva offerto titoli di stato con scadenza luglio 2022 e cedola 1,75% per 5 miliardi di euro. Il rendimento così basso, però, ha spinto gli investitori a richiedere soltanto 4,11 miliardi di euro.

Fiat non preoccupata da riforma del lavoro

 L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è intervenuto ancora sulla riforma del lavoro. Poche ore fa, dinanzi alla platea che era giunta per partecipare alla presentazione dell’accordo di sponsorizzazione tra la compagnia auto torinese e la Juventus, il manager delle quattro ruote ha dichiarato che “Fiat e Fiat Industrial vanno bene, e andranno avanti lo stesso, e sono in grado di sopravvivere a tutti gli eventi che arriveranno, anche se rimarremo bloccati per mesi sulla riforma”.

Rendimento asta BOT 28 Marzo 2012

 La grande attesa sull’asta Bot odierna è stata parzialmente soddisfatta da risultati comunque positivi, nonostante un contesto nazionale e internazionale non troppo sereno. L’Italia sembra infatti scontare qualche turbolenza ai vertici amministrativi, il possibile nuovo allargamento dello spread tra i Btp italiani e gli equivalenti Bund tedeschi, e le possibilità di un peggioramento delle condizioni dei conti pubblici di alcuni membri UE (come la Spagna) che rischierebbero di far scattare un nuovo rischio contagio, minando alla base gli straordinari sforzi compiuti dal Paese.

Risultati asta CTZ 27 marzo 2012

 Il Tesoro italiano ha diffuso stamattina i risultati dell’asta dei CTZ (Certificati di credito del Tesoro zero coupon) e dei BTP€i per un ammontare complessivo di 3,817 miliardi di euro. Il collocamento può essere giudicato molto positivo, visto che si è attestato vicino al top della forchetta stimata tra un minimo di 2,5 e un massimo di 4 miliardi di euro. La Banca d’Italia ha comunicato che la quinta tranche dei CTZ con scadenza 31 gennaio 2014 (codice Isin: IT0004793045) è stata collocata con successo per quasi 2,82 miliardi di euro.

Assicurazioni italiane favorite dal decreto liberalizzazioni

 Negli ultimi giorni Chevreux ha avuto modo di analizzare gli effetti sul comparto assicurativo delle ultime novità legislative italiane, e di produrre una ricca considerazione su ciò che potrebbe accadere al mondo delle assicurazioni in conseguenza dei provvedimento sulle liberalizzazioni, recentemente approvato dal Parlamento italiano. Secondo quanto affermato da Chevreux, l’impatto del decreto sul mondo assicurativo dovrebbe essere – nel complesso – positivo, consentendo così alle compagnie di poter ridurre i costi di risarcimento per danni fisici minori. “Anche se parzialmente mitigato da altre norme quali gli sconti obbligatori” – afferma la società di analisi transalpina – “il nuovo pacchetto è una buona notizia per le assicurazioni italiane”.

Fatturato italia in calo, minimi dal 2009

 Mai così male dal 2009; il fatturato dell’industria Italiana a Gennaio scende del 4.9% su base mensile e del 4.4% su base annua. La diminuzione è del 5.2% sul mercato interno e del 4.5% sul mercato estero e tenendo conto della differenza di giorni di Febbraio 2012 il fatturato ha subito una riduzione del 7.1% sul mercato interno, mentre sul mercato estero sale dell’1.3%. L’indice è in calo anche nella media degli ultimi tre mesi; -1.5% considerando il trimestre novembre-gennaio ed il precedente.

I dati più specifici aiutano ad isolare i settori; gli indici del fatturato a gennaio hanno visto una diminuzione dell’8.5% per i beni strumentali, del 4.7% per i beni intermedi, del 3% per i beni di consumo e del 2.5%per l’energia. Il dato più negativo è sulla produzione dei mezzi di trasporto (-14%). L’unico dato positivo in questo senso arriva dalla produzione di prodotti petroliferi raffinati (+15.8%).

Debito pubblico record in Italia a gennaio 2012

 Il debito pubblico italiano aggiorna un nuovo record a gennaio 2012. Secondo i dati contenuti nel Supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia, “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”, è stata toccata la soglia di 1.935,829 miliardi di euro, in crescita di quasi 38 miliardi dal mese precedente quando era stata raggiunta la cifra di 1.897,946 miliardi di euro. Secondo quanto afferma Bankitalia, il forte aumento del debito su base mensile è dovuto al fattore “stagionalità”: in questo periodo dell’anno avviene un maggiore accumulo delle disponibilità del Tesoro presso la Banca d’Italia.

Accordo Fiat-Opel per l’Europa

 In occasione dell’apertura del Salone di Ginevra 2012, si arricchisce il panorama di informazioni e di rumors in capo a Fiat. Stando a quanto sta emergendo nelle ultime opere, la compagnia torinese starebbe tenendo aperto un tavolo con un altro big del settore, Opel, per valutare margini di una possibile cooperazione produttiva a latere dell’accordo che la stessa compagnia tedesca e la propria capogruppo GM hanno siglato con la Psa Peugeot Citroen.

La vera notizia è tuttavia che i rumors degli ultimi giorni sono qualcosa di più di mere indiscrezioni di mercato: proprio poco fa, infatti, è giunta la conferma delle trattative da parte di Karl-Friedrich Stracke, amministratore delegato di Opel, anch’esso presente al Salone di Ginevra, che non si è tirato indietro dal commentare quanto sta accadendo nei confronti della società torinese.