Tassi bassi rischiosi nel lungo termine

 Tassi troppo bassi per un periodo troppo lungo sono rischiosi, é questa l’affermazione del membro dell’esecutivo Bce Jurgen Stark, secondo il quale tenere i tassi di interesse  bassi per  lungo tempo comporta dei rischi in quanto all’eccessiva assunzione di rischio e a investimenti sbagliati, contribuendo negativamente al possibilità di crescita dell’economia. I tassi bassi, ha aggiunto, rappresentano una falsa soluzione che fornisce incentivi completamente sbagliati. Il tedesco Stark ha un’opinione che é condivisa da molti membri della BCE e spegne gli entusiasmi di quanti pronosticano che Francoforte possa decidere al più presto di riabbassare i tassi, mossa ipotizzata da alcuni analisti.

Bank of America taglia 3500 posti di lavoro

 La turbolenza che sta investendo i mercati miete altre vittime, dopo gli investitori l’ultimo fulmine colpisce gli impiegati della Bank of America. La prima banca americana in termini di asset taglierà 3.500 posti di lavoro entro la fine del prossimo mese. La notizia, citata dal Wall Street Journal, sottolinea che i primi a subire il licenziamento saranno gli addetti ai lavori dell’investment banking e del trading. Alcuni hanno giá ricevuto la notifica del licenziamento e il piano di ristrutturazione proseguirà nei prossimi giorni, comportando altre migliaia di tagli addizionali. Gli azionisti hanno chiesto una drastica riduzione dei costi poichè il rallentamento dell’economia americana ha significato una contrazione dei ricavi.

Libia: problema crediti per le aziende italiane coinvolte

 Escludendo le aziende a maggior capitalizzazione su cui si è concentrata la discussione dell’effetto “Libia”, un’analisi più approfondita della Camera di Commercio italo-libica ha fatto emergere almeno altri 600 nomi di realtà coinvolte, di cui circa 50 con problemi sul recupero crediti (e non solo) secondo Reuters.

L’ammontare dei crediti da recuperare si stima in milioni di Euro; l’impegno dell’Italia sul territorio libico non è a 360° ma quasi, visto che si parla di una massiccia presenza nell’ambito delle infrastrutture (da parte dell’Anas per quanto riguarda un’appalto da 125.5 milioni di Euro) per iniziare.

Dow Jones contrastato, Milano indecisa

 La chiusura del Mercato Americano nella giornata di ieri ha lasciato interrogativi e dubbi aperti senza dare un senso alla tenuta a cui stiamo assistendo sui Mercati. Più convincente è stato il Mib insieme all’Eurostoxx, anche se questo non basta ad invertire la tendenza e ridare sicurezza agli investitori che ancora non comprano come ci si potrebbe aspettare.

Petrolio, quotazioni altalenanti per le vicende libiche

 Le vicende che stanno coinvolgendo la Libia, con la rapida avanzata delle truppe dei ribelli e il progressive sgretolamento del regime di Gheddafi, non potevano non avere conseguenze dal punto di vista economico: in effetti, non bisogna mai dimenticare che stiamo parlando di un paese che vanta una riserva di petrolio piuttosto importante, dunque l’oro nero risente di tutti questi eventi. A dire la verità, però, la commodity è stata protagonista di un andamento a due velocità nel corso delle ultime quotazioni. Nello specifico, il ribasso iniziale, con il livello che è sceso in modo progressivo fino agli ottantuno dollari al barile, è stato leggermente compensato dai guadagni successivi, i quali non sono però stati consistenti come ci si poteva aspettare in un primo momento. In particolare, le vendite hanno dominato in un lungo e in largo le contrattazioni iniziali, anche perché si è subito pensato che la nazione africana potesse riprendersi economicamente grazie alla fine della guerra civile che sta ormai infuriando da mesi; ma la fine del regime non è ancora certa al 100% e quindi non si può essere del tutto sicuri che la ripresa si avvii realmente.

Ford e Toyota unite dalle auto ibride

 La rivalità e la concorrenza sono senz’altro due elementi peculiari del mercato automobilistico, ma spesso anche le collaborazioni portano i loro frutti: è il caso, ad esempio, di Ford e Toyota, le quali stanno pianificando appunto di sviluppare insieme un sistema ibrido che possa essere funzionale ai pickup e ai suv, in modo da venire incontro alle esigenze economiche relative al carburante. Per il momento, però, esiste soltanto un accordo preliminare che prevede la vendita di veicoli con tale tecnologia nel prossimo decennio, così come emerge in maniera chiara dai comunicati degli ultimi giorni della compagnia americana e di quella giapponese. In particolare, dovrebbe essere sfruttato il motore elettrico a gasolio sviluppato dagli stessi nipponici, la cui produzione è prevista nelle ordine delle 100mila unità entro i prossimi due anni.

Fondi Europei: al Sud rimangono inutilizzati

 La proposta di Sarkozy e della Merkel sui fondi strutturali destinati all’Ue non é piaciuta al ministro degli Affari regionali Fitto, il quale ha sottolineato che noi italiani (e in particolar modo il Mezzogiorno), siamo i maggiori destinatari di tali risorse. Fondi che però, restano puntualmente inutlizzati, avrebbe dovuto ricordare il ministro. Secondo i dati della Svimez, il centro studi per il Mezzogiorno, il PIL pro capite delle regioni meridionali, cinque delle quali (Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna) destinatarie del recente  warning  europeo, dal 1951 al 2009 è sceso dal 65,3% al 58,8% di quello del Centro-Nord. Dei 43,6 miliardi di euro del programma 2007-2013, somma comprensiva del cofinanziamento nazionale, sono stati spesi appena per il 9,6% del totale.

Record prezzo oro a causa della crisi

 Il tasso di volatilità dei mercati finanziari internazionali e le paure di recessione fanno dell’oro uno dei beni rifugio per eccellenza, tanto da spingerne gli acquisti e il prezzo a livelli record. Il metallo sfiora in questi giorni per la prima volta oltre i 1.850 dollari l’oncia. Al suo apice, il costo un’oncia (l’equivalente di circa 30 grammi) di oro e’ arrivato a 1.852,75 dollari. Durante la scorsa settimana il prezzo dell’oro ha così guadagnato quasi il sei per cento. Sono ormai molti gli analisti che credono in un aumento del metallo giallo sino ai 2.000 dollari l’oncia. Sempre più ricercato dagli investitori per la sua natura di bene rifugio alla luce dello spauracchio di una nuova recessione dell’economia mondiale a cui si aggiungono le recenti perfomance negative del debito Usa e europeo. L’oro sta diventando l’investimento più appetibile del momento, la Banca centrale venezuelana conscia di questa situazione ha deciso di rimpatriare 11 mld di dollari di riserve auree custodite da alcuni Paesi sviluppati, con l’idea  di nazionalizzare la produzione aurea.

Avvio di ottava positivo, FTSE-Mib oltre il 3%, occhi puntati su Wall Street

 Ottimismo in apertura di ottava con il ritorno di una buona parte dei volumi di contrattazione sul Mercato Italiano: dopo la pausa di metà Agosto, si avvicina Settembre ed il ritorno alla normalità, con il Mib che mette a segno un rialzo del 3% avviandosi a concludere la giornata in territorio positivo insieme a Wall Street ora in guadagno dell’1,53%.

L’Islanda accelera la vendita dei principali asset finanziari

 L’Islanda ha deciso di velocizzare al massimo i tempi relativi alla vendita dei propri assets al dettaglio: si tratta di una cessione necessaria per venire incontro alle necessità urgenti di Landsbanki, oltre che del tentativo estremo di ripagare gran parte del debito che la nazione scandinava vanta da diverso tempo nei confronti dell’Olanda e del Regno Unito. Come procederà dunque la banca in questione?

Il caldo impone un anticipo della tradizionale vendemmia

 Il clima estivo del nostro paese è tradizionalmente piuttosto caldo, ma in questo 2011 ha passato i limiti, se è vero come è vero che anche alcuni appuntamenti agricoli hanno subito delle modifiche importanti: si tratta della vendemmia, evento tipicamente autunnale, che invece in tale occasione verrà anticipata di quindici giorni rispetto a quanto avvenuto soltanto un anno fa, così come rilevato in maniera puntuale dalla Coldiretti. Che cosa vuol dire tutto questo? Le temperature di questi giorni sono quelle più indicate per far crescere le uve sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo, quindi la produzione deve necessariamente subire questo spostamento temporale.

Dow Jones Industrial Average: niente panico, pitchfork all’opera

 Ieri abbiamo fatto riferimento ad una situazione di tenuta sull’indice Dow Jones, punto di riferimento per tastare il polso della Finanza Mondiale. Anche se l’affermazione può sembrare azzardata quando anche i telegiornali parlano di sell-off e panico sui mercati (ed in Italia succede solo nei momenti peggiori, quando la bufera è già in corso da un pezzo) guardando effettivamente oltreoceano ci si rende conto che il quadro tecnico non è sicuramente paragonabile a quello italiano.

Disoccupazione Usa oltre le attese

 Nonostante il giudizio positivo di Fitch e di Standard & Poor’s (tra l’altro sotto la lente del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che  ha avviato un’indagine  per verificare se l’agenzia di rating ha assegnato giudizi in maniera impropria) la situazione non sembra essere delle più rosee per una delle maggiori economie mondiali.  L’ultimo dato riguarda l’occupazione: crescono oltre le attese le richieste per nuovi sussidi di disoccupazione  presentate la scorsa settimana negli Stati Uniti. Le domande per ricevere sussidi statali per la perdita del lavoro sono cresciute precisamente di 9.000 unità, arrivando alla quota destagionalizzata di 408.000 unità, secondo i dati del Dipartimento del Lavoro. Gli economisti avevano previsto che i nuovi sussidi sarebbero stati inferiori alle 400.000 unità.

Dipartimento di Giustizia indaga su giudizio rating e titoli tossici

 In effetti a qualcuno era sembrato un po’ eccessivo il giudizio AAA di Fitch confermato  per gli Stati Uniti, che ha sottolineato la flessibilità monetaria e dei tassi di cambio USA che aumentano la capacità dell’economia di assorbire gli shock. L’agenzia ha inoltre promosso tacitamente l’accordo sulla riduzione del deficit raggiunto in extremis dal Congresso americano. Standard & Poor´s era stata un po’ più cauta e aveva espresso un giudizio AA+, ma sembra che la situazione non sia così rosea, o almeno questi sono i sospetti. Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’indagine su Standard & Poor´s per verificare se l’agenzia di rating ha assegnato giudizi in maniera impropria o comunque troppo clemente.