Prima perdita dal 2002 per Swiss Re a causa di errate scommesse sugli swap

 Swiss Reinsurance Co., una delle maggiori compagnie assicurative del mondo, ha fatto rilevare la sua prima perdita negli ultimi sei anni ed ha dovuto conseguentemente sospendere un programma di riacquisto di azioni, a seguito di scommesse sbagliate sugli swap creditizi. La società svizzera ha riportato un calo di circa il 5% alla borsa di Zurigo: la perdita totale del terzo trimestre del 2008 ammonta a 304 milioni di franchi svizzeri (259 milioni di dollari), dato non incoraggiante se confrontato col reddito netto ottenuto lo scorso anno (1,47 miliardi di franchi).

 

La stima media di otto analisti economici è stata di circa 150 milioni di franchi di profitto. Il comparto assicurativo è stato indebolito dalle persistenti perdite nei contratti venduti al fine di proteggere i clienti contro i declini dei titoli a reddito fisso: Swiss Re ha effettuato registrazioni per 289 milioni di franchi per quanto riguarda gli swap. Una situazione simile è stata vissuta dalla società statunitense American International Group Inc., che ha recentemente avuto bisogno di un prestito governativo di 85 miliardi di dollari al fine di porre un freno alla perdite sugli stessi prodotti.

 

La Grameen Bank: Yunus presta ai poveri a tassi agevolati

Le banche dei poveri sono istituti bancari che operano, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo, nel campo della microfinanza, erogando servizi finanziari (quali, ad esempio prestiti, gestione del risparmio ed assicurazioni) caratterizzati da importi unitari molto bassi (equivalenti a pochi euro o decine di euro) a soggetti che il settore bancario tradizionale considera non solvibili. L’intuizione di un economista del Bangladesh Muhammad Yunus (il terzo bengalese a ricevere il Nobel) è stata duplice: che i poveri, se hanno una possibilità, sono migliori debitori rispetto ai ricchi. Pagano i debiti con assai maggior coscienza etica dei ricchissimi che, in molti casi, ricorrono alla bancarotta pur di non onorare i propri. La seconda è che, se è vera la prima intuizione, bisogna puntare sui poveri tra i poveri: le donne, ad esempio, segmento sociale reietto e considerato, in molte società, cittadinanza di serie B, bisogna considerare che le donne allevano figli e regolano piccole economie famigliari.

Yunus, il banchiere dei poveri comincia la sua avventura rischiando i primi soldi di tasca propria a metà degli anni Settanta promuovendo una ricerca che studi un nuovo sistema di credito per i contadini poveri della regione. Negli anni il progetto si trasforma nella “Grameen Bank”, la banca rurale dei poveri che presta a tassi agevolati. Tuttavia la politica dei prestiti è esattamente il contrario quella delle normali banche: si può ottenere il prestito solo se si è poveri davvero. L’iniziativa asiatica di Yunus è stato accolta con grande entusiasmo da economisti e premi Nobel, a tutte le latitudini, ed ha permesso a 30 milioni di poveri, in soli vent’anni, di tirarsi fuori dall’indigenza assoluta.

Liechtenstein: cosa sta succedendo?

Le parole “Liechtenstein” ed “evasione fiscale” da qualche settimana riempono le pagine dei giornali. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo realmente.

Tutto è cominciato a metà febbraio quando un quotidiano tedesco ha annunciato la scoperta di evasioni fiscali per l’ammontare 3’400 milioni di euro nascosti in Liechtenstein. Il primo grosso nome al centro delle indagini è stato quello del numero uno delle poste tedesche,Klaus Zumwinkel. La polizia l’ha subito definita la più grande inchiesta fiscale mai vista in Germania e tra le persone coinvolte ci sarebbero molti dei personaggi chiave del paese i quali sono sfuggiti al fisco nascondendo denaro nel piccolo stato.

Ma perchè in Liechtenstein? Il principato è uno dei tanti paradisi fiscali del mondo. Un paradiso fiscale è uno stato in cui la normativa fiscale prevede una tassazione molto bassa e regole molto rigide sul segreto bancario attirando così ingenti capitali e sedi di società (le società offshore). Nel piccolo stato i servizi finanziari rappresentano circa un terzo del Pil totale e le 15 banche presenti gestiscono in totale un patrimonio che ammonterebbe a 100 miliardi di euro.

Carico fiscale: rapporto tasse servizi sempre più alto

Allo scopo di alleggerire il pesante carico fiscale che grava sulle 300 mila piccole e medie imprese svizzere, con il 50,5% dei voti vince il ‘si” al referendum sulla riforma dell’imposizione fiscale delle aziende in Svizzera. Il ‘no’ e’ prevalso in 8 cantoni della Svizzera occidentale, in maggioranza francofoni. L’Italia è confinante con la Svizzera ed è curioso notare come cambi nettamente la situazione da un confine all’altro.

Tra i grandi Paesi europei l’Italia sui colloca all’ultimo posto del rapporto tra tasse pagate e servizi ricevuti. Nel nostro paese, calcola la Cgia di Mestre , grava su ciascun cittadino un peso fiscale annuo pari a 6.747 euro, solo i francesi pagano più di noi: una media di 7.490 euro di tasse allo Stato ma che vengono ricompensate da una spesa sociale pro capite che e’ pari a 9.868 euro. Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi commenta:

La situazione e’ fortemente sconfortante perche’ dimostra ancora una volta come pur in presenza di un peso tributario tanto elevato, in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini della societa’.