Le due maggiori banche italiane, Unicredit e Intesa SanPaolo, hanno annunciato la cessione della propria quota detenuta nel London Stock Exchange Group, la società che controlla la borsa di Londra ma anche la borsa italiana, a seguito della fusione avvenuta nel 2007. Il titolo LSE Group è in forte calo quest’oggi, dopo la notizia dell’addio delle due big italiane. Unicredit collocherà 16,6 milioni di azioni ordinarie LSE, mentre invece Intesa SanPaolo collocherà la sua quota pari a 14,5 milioni di azioni.
Redazione
Asta bond tedeschi a cedola nulla
La crisi dei debiti sovrani nella zona euro sta creando una serie di anomalie sui mercati finanziari. Prima tra tutte c’è senza dubbio l’offerta di quei titoli di stato percepiti come free risk a tassi nulli. A generare questa anomalia è il fly to quality (letteralmente “fuga verso la qualità”), che sta spingendo sempre più gli investitori a proteggere il proprio capitale acquistando i costosissimi titoli di stato tedeschi senza preoccuparsi dei rendimenti nulli. Oggi ci sarà l’asta degli Schatz a 2 anni per 5 miliardi di euro, che avrà la peculiarità di avere una cedola nulla.
Cina può acquistare bond USA senza passare per Wall Street
Il Tesoro USA permetterà alla Cina di acquistare i Treasury Bond americani senza passare necessariamente per Wall Street. Washington ha deciso di offrire un trattamento “vip” al suo principale creditore ed è la prima volta che attiva una relazione informatica diretta con un governo straniero. Anche se non annunciata pubblicamente, sembra che questa prassi sia già in vigore dalla scorsa estate. Pechino può così piazzare i suoi ordini di acquisto senza passare per l’intermediazione finanziaria delle banche di Wall Street per partecipare alle aste del Tesoro USA. Tuttavia, per vendere sarà però necessario ricorrere ancora ai primary dealers.
Facebook finisce nel mirino della SEC
E’ iniziata nel peggiore dei modi l’avventura di Facebook in borsa. Il titolo, che è stato quotato venerdì 18 maggio sul listino Nasdaq a un prezzo di collocamento pari a 38 dollari, sta crollando sotto i colpi delle vendite e negli ultimi due giorni ha già perso il 20% circa. Ieri il titolo ha toccato un minimo intraday a 30,9 dollari, chiudendo poi a 31 dollari con un vistoso calo dell’8,9%. Il giorno prima era scesa dell’11%. Dai top assoluti di 43,1 dollari toccati venerdì, la discesa è stata pari al 39%.
Ubi Banca promossa dalle banche d’affari
Continua il buon momento in borsa per il titolo Ubi Banca (codice di negoziazione: UBI), che sta guadagnando anche oggi l’1,8% quotando in area 2,37 euro. Ieri il titolo ha messo a segno una performance del 6,58%, dopo che venerdì 18 maggio era stato toccato il minimo più basso di sempre a 2,1 euro. A mettere le ali al titolo a Piazza Affari, come del resto anche altri big italiani del credito (in particolare Banco Popolare), è stata la decisione della Banca d’Italia di dare il via libera all’utilizzo dei modelli interni per la misurazione del rischio di credito verso le imprese e dei rischi operativi.
Piano Stati Uniti-Inghilterra per salvare le grandi banche
Mentre l’Europa continua a fronteggiare la crisi dei debiti sovrani e la probabile uscita della Grecia dall’unione monetaria, il fronte anglosassone costituito da Stati Uniti e Gran Bretagna sta lavorando per rafforzare le linee di difesa in caso di fallimento delle grandi banche. La Bank of England, la Financial Services Authority e la Federal Deposit Insurance Corporation stanno implementando un piano d’emergenza per proteggere le big del credito nel caso in cui avvenisse un clamoroso tracollo di una delle sette più grandi banche dei due paesi, come Goldman Sachs e Barclays.
Titolo Facebook crolla al Nasdaq (-11%)
Nessun riscatto per Facebook dopo il deludente esordio al Nasdaq, avvenuto venerdì 18 maggio. Ieri sera in chiusura a Wall Street, le azioni Facebook risultavano in calo dell’11% a 34,03 dollari, nettamente al di sotto del prezzo iniziale di collocamento di 38 dollari. In realtà, le azioni del social network erano scese addirittura del 13,6% nell’intraday fino a 33 dollari. Il tonfo di ieri è costato al colosso di Menlo Park la perdita di 10 miliardi di dollari di capitalizzazione, che ora è scesa a 94 miliardi di dollari.
Come proteggersi dai ribassi delle borse
La parola d’ordine che oggi risuona frequentemente tra i risparmiatori è “protezione”. Le turbolenze sui mercati finanziari e le aspettative di forte rallentamento economico nei prossimi 2-3 anni si mescolano con la crisi dell’euro e lo spettro di un’uscita della Grecia dalla moneta unica. Senza dimenticare la grave crisi bancaria in Spagna, il possibile effetto-contagio sull’Italia e i recenti timori per la forte esposizione sui derivati di JP Morgan. Quanto basta per spingere gli investitori, grandi e piccoli, verso una maggiore protezione del capitale.
Assicurazioni auto, come calcolare il premio
Nonostante il nome possa trarre in inganno, il premio assicurativo non ha nulla a che vedere con un possibile regalo che la nostra compagnia assicurativa ci fa quando raggiungiamo un determinato obbiettivo. Il premio assicurativo è quanto dobbiamo pagare all’assicurazione per aver assicurato il nostro veicolo e quindi poter circolare rispettando le leggi vigenti. Il calcolo di tale premio viene fatto sulla base di diversi fattori direttamente dall’agenzia dove ci rechiamo per stipulare un nuovo contratto assicurativo.
In particolar modo per le assicurazioni auto, sono tanti i fattori che vengono presi in considerazione dalle compagnie assicurative, i quali si possono divedere in oggettivi e soggettivi.
Borsa di Londra triplica profitti 2011
Nonostante la crisi dell’euro e le continue tensioni sui mercati finanziari globali, il London Stock Exchange ha chiuso l’esercizio 2011 con un utile netto triplicato e forte crescita delle revenue. A trainare i conti della borsa di Londra è il listino milanese, che ha più che raddoppiato la revenue dei depositi solitamente overnight delle banche della Penisola. L’utile operativo del gruppo è cresciuto del 30%, la revenue del 10%, mentre l’utile netto è più che triplicato a 522 milioni di sterline, considerando anche gli effetti dell’acquisizione del Footsie.
Rischio derivati JP Morgan da 100 miliardi
Lo scandalo relativo alle attività di trading sui derivati, che è costato finora a JP Morgan una perdita da oltre 2 miliardi di dollari in sei settimane, potrebbe essere soltanto una piccola falla in un sistema di operazioni sui prodotti finanziari derivati ben più complesso. Inoltre, sembra che il ceo della banca d’affari americana, Jamie Dimon, fosse a conoscenza delle strategie della divisione sotto accusa, vale a dire il chief investment office di Londra. Questo ufficio, guidato fino a pochi giorni fa dalla dimissionaria Ina Drew, avrebbe accumulato un portfolio da 100-150 miliardi di dollari in titoli ad alto rischio, come gli asset-backed securities (Abs).
Facebook debutta al Nasdaq a 38 dollari
Mancano ormai poche ore e finalmente Facebook sbarcherà ufficialmente sul listino azionario americano Nasdaq. Il simbolo di negoziazione sarà FB. Intanto anche l’ultimo tassello è andato al suo posto. Il prezzo dell’Ipo è ora ufficiale: 38 dollari per azione. Il pricing dei titoli Facebook va a fissarsi proprio sul massimo della forchetta prevista (34-38 dollari), che era stata già aumentata dalla precedente valutazione (28-35 dollari). La capitalizzazione di partenza per il colosso dei social media sarà pari a 104 miliardi di dollari, una cifra record e senza precedenti per l’Ipo di una big americana.
Come investire in Facebook
Oggi è senza dubbio il giorno di Facebook, che sbarcherà al Nasdaq con il simbolo FB. Il roadshow di presentazione della società di Menlo Park agli investitori istituzionali ha portato in dote una domanda boom e un aumento della forchetta del prezzo di collocamento a 34-38 dollari per azione da 28-35 dollari. Le 337,4 milioni di azioni offerte sono andate letteralmente a ruba. Il sold-out anticipato ha fatto sì che l’offerta fosse aumentata di altre 50 milioni di azioni. Ma in che modo è possibile investire in azioni Facebook direttamente o indirettamente?
Rischio derivati sui mercati finanziari
Il recente scandalo legato alle attività di trading sui derivati di JP Morgan, che ha collezionato una perdita pari a oltre 2 miliardi di dollari in circa 6 settimane, ha fatto tornare a galla il timore che questo mercato sia troppo grande per essere controllato e che le banche d’affari siano in grado di mettere in piedi scommesse speculative altamente rischiose senza dover dare conto a nessuno, ma facendo tremare mezzo mondo quando le cose non vanno per il verso giusto.