Quando si parla di petrolio si fa sempre la distinzione, in campo economico, tra Brent e Wti: ma quali sono le differenze tra i due tipi di greggio? Da cosa dipendono i cambiamenti nel loro valore?

Quando si parla di petrolio si fa sempre la distinzione, in campo economico, tra Brent e Wti: ma quali sono le differenze tra i due tipi di greggio? Da cosa dipendono i cambiamenti nel loro valore?

Giovanni Castellucci non è più l’amministratore delegato di Atlantia, società che controlla Autostrade per l’Italia che è a sua volta controllata da Edizione, punto fermo societario della famiglia Benetton: un atto che si può quasi definire dovuto dopo l’inchiesta della Procura di Genova sul crollo del ponte Morandi ed i suoi risultati.

Il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri sarebbe, a quanto pare, pronto per assicurare una risoluzione veloce della questione Alitalia, partecipazione del Mef alla cordata compresa, dando via libera alla conversione degli interessi sul prestito-ponte prima della firma del contratto. E quindi in tempi consoni.

La BCE non bada a spese per sostenere l’economia europea ed evitare una possibile crisi: è arrivato infatti il via libera ad un nuovo round di quantitative easing da novembre ed un taglio dei tassi sui depositi.

A poco più di una settimana dall’assemblea dei soci di Banca Carige che potrebbe decretarne definitivamente il salvataggio la paura dilaga: e se mancasse l’appoggio dei Malacalza? In quel caso, nonostante gli investimenti stabiliti ci si potrebbe trovare davanti alla risoluzione dell’istituto.

La Fed è pronta a tagliare ancora una volta i tassi di interesse: è questo ciò che gli analisti si aspettano che avverrà a breve e la colpa sembrerebbe dover essere attribuita ai dazi voluti da Donald Trump alla base della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

L’assemblea degli azionisti di Mediaset ha dato il via libera al riassetto della società: come previsto dal progetto annunciato a giugno, sarà possible eseguire sia la fusione con Mediaset Espana sia la nascita della holding MediaForEurope. Un voto che non è andato giù a Vivendi che lo definisce illegale.

Vivendi vince il ricorso contro Mediaset: potrà partecipare all’assemblea che si terrà a breve per autorizzare la nascita di MediaForEurope e quindi la fusione tra Mediaset Espana e l’azienda di Piersilvio Berlusconi. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, dando modo automaticamente alla società francese di poter creare qualche problema alla creazione di MFE.

La crisi di Governo in atto ha acceso i riflettori nei confronti dei titoli di stato e degli investimenti abbassando l’attenzione relativa a quelle “minacce” di “Italexit” o uscita dell’Italia dall’Euro che alcuni interlocutori paventavano come possibile. Secondo alcuni analisti è proprio tale instabilità politica a causare una caduta della presentazione di tale possibilità.

La guerra commerciale ed i dazi imposti da Donald Trump continuano a fare il bello ed il cattivo tempo dell’economia mondiale portando in queste ultime ora ad un crollo dello yuan cinese e delle borse asiatiche: tengono invece quelle europee che hanno saputo ritirarsi su dopo un breve calo.

La “tregua” tra Mediaset e Vivendi è durata davvero poco: nemmeno l’assemblea convocata per il prossimo 4 settembre per votare l’eventuale fusione con Mediaset Espana ha fermato le due parti dallo scontrarsi. L’ultimo atto? L’esposto contro Vivendi depositato da Mediaset presso la Consob.

La crisi di Governo in atto sta influenzando, come era ovvio aspettarsi, anche l’andamento dell’economia italiana: e se qualche giorno fa l’incertezza politica ha portato con sé un rating non entusiasmante da parte di Fitch, le dimissioni del premier Giuseppe Conte hanno affondato la Borsa in chiusura e contemporaneamente fatto esprimere ai mercati apprezzamento per un’alleanza M5s – PD.

Il cambio euro-dollaro è uno dei fattori che più influenzano e sono influenzati dall’andamento dei mercati finanziari e dalle ingerenze geopolitiche globali. Perché in questo particolare momento tale scambio sta scendendo?

La recessione potrebbe essere un rischio serio per almeno 5 delle più grandi economie mondiali e secondo gli analisti in questo gruppo ristretto rientrano anche Germania, Gran Bretagna ed Italia.
