Inizia finalmente a prendere forma l’ingresso di Unipol nell’azionariato di Premafin, che detiene il controllo di Fondiaria Sai. Con l’approvazione dell’aumento di capitale riservato alla società bolognese, le cooperative emiliane hanno di fatto fornito il via libera per una operazione che dovrebbe avere un controvalore di quasi 1,5 miliardi di euro, e che dovrebbe costituire passo necessario per poter realizzare l’attesa elaborazione del nuovo polo assicurativo.
Come si evince da una nota Unipol, l’accordo prevede che Premafin deliberi un aumento di capitale riservato a Unipol Gruppo Finanziario per un massimo di 400 milioni di euro. A sua volta Unipol procederà a domandare ai suoi una delega per il consiglio di amministrazione per un aumento di capitale fino a un importo massimo di 1,1 miliardi di euro. Un aumento riservato che dovrebbe permettere a Premafin di recuperare le risorse utili per poter partecipare per le quote di pertinenza all’aumento di capitale di Fonsai.
La questione Ligresti infiamma il dibattito e catalizza l’attenzione su tutto quello che riguarda Premafin; il titolo in borsa ha iniziato ad alzare la volatilità durante le contrattazioni del 23 febbraio e da quel giorno il range di prezzo interessato dagli scambi è diventato sempre più esteso. Siamo arrivati ad un top di periodo prossimo a 0.5500 durante le contrattazioni mattutine del 27 febbraio per poi veder ridimensionato il prezzo fin sotto 0.4000. bottom relativo di periodo sfiorato il giorno dopo.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano La Repubblica, la società russa del gas Gazprom avrebbe accettato di rivedere i termini delle forniture che attualmente assicurano ben 22 miliardi di gas all’italiana Eni. Il quotidiano riporta un annuncio giunto nella serata di ieri al termine di un incontro cui hanno partecipato l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni e il presidente di Gazprom Alexei Miller.
Berenberg ha abbassato il target price Enel rispetto alla sua precedente osservazione. Stando a quanto affermato dalla compagnia, infatti, la società energetica avrebbe visto il proprio target ridotto dai precedenti 4 euro agli attuali 3,8 euro, con un passo indietro che appare giustificato in vista delle mutate condizioni nelle quali si viene a trovare l’azienda.
Telecom Italia taglia il dividendo del 23%. La società italiana ha infatti affermato che quest’anno distribuirà 900 milioni di euro di dividendi contro i 1.182 milioni di euro distribuiti nel corso dello scorso anno. Una decisione che l’azienda ha giustificato in una nota diramata agli stakeholders, nella quale attribuisce la colpa di questa opzione alla crisi economico finanziaria internazionale, e ai suoi riflessi negativi nei principali mercati di competenza.
Il pericolo recessione nell’area Euro non è del tutto svanito con i recuperi dell’azionario e con il ridimensionamento dello spread, ma il quadro generale è molto diverso rispetto a qualche mese fa’. L’andamento del FTSE-Mib conferma la volontà di cambiamento con il Governo Monti che da più parti è stato lodato per il lavoro svolto e per le aspettative positive di lungo periodo. A sostegno di un quadro che va’ migliorando di mese in mese abbiamo il settore bancario che dal bottom di Novembre scorso ha recuperato il 35% e si dirige verso nuovi top relativi di medio periodo rilanciando anche il settore assicurativo direttamente connesso.