Blue Chips italiane: Telecom, Enel e Fiat

Per chi gioca a poker le blue chips sono le fish blu, quelle che hanno il valore più alto. La borsa è in effetti un gioco d’azzardo e le blue chips sono le azioni “meno azzardate”, quelle più sicure, perchè delle grandi società, con una storia alle spalle di solidità e stabilità, e, in teoria, una garanzia per chi vi investe.

Le blue chips sono così definite in base al volume degli scambi che le riguardano e alla loro popolarità, quindi della loro presenza nei portafogli degli investitori. Sono tutte società ad alta capitalizzazione. Le blue chips appartengono principalmente agli indici S&P Mib e Midex, e sono 84 circa, per una capitalizzazione totale pari a 772 miliardi.

Nelle scorse giornate i mercati sono nuovamente scesi al ribasso, fino a registare nuovi minimi dell’anno. Attendersi una ripresa dei mercati a breve risulta improponibile, quello in cui è possibile sperare è un mese di marzo ed aprile senza brutte sorprese e con “un po’ di respiro per la borsa”. Vediamo come si stanno comportando alcune tra le principali blue chips italiane e cosa potremme aspettarci nel prossimo futuro.

E-commerce: vantaggi e svantaggi di un commercio facile e veloce

Il commercio elettronico può essere definito come: un qualsiasi tipo di transazione tendente a vendere o acquistare un prodotto o un servizio, in cui gli attori interagiscono elettronicamente piuttosto che con scambi fisici e contatti diretti.

Quali sono i motivi che spingono un’azienda a vendere on line? I siti web di e-commerce annullano la distanza tra aziende e mercati: molte aziende, attraverso i siti web di e-commerce, possono essere tentate di instaurare un canale diretto verso la propria clientela finale, il contatto diretto con la clientela finale può determinare una significativa riduzione dei costi di commercializzazione dei prodotti, con evidenti vantaggi reddituali. Attraverso i siti web di e-commerce anche le azioni commerciali possono essere svolte più rapidamente ed efficacemente. Una variazione di prezzo, se decisa, viene vista da tutti subito, una campagna commerciale, pubblicata sul sito web, diviene immediatamente operativa per l’intero mercato, senza che i singoli punti vendita provvedano per esempio all’affissione delle apposite locandine. La possibilità di vendere direttamente on line ad una vasta platea di clienti può determinare la nascita di nuovi settori di business: è possibile sottoscrivere abbonamenti presso società di ricerche di mercato per scaricare dai loro siti web studi e rapporti di ricerca o operare on line in Borsa.

Samsung e Sony investono in schermi piatti, Canon acquisisce Hitachi. Antitrust sospetta cartello

La Samsung è un’azienda multinazionale nata nel 1969 nella Corea del Sud, essa produce elettronica di consumo. Il gruppo possiede filiali in 58 paesi e più di 208.000 dipendenti. La Sony venne fondata il 7 maggio 1946 a Tokyo, il nome della società era allora Sony DL Corporation ed i dipendenti erano venti circa. Sony è oggi uno dei più grandi gruppi economici del Giappone e del mondo, presente nei settori dell’elettronica di consumo, della comunicazione e dei servizi finanziari. Samsung e Sony investiranno insieme circa 1,9 miliardi di dollari in una nuova linea di produzione di schermi piatti, in virtù delle forti prospettiva di crescita per il mercato di televisioni a cristalli liquidi. La settimana scorsa, la giapponese Sony ha dichiarato l’intenzione di acquistare un terzo del nuovo impianto per la costruzione di schermi a Lcd da 3,5 miliardi di dollari che Sharp sta costruendo.

Fastweb: ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro

FASTWEB è un operatore telefonico specializzato nella fornitura di servizi ADSL, fibra ottica, telefono e TV. FASTWEB è il principale operatore alternativo nelle telecomunicazioni a banda larga su rete fissa in Italia. Attraverso una rete “all IP”, con accesso in fibra e xDSL, è riuscita a realizzare la convergenza tra telefonia, Internet e televisione, offrendo l’estesa gamma di servizi che la banda larga rende possibili.

Il Consiglio di Amministrazione di FASTWEB S.p.A. (Milano, MTAX: FWB), ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2007. Con un’acquisizione netta di clienti pari a 268.000 unità la base clienti è passata da 1.045.000 abbonati di fine 2006 a 1.312.600 abbonati a fine 2007. FASTWEB ha così incrementato la propria market share sul mercato italiano degli accessi in banda larga che, nello stesso periodo, è cresciuto di circa il 19%. Nel 2007 Fastweb riporta ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro, segnando un incremento pari al 14% rispetto ai 1.260 milioni di euro del 2006. L’Ebitda è cresciuto a 480 milioni di euro (+59% su anno). L’EBIT consolidato è positivo per 98 milioni di euro, rispetto a una perdita di 87 milioni di euro nel 2006. L’utile ante imposte è pari a 31 milioni di euro, contro una perdita di 168 milioni di euro nel 2006.

Risultato operativo Wind: Infostrada secondo operatore di telefonia fissa

Wind ha chiuso il 2007 con utile netto di 198 milioni di euro, rispetto ai 23 milioni del 2006. I ricavi hanno raggiunto i 5.271 milioni (+6,8% sul 2006) nonostante l’abolizione dei costi di ricarica, la regolamentazione europea della tariffe di roaming e l’ulteriore riduzione delle tariffe di terminazione dal luglio di quest’anno. Wind ha raggiunto 15,6 milioni di utenti nella telefonia mobile, in crescita del 6,4% rispetto al 2006 e riguardo alla telefonia fissa, Infostrada si conferma il principale operatore alternativo a Telecom Italia. Il debito, si è ridotto a 6.440 milioni di euro, in confronto ai 7.057 milioni dell’anno precedente. Al 31 dicembre sono stati rimborsati in anticipo 491 milioni di euro.

L’Ebit (il risultato operativo al netto degli interessi e delle tasse), si è poi attestato a 157 milioni di euro, contro i 60 milioni di euro del 2006. L’Ebitda ossia i guadagni al netto degli interessi, delle tasse ed inoltre dei deprezzamenti e degli ammortamenti ha raggiunto i 447 milioni di euro, in progresso del 15,5% rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente.

Continua l’asta per Wimax: dopo Wind ed AirOne anche Fastweb e Mediaset abbandonano la gara

Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni o direttamente sul computer, in ufficio e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl. Germania Francia e Gran Bretagna hanno già concesso le licenze agli operatori. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax».Le licenze WiMax sono all’asta anche in Italia e permetteranno anche da noi l’arrivo di offerte a banda larga. L’asta organizzata dal ministero costituisce la fase finale per l’assegnazione dei diritti d’uso a disposizione dei singoli operatori. Quando anche questa procedura sarà terminata avrà inizio la vera fase operativa per la realizzazione dell’infrastruttura di rete e per la fornitura del servizio; tale fase dovrà comunque sottostare a precise disposizioni relative alle tempistiche con cui il territorio verrà coperto dal segnale.

Espresso vola in borsa e propone annullamento di 25,2 azioni

Conti superiori alle aspettative per il Gruppo Espresso. Il 2007 si è chiuso con una flessione del 7,7% ed un utile netto di 95,6 milioni, risultato decisamente migliore di quanto pronosticato (da Banca Imi che prevedeva 76 milioni a Euromobiliare sim che se ne aspettava 90). L’indebitamento è rimasto pressochè invariato rispetto al 2006 (264,9 milioni) mentre i ricavi pubblicitari sono aumentati del 6,7%.

I conti avrebbero beneficiato della nuova normativa Tfr, ma nell’anno in corso tale “bonus” dovrebbe annullarsi ed il gruppo potrebbe risentire in differita del calo dei ricavi diffusionali, scesi dell’11,3%. Il Cda ha anche reso nota l’intenzione di proporre alla riunione in programma ad aprile l’annullamento di 25,215 milioni di azioni, su un totale di 29,6 milioni detenute, con l’obiettivo di ridurre il capitale.