Previsioni Eurostoxx Giugno 2012

 Tra i futures più importanti dell’Eurozona quello che maggiormente rispecchia l’andamento generale è sicuramente l’Eurostoxx quotato all’Eurex. Le ore di contrattazioni riescono a dare seguito alla sessione Europea con il proseguo degli scambi oltre gli orari di chiusura delle principali Piazze, collegando il mercato Europeo a quello USA e diminuendo i gap di apertura e chiusura.

La capacità previsionale e la forte componente “tecnico-grafica” che caratterizza l’Eurostoxx lo rende anche la scelta preferita per chi segue sia l’analisi fondamentale sia l’analisi tecnica. L’altissima liquidità infine ne fa’ uno degli strumenti finanziari più scambiati e più stabili dell’intera Eurozona, secondo forse solo al Bund quotato nello stesso mercato.

Gruppo Benetton: ottimo utile per Sintonia

 Per Benetton le buone notizie giungono soprattutto dal piccolo Granducato di Lussemburgo: è questa, infatti, la nazionalità della holding Edizione, a cui fa capo Sintonia, tutte società che fanno comunque riferimento a un’unica capogruppo, la celebre multinazionale della moda di Treviso. In effetti, l’utile di Sintonia ha fatto registrare un miglioramento molto importante, tanto che ora si può parlare con una certa precisione di un dividendo in aumento da distribuire. I risultati finanziari dello scorso anno della stessa Sintonia sono senza dubbio incoraggianti, con un utile di sessantadue milioni di euro rispetto ai 55,5 del 2010, anno in cui il monte dividendi era già stato piuttosto sostanzioso, vale a dire quasi cinquanta milioni di euro.

Tra agosto e settembre l’Opa Greenvision-Ladurner

 L’offerta pubblica di acquisto dovrebbe verificarsi nel periodo compreso tra i prossimi mesi di agosto e settembre: il riferimento non può che andare al lancio dell’Opa obbligatoria che andrà a coinvolgere i titoli azionari di Greenvision Ambiente e che è stata annunciata da Ladurner Finance per un importo complessivo di oltre due milioni di strumenti finanziari. In pratica, si sta parlando di una quota pari a quasi il 35% dell’intera società in questione, la spa di Bolzano che è attiva nella progettazione e realizzazione di impianti che sfruttano le energie rinnovabili, attualmente in fase di liquidazione. Ebbene, l’ammontare previsto è di 6,61 euro per ogni singolo titolo di cui non si è ancora in possesso.

Come far ripartire la crescita in Italia con il private equity

 Secondo il parere di Innocenzo Cipolletta, eletto da poco presidente dell’associazione italiana del private equity e venture capital (Aifi), “i fondi di private equity oggi devono essere considerati uno strumento indispensabile anche per portare capitali esteri in Italia, una soluzione che deve essere favorita in tutti i modi per invertire la tendenza della fuga dall’Italia”. Gli scarsi investimenti in capitali di rischio stanno penalizzando oltremodo il sistema-Italia e in particolare le aziende del Belpaese, mentre le banche preferiscono speculare con il carry trade sui titoli di stato piuttosto che erogare prestiti a famiglie e imprese per far ripartire la crescita.

Accordo Enel – Lukoil

 Importante accordo tra Enel e la compagnia petrolifera russa Lukoil. Le due parti hanno infatti siglato un accordo di cooperazione per le attività di upstream e midstream in Russia, Europa e Nord Africa, ponendo così le basi per lo sfruttamento sinergico dei propri business. La compagnia italiana, attualmente guidata da Fulvio Conti, e la società presieduta da Vagit Alekperov, si impegneranno su potenziali progetti congiunti, relativi a giacimenti di gas sia nella Federazione Russa che all’estero e, in particolar modo e in prevalenza, nel Mar Caspio e nel bacino del Nord Africa.

Oltre a quanto sopra, Enel e Lukoil condivideranno le rispettive conoscenze, intraprendendo studi di marketing sul gas naturale liquefatto, e sui gasdotti in Europa e nella Federazione Russa, con focalizzazione degli impieghi, e possibile e atteso ritorno positivo nel medio termine.

Previsioni negative su crescita e disoccupazione USA 2012

 Nella giornata di oggi la Federal Reserve ha rivisto le stime di crescita ed occupazione relative agli USA ed a sorpresa il quadro previsto è in peggioramento. Secondo Ben Bernanke il tasso di disoccupazione arriverà all’8,2% con la crescita che frenerà da 2,9% al 2,4%. Le stime vengono riviste al ribasso proprio al culmine di un periodo di netto recupero per i mercati azionari che vedono il Dow Jones puntare direttamente a quota 13000 punti.

Anche se il tasso di disoccupazione sta scendendo la decrescita registrata è troppo lenta secondo la FED ed in queste condizioni il rilancio del Paese e della Valuta USA si allontana e sfora il 2012.

Durante l’intervento è stata confermata inoltre l’estensione dell’Operazione Twist; per un valore complessivo di 267 milioni di dollari verrà eseguito lo “swap” dei bond a breve termine con quelli a lungo termine, entro la fine dell’anno. Proprio sull’operazione la commissione si è trovata in leggero disaccordo, con il voto contrario di Jeffrey Lacker, contrario all’estensione dello swap.

Strategie anti-crisi delle banche centrali

 Dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008, le principali banche centrali mondiali sono intervenute a più riprese per tentare di arginare la crisi, sostenere il sistema finanziario, evitare gli squilibri sul mercato valutario e provare a rilanciare la crescita economica. I risultati finora ottenuti non sono stati esaltanti anche se dopo il crack di Lehman Brothers i mercati finanziari globali si sono pian piano allontanati dal precipizio proprio grazie all’interventismo delle banche centrali, evitando i gravi errori commessi in passato, come ad esempio durante la Grande Depressione degli anni Trenta.

Giuseppe Mussari confermato presidente Abi

 Il comitato esecutivo dell’Abi ha confermato all’unanimità Giuseppe Mussari come presidente dell’associazione bancaria italiana. Mussari resterà ai vertici di Palazzo Altieri per altri due anni. Mussari, già presidente di Banca Mps e della Fondazione Banca Monte dei Paschi di Siena, ricopre il ruolo di presidente dell’Abi già da due anni e la sua conferma era scontata da diverso tempo. Qualche problemino era sorto soltanto lo scorso 16 maggio, quando qualche esponente del comitato aveva pensato a maggiori riflessioni prima della riconferma a causa dell’apertura delle indagini sulla gestione di Banca Mps con ipotesi di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza.

Bond Eni meno rischiosi dei Btp

 Alessandro Bernini, direttore finanziario di Eni, ha definito l’emissione obbligazionaria settennale del Cane a Sei Zampe come “opportunistica”, in quanto si è sfruttato il momento più opportuno per finanziarsi a costi contenuti. Eni ha collocato bond a 7 anni per 750 milioni di euro, con cedola del 3,75% e rendimento a scadenza del 3,84%. Il rendimento spuntato dal colosso energetico italiano è nettamente più basso rispetto a quello offerto dal Btp di pari scadenza (intorno al 5,5%), ma è anche inferiore a quello ottenuto con l’emissione di gennaio da un miliardo di euro.

Norges Bank aumenta la partecipazione in Prelios

 C’è una presenza sempre più scandinava all’interno di Prelios, la società di gestione immobiliare che è quotata a Piazza Affari: in effetti, Norges Bank, l’istituto di credito centrale della Norvegia, ha deciso di aumentare la propria quota di partecipazione dal 2,913 al 5,060% per quel che riguarda il capitale sociale. La modifica in questione è stata resa nota dalla Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa), la quale ha provveduto come di consueto a pubblicare le comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti. Insomma, si può proprio dire che la banca norvegese ha deciso di scommettere su Prelios, altrimenti ora non si spiegherebbe questo secondo posto nella classifica ideale degli azionisti, subito dopo Camfin.

Fininvest rinuncia ancora al dividendo

 Il 2011 di Fininvest, la celebre holding di proprietà della famiglia Berlusconi, non è stato certo uno dei migliori anni dal punto di vista finanziario: in effetti, il bilancio dello scorso anno del gruppo si è chiuso con un crollo piuttosto pesante per quel che concerne l’utile netto, con 7,5 milioni di euro in meno che non hanno consentito di sforare, come successo nel corso del 2010, i 160 milioni complessivi. Vari sono i motivi che spiegano una performance tanto negativa. In particolare, il risultato è stato sicuramente influenzato dalle svalutazioni che hanno riguardato alcune tra le più importanti attività finanziarie, in primis i titoli governativi della Grecia (i più altalenanti per quel che concerne l’eurozona) detenuti da Mediolanum, ma anche la quota di partecipazione all’interno di Mediobanca, visto che sono stati persi quasi quindici milioni di euro in questo senso.

Grecia forma il nuovo governo pro-euro

 Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha dichiarato che le forze politiche greche hanno raggiunto l’accordo per la formazione di un nuovo governo. La notizia è stata battuta già da tutte le principali agenzie di stampa internazionali. Il nuovo esecutivo sarà formato da Nea Dimokratia (partito di centro-destra), che avrà 129 seggi, Dimar (sinistra democratica), che avrà 17 seggi, e il partito socialista Pasok (33 seggi), che però non avrà poltrone nel nuovo esecutivo. Il nuovo governo greco avrà dunque 179 parlamentari di maggioranza su 300 membri complessivi, per cui il “cuscinetto” di sicurezza sarà pari a 29 voti.

Crisi mercato immobiliare 2012

 Secondo quanto diffuso ieri dall’Agenzia del Territorio, nei primi tre mesi dell’anno le compravendite immobiliari sono crollate del 19,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Da gennaio a marzo sono state vendute 110.000 abitazioni, mentre nello stesso periodo del 2011 furono vendute 163.000 case. Non è solo il residenziale ad essere in forte crisi. Molto male fanno anche terziario (-29,6%), commerciale (-17,6%), pertinenze (-17,4%) e produttivo (-7,9%). Il mercato immobiliare si è praticamente fermato in tutta Italia, con poche differenze tra Nord e Sud. Complessivamente il calo del mercato, facendo la media dei diversi settori, raggiunge il 17,8%.

Controllo spread non è soluzione a crisi Euro

 Il contenimento dello spread “forzato” e controllato non sarebbe una soluzione in grado di ridare stabilità all’Eurozona. Questo in sostanza è quello che sostiene Amadeu Altafaj, portavoce degli affari economici della Commissione Europea. L’idea di un meccanismo di controllo dei differenziali è stata definita un “paracetamolo finanziario” che potrebbe solamente alleviare i problemi senza risolvere nulla.

La crisi nell’Eurozona è strutturale e radicata nei singoli Paesi; anche se per cause diverse gli effetti convergono in un distanziamento netto tra i Paesi membri, che rispetto alla Germania mostrano dal punto di vista finanziario delle problematiche sulla raccolta dei titoli di Stato, con la diretta conseguenza visibile sui rendimenti in continua ascesa.