Prezzo riso e mais sono aumentati nel 2008 di più del 100%

La crisi finanziaria non si ferma ad innalzare in maniera inverosimile il prezzo del petrolio, ma spinge al massimo storico anche le quotazioni di soia e mais che rappresentano la principale fonte per l’alimentazione degli animali negli allevamenti. A loro volta aumentano i prezzi di latte e carne. Il mais costa 7,95 dollari a bushel (quasi 19 centesimi di euro al chilo) e la soia 15,69 dollari a bushel. Aumenta anche il grano con prezzi che hanno toccato 9,92 dollari a bushel (quasi 24 centesimi di euro al chilo). Questo secondo quanto rilevato da Coldiretti, secondo la quale:

Occorre investire nella produzione agricola per dare stabilita’ ai mercati e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nelle diverse realta’ del pianeta, dove le politiche di mercato devono valorizzare prima di tutto le produzioni locali per essere meno dipendenti dalle esportazioni.

Tra l’altro il maltempo e le calamita’ hanno ridimensionato le previsioni di un aumento dei raccolti mondiali di prodotti agricoli di base necessari per far fronte alla accresciuta domanda dei paesi emergenti come Cina ed India provocando un aumento dei prezzi che sono destinati a rimanere alti nei prossimi mesi.

Protesta dei suinicultori: non si consegnano le certificazioni dop. A rischio prosciutti come il Parma e il San Daniele

In un’Italia scossa dalle proteste scendono in campo anche i suinicultori e i produttori di prosciutto. Dal primo giugno, infatti, è scattata ufficialmente la sospensione dei certificati di qualità che accompagnano i suini alla macellazione per produrre salumi. Una decisione drastica che pesa sui guadagni degli allevatori poiché, così facendo, si ritrovano a vendere senza incassare il sovrapprezzo dato dalle certificazioni.

Al centro delle proteste degli allevatori il calo del prezzo dei suini, l’aumento dei costi per l’alimentazione degli animali con un rialzo del 40 per cento del prezzo di cereali e oleaginose, i rincari anche nelle spese energetiche e la necessità di investimenti nelle strutture e nei macchinari all’interno delle aziende per ottemperare agli obblighi imposti dall’Unione Europea.

L’Italia rischia di rimanere senza latte: gli allevatori minacciano una rivolta

Gli allevatori italiani non ne possono più e minacciano di sollevare una protesta lasciando l’Italia senza latte. A mettere in agitazione gli allevatori è la situazione di crisi in cui verte il settore ed in particolare il prezzo del latte. I produttori, supportati dalla Coldiretti, chiedono di ridurre il valore aggiunto che il latte acquisisce dall’allevatore al consumatore.

Il prezzo del latte aumenta di quattro volte dalla stalla alla tavola e questo, secondo i produttori, rischia di mettere in crisi le aziende agricole e la domanda da parte dei cittadini. Gli allevatori chiedono un adeguamento del prezzo del latte alla stalla che lo porti a 42 centesimi al litro. Richiesta alla quale fino ad ora sono seguiti secchi rifiuti e l’intenzione di abbassare il prezzo del latte a 35 centesimi al litro.