Sarebbe il timore di un prolungamento della crisi economica, e i suoi risvolti sul fronte commerciale, a spingere la Fiat a spostare al 2015 la commercializzazione della nuova vettura. Un’idea ancora non confermata, che il quotidiano La Repubblica sostiene tuttavia essere particolarmente fondata. In attesa di avere un riscontro dal Lingotto, cerchiamo di capire quali sono le ultime strategie di Fiat, e in che modo la compagnia torinese si appresta a gestire questa nuova fase di mercato.
“La pessima situazione del mercato dell’auto in Italia e in Europa (qui ne avevamo parlato: gli italiani non comprano più auto) potrebbe spingere Fiat a rinviare al 2015 la produzione della nuova Punto. Lo riferiscono all’agenzia di stampa Radiocor fonti del settore automotive” – esordisce così il presunto scoop del quotidiano, che rimbalza mediaticamente le notizie lanciate su Radiocor – “Fiat “non conferma” la notizia e rimanda al nuovo piano industriale di prodotti e utilizzo degli impianti che l’ad Sergio Marchionne intende annunciare a fine ottobre, in occasione della trimestrale. Inizialmente la nuova Punto doveva vedere la luce nel 2013, ma già nei mesi scorsi erano circolate indiscrezioni secondo cui sarebbe slittata al 2014. A giugno Marchionne aveva detto che il progetto della nuova Punto “è uno di quelli che stiamo riconsiderando”. Le fonti hanno anche indicato, tra gli stabilimenti maggiormente a rischio di Fiat in Italia, quello di Cassino”.
Prosegue senza soste la crisi del mercato auto europeo ed italiano, con la Acea come – nei 27 Paesi Ue più quelli Efta, il numero delle immatricolazioni del mese di maggio 2012 sia stato pari a 1.150.434 nuove vetture, in contrazione di 8,4 punti percentuali rispetto a quota 1.255.681 unità conseguite nello stesso periodo dello scorso anno.
Fiat Industrial, società del gruppo Fiat specializzata nella produzione di mezzi industriali, ha proposto un’operazione di fusione con la controllata americana, con core business relativo alla produzione di mezzi agricoli. L’obiettivo è creare una sola entità quotata al Nyse e nel vecchio Continente, dando vita a un operatore che possa essere realmente in grado di competere con i principali concorrenti del nord America.
Nel corso del mese di aprile, stando a quanto dichiarano i dati diffusi dall’Acea, associazione che riunisce i tutti i costruttori auto europei, il mercato dell’auto del vecchio Continente ha continuato a perdere terreno. Nei 27 Paesi UE + EFTA, infatti, le immatricolazioni sono state pari a 1.058.348 unità, con una flessione del 6,5%rispetto a 1.132.172 unità di un anno fa. Una flessione che replica quella rilevata nel corso del terzo mese dell’anno, quando la diminuzione delle immatricolazioni era stata pari a 6,6 punti percentuali.
Novità in casa Agnelli: con una intesa recentemente siglata tra le parti, Fiat ha scelto di diventare nuovo sponsor della Juventus con il marchio Jeep. Uno sponsor che accompagnerà le magliette bianconere per i prossimi tre anni, e che porterà un discreto introito nelle casse della società sportiva, l’unica del macro gruppo Exor ad aver chiuso il 2011 con risultati contraddistinti dal segno meno.
Il patrimonio di Exor, la holding del gruppo Agnelli, chiude il 2011 con una perdita di 2 miliardi di euro, ma utili per 500 milioni di euro. Il valore netto degli asset delle partecipate, sottratti i debiti, è calato da 8,3 miliardi di euro di fine 2010 a 6,3 miliardi di euro del dicembre 2011; tuttavia l’utile, grazie principalmente al contributo offerto dalla Fiat, è schizzato in alto a quota 504 milioni di euro contro i precedenti 136,7 milioni di euro del 2010. Come conseguenza dei buoni dati sul profilo della redditività, il consiglio di amministrazione ha deciso di proporre agli azionisti la distribuzione di 80 milioni di euro in dividendi, attingendo tuttavia anche alle riserve: 0,335 euro per le azioni ordinarie, 0,3867 euro per le privilegiate, e 0,4131 euro per le azioni di risparmio.
La Fiat non ha alcuna intenzione di lasciare l’Italia. Ad affermarlo è stato l’amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, che ad un giornale canadese ha dichiarato come la propria compagnia auto intenda rimanere nella Penisola. Marchionne si trovava in Canada per seguire da vicino l’apertura della prima concessionaria con insegne Fiat vicino a Toronto: con l’occasione, alla domanda di un giornalista che gli domandava se il Lingotto avesse concretamente un piano per abbandonare l’Italia, il manager avrebbe risposto con un secco no.
Giornata altalenante (con tendenza al ribasso) per Fiat, che prima dell’avvio delle negoziazioni di Borsa ha annunciato l’intenzione di procedere ad un’emissione obbligazionaria in euro. Le condizioni dell’emissione non sono ancora state definite (lo saranno al momento del pricing sulla base delle condizioni di mercato del momento), mentre è noto che nell’ipotesi confermata di emissione, Fiat Finance and Trade Ltd richiederà la quotazione dei titoli e l’ammissione alle contrattazioni presso il mercato regolamentato irlandese.