Indagine SEC su attività Eni in Libia

 L’autorità statunitense SEC ha avviato un’indagine nei confronti di Eni e sulla francese Total, per possibili irregolarità finanziarie intervenute nel corso degli ultimi anni del regime del Colonnello Gheddafi. Un filone di inchiesta che il quotidiano Milano Finanza ha definito come “inaspettato”, e che coincide con il ritorno alla normalità delle attività libiche da parte della società italiana, dopo la lunga pausa imposta dalla guerra civile e dalla primissima ricostruzione.

A lanciare l’indiscrezione è stata il Wall Street Journal, che a sua volta riporta fonti della Procura generale di Triboli, dalla quale sarebbe partita una lettera all’indirizzo della Noc, con la richiesta di chiarimenti riguardo ai contratti sottoscritti con le compagnie petrolifere straniere, come la Eni e la Total. Tra le indagate dalla SEC, oltre alla coppia italo-francese di cui si è fatto cenno, anche la Marathon, la Glencore International e la Vitol.

L’Italia merita ancora il petrolio libico?

 I nuovi leader della Libia ricorderanno sicuramente chi ha fornito loro gli aiuti più importanti per quel che concerne la “detronizzazione” di Muammar Gheddafi: questo “rinfresco di memoria” sarà fondamentale al momento delle concessioni petrolifere future. Cosa accadrà all’Italia, uno dei principali investitori in terra libica, ma anche compromesso col vecchio regime? Gli svantaggi commerciali potrebbero essere evidenti, anche perché non è certo un mistero che Tripoli rappresenti una delle maggiori riserve di oro nero al mondo, con una stima complessiva di quarantasei miliardi di barili e molte nazioni che sono costantemente interessate a questi giacimenti.

Gheddafi ucciso: il più longevo dei leader arabi

 Dopo 41 anni di potere, tramonta l’era del più longevo dei leader arabi e nel peggiore dei modi. Solo la morte poteva fermare il rais da molti mesi ormai ricercato. L’ex leader libico Muammar Gheddafi è stato ucciso nella giornata di ieri, mentre i nuovi leader della Libia annunciavano la presa di Sirte, sua città natale e ultimo bastione di resistenza. Ancora non ci sono dettagli precisi e quindi in molti sono a nutrire dubbi sulla veridicità di questa affermazione. Non possiamo infatti dimenticare la vicenda di Bin Laden, anch’esso ucciso, ma le cui spoglie furono immediatamente cremate e gettate in mare, senza dare il tempo alle Nazioni di fare le opportune verifiche sulla morte dell’uomo.

Eni, accordo per cedere quota giacimento Elephant a Gazprom

 Eni ha siglato un accordo che pone le basi per la futura cessione a Gazprom da parte della stessa Eni della quota detenuta da quest’ultima (33,3%) nel consorzio per lo sviluppo del giacimento petrolifero libico di Elephant, nella zona desertica sud occidentale a quasi 800 chilometri da Tripoli.

Lo comunica una nota dell’Eni secondo la quale la quota ceduta a Gazprom è stata valutata circa 170 milioni di dollari. “L’accordo – aggiunge ancora il comunicato – sarà firmato nelle sedi competenti e sottoposto per approvazione alle autorità libiche“.