Banca Mps via libera ai Monti-bond

 Banca Monte dei Paschi di Siena tira un sospiro di sollievo. Arriva il via libera ai Monti-bond, che sanciscono praticamente il salvataggio della banca da parte del governo. Ieri è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge salva infrazioni europee. All’articolo 8 c’è la nuova disciplina dei Monti-bond, ovvero le obbligazioni che l’istituto di credito senese emetterà a favore del Tesoro per raggiungere gli obiettivi sui requisiti di rafforzamento del capitale richiesti dall’Eba, ovvero l’european banking authority. Stamattina in borsa il titolo Banca Mps guadagna l’1,3% a 0,2022 euro.

Banca Mps rating tagliato a spazzatura da S&P

 Brutta tegola per Banca Monte dei Paschi di Siena. L’istituto più antico d’Italia è finito ne lmirino dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha deciso di tagliare il giudizio sul merito di credito di lungo periodo a BB+ da BBB- confermando l’outlook negativo, che apre la strada a nuovi downgrade nei prossimi mesi. Il declassamento effettuato da S&P porta l’istituto bancario senese al livello “junk” (spazzatura), collocandolo così tra gli emittenti più speculativi. Sul finire di ottobre anche Moody’s aveva bocciato Mps al rating “spazzatura”, portando il giudizio a Ba2 da Baa3.

Banca Mps appeal speculativo su dossier Monti-bond

 Il titolo Banca Monte dei Paschi di Siena è in leggero rialzo questa mattina a Piazza Affari, dopo che ieri le azioni della banca senese avevano sperimentato un progresso del 6,86%. Stamattina, a poco più di un’ora dall’inizio delle contrattazioni di borsa, il titolo Banca Mps guadagna lo 0,32% a 0,2171 euro. Il titolo ha toccato un massimo intraday a 0,2196 euro, il massimo più alto dallo scorso 8 novembre. L’appeal speculativo del titolo deriva dal fatto che ancora non è stata trovata un’intesa sui cosiddetti Monti-bond.

Ristrutturazione Monte Paschi opinioni Fondazione

Qualcosa, anche in Mps, sembra muoversi per il verso giusto. A sostenerlo è la Fondazione della banca, azionista di riferimento (ma in fase prevedibilmente calante), che ha colto l’occasione per apprezzare il lavoro di ristrutturazione organizzativa che è stato intrapreso fino ad oggi dal management dell’istituto di credito toscano. Un lavoro che è “basato anche su scelte dolorose e coraggiose, fiduciosa del fatto che verrà trovata una sintesi tra le irrinunciabili esigenze industriali di razionalizzazione della ‘macchina operativa’ e la necessità di mantenere la centralità dei dipendenti. Questo per incrementare l’efficienza e la profittabilità del gruppo, migliore tutela per il futuro sia per gli azionisti che per il personale” – ha dichiarato la Fondazione per il tramite del suo numero 1.

Mps riduce le esternalizzazioni

 Le principali sigle sindacali rendono noto che il management dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena avrebbe ridotto le esternalizzazioni di personale da 2.300 unità a 1.600 unità. Una decisione che è stata accolta favorevolmente dai rappresentanti dei lavoratori dell’istituto bancario, ma che tuttavia non distoglie l’attenzione dalle conseguenze di quanto sta accadendo all’interno dei piani alti dell’azienda di credito toscana. Cerchiamo pertanto di comprendere cosa potrà accadere ai lavoratori di Mps in questo nostro breve approfondimento.

Sindacati MPS sul piede di guerra

 Continua la guerra aperta tra i sindacati e il Monte dei Paschi di Siena, con i primi che accusano il top management dell’istituto di credito toscano di “giocare allo sfascio”. Un’accusa piuttosto dura – tutt’altro che inattesa – che è giunta a margine delle dichiarazioni dell’amministratore delegato Fabrizio Viola al quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore, nelle quali il manager, secondo i sindacati, avrebbero confermato “non solo il progetto sulla esternalizzazione del back-office, ma addirittura l’outsourcing dell’intera struttura del Consorzio Operativo e di altre attività”.

Co.co. bond per Monte Paschi di Siena

 Monte dei Paschi di Siena, l’istituto di credito più antico d’Italia, attualmente al centro di una intricata vicenda che ha conseguito ampio risalto mediatico, starebbe valutando l’ipotesi di emettere un Co.co. bond per potersi rafforzare sotto il profilo patrimoniale. A confermarlo è l’amministratore delegato della società, Fabrizio Viola, durante una recente conference call con la quale ha presentato i risultati trimestrali conseguiti dalla società.

L’obiettivo è palese: cercare di soddisfare quanto prima i requisiti domandati dall’EBA, che vorrebbe le banche italiane più solide patrimonialmente. L’authority europea nel settore bancario avrebbe in particolar modo richiesto a Monte dei Paschi di Siena un’iniezione di nuovi capitali pari ad almeno 3,23 miliardi di euro: gli osservatori affermano che alla banca senese mancherebbe ancora un miliardo di euro. Di qui l’intenzione di lanciare tale strumento finanziario.

Indagine per aggiotaggio su MPS

 Non sembra esserci pace per la banca più antica d’Italia. Dopo una puntata di Report che ha profilato l’immagine deprimente di un istituto che ha visto tempi migliori, ieri mattina la Guardia di Finanza ha fatto visita negli uffici di Rocca Salimbeni. Coordinato dal sostituto procuratore Antonino Nastasi, il nucleo operativo dei finanziari di Roma ha perquisito e acquisito documenti anche a Firenze, Roma, Milano, Mantova e Padova.

Le indagini e le investigazioni avrebbero altresì riguardato il Comune e la Provincia, dove sarebbero stati prelevati alcuni atti amministrativi, e le abitazioni private del presidente e del provveditore della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Gabriello Mancini e Claudio Pieri, dell’ex direttore generale Marco Parlangeli, e di Antonio Vigni,  allora dg dell’istituto, oltre alla casa e allo studio professionale dell’ex presidente Giuseppe Mussari, attuale vertice dell’Associazione bancaria italiana. Ad ogni modo, stando a quanto sta emergendo in queste ultime ore, tra gli indagati non vi sarebbero né Mussari né Mancini.

Nuove vendite per Fondazione MPS

 Prosegue il calendario delle vendite da parte della Fondazione MPS. L’ente ha infatti appena comunicato che ad oggi è stata ceduta una quota complessiva pari a 11,45 punti percentuale del capitale sociale della banca al prezzo medio pari a 0,365 euro per azione. Come conseguenza di questa nuova ondata di cessioni, l’ente ha emanato una nota nella quale “ritiene di aver sostanzialmente raggiunto l’obiettivo prefissato di cedere tutte le azioni libere da pegno (pari a quasi il 13% di MPS, ndr) in vista della definizione del piano di ribilanciamento con i creditori finanziari”.

Bilancio MPS 2011

 Arrivano i dati ufficiali del bilancio Monte dei Paschi di Siena 2011. Stando a quanto affermato dal consiglio di amministrazione dell’istituto di credito toscano, il 2011 si sarebbe chiuso per svalutazioni complessive pari a 4,51 miliardi di euro, un calo dei ricavi di 1,2 punti percentuali e un utile pre tasse in fortissima flessione (- 89,9%) a causa del difficile contesto del mercato. Per quanto concerne i requisiti patrimoniali e i coefficienti di principale riferimento, il core tier 1 si è fermato al 10,3% (8,5% al netto dei Tremonti Bond).

Cessione 4% Banca MPS approvata

 Inizia finalmente a concretizzarsi la cessione del 15% delle partecipazioni MPS detenute dalla Fondazione, che provocheranno una significativa riduzione della quota detenuta dall’ente nella banca, con conseguente ristrutturazione della propria esposizione. Il primo 4% di tale pacchetto sta passando infatti di mano alla famiglia Aleotti, proprietaria del gruppo farmaceutico Menarini, che ha già ottenuto il via libera da parte della Fondazione per l’acquisto di una quota dal controvalore pari a 150 milioni di euro. Gli Aleotti diventano così i secondi azionisti della banca, dietra alla Fondazione stessa (scesa ora al 41%) e saldamente davanti ad Axa (2,05%) e alla Unicoop Firenze (2,42%).

Riassetto azionario banca MPS in stallo

 Si fa sempre più difficile il riassetto azionario di banca Monte dei Paschi di Siena. Un riassetto che ha la sua fondamentale chiave di volta nella vendita di un importante pacchetto di azioni dell’istituto di credito da parte della Fondazione MPS, che per motivi di ristrutturazione delle proprie esposizioni ha la necessità di allocare nel breve e nel medio termine una quota del capitale azionario di Monte Paschi pari a circa 15 punti percentuali.

La Fondazione MPS ha tuttavia reso noto che i tempi per la cessione della quota potrebbero non essere così immediati come qualche osservatore ottimista aveva inizialmente auspicato. “L’inizio dell’esame delle offerte per Rocca Salimbeni” – informava ieri una nota dell’Ente presieduto da Gabriello Mancini – “con i necessari approfondimenti, in vista delle conseguenti determinazioni”, è infatti appena stato avviato.

OPA Menarini su banca MPS

 Secondo quanto affermato da Milano Finanza, la famiglia di industriali farmaceutici Menarini avrebbe avanzato un’offerta alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena per poter rilevare il 4% della Banca. La Fondazione, come noto, sta attraversando una fase di ristrutturazione che la condurrà a cedere fino al 15% del capitale sociale dell’istituto di credito nel medio e nel lungo periodo, attraverso diverse tranche che riguarderanno una fetta pari ad almeno 7 punti percentuali nel corso dei prossimi mesi.

Profumo presidente di MPS

 A ben esaminare i sei nomi che sono stati indicati all’assemblea dei soci da parte della Fondazione MPS, non si può certo dire che a Monte dei Paschi di Siena non gradiscano le sorprese. A parte il nome di Alessandro Profumo – indicato come presidente della banca – e di Fabrizio Viola, attuale direttore generale e in dirittura d’arrivo per diventare nuovo amministratore delegato, gli altri 4 membri del cda sono una vera e propria mossa inaspettata: Angelo Dringoli, Tania Groppi, Paola Demartini e Marco Turchi (solo quest’ultimo ha un’esperienza nella banca, avendo ricoperto fino ad oggi la carica di sindaco revisore).